l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) ha deciso sostanziali cambiamenti nel mondo del trading online nell’Unione Europea. Queste decisioni influiscono enormemente sull’operato dei trader, che dovranno accettare questi cambiamenti spesso cambiando strategia.

L’ESMA ha infatti posto fine alle opzioni binarie e ha limitato i CFD, soprattutto in merito alla leva finanziaria. Non è ancora chiaro quando i cambiamenti entreranno in vigore, ma probabilmente nella prossima estate.

Il comunicato dell’Authority spiega che la motivazione è riconducibile alla tutela del cliente, riportiamo una parte della versione italiana del documento ufficiale:

L’ESMA, di concerto con le autorità nazionali competenti (ANC), è giunta alla conclusione che sussiste un serio timore per la tutela degli investitori in relazione ai CFD e alle opzioni binarie offerti agli investitori al dettaglio. Ciò si deve alla complessità e alla mancanza di trasparenza di questi prodotti; alle peculiarità specifiche dei CFD (effetto leva eccessivo) e delle opzioni binarie (rendimento negativo atteso strutturale e conflitti di interesse esistenti tra fornitori e rispettivi clienti); alla disparità tra rendimento atteso e rischio di perdita nonché a questioni inerenti la commercializzazione e la distribuzione.

Quali sono i cambiamenti decisi dall’ESMA in merito alle opzioni binarie e ai CFD? In questo articolo lo spiegheremo esaurientemente.

ESMA: stop alle opzioni binarie

La decisione più dura dell’ESMA è certamente quella relativa al divieto per gli investitori retail (al dettaglio) di utilizzare le opzioni binarie.

Più precisamente sarà la vietata la commercializzazione, la distribuzione e la vendita delle opzioni binarie. Questo significa che il divieto vale anche per la promozione delle opzioni binarie. Chi pubblicizza o i broker che continueranno a dare la possibilità di utilizzare questo strumento finanziario saranno passibili di denuncia.

Le-opzioni-binarie-cosa-sono-e-come-funzionano
Cosa sono le opzioni binarie

Con le opzioni binarie il trader doveva solo prevedere un possibile rialzo o ribasso, indipendentemente dalla sua entità. In caso di previsione giusta il trader avrebbe ottenuto un profitto, in caso contrario una perdita.

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I broker IQ Option aveva iniziato la propria attività proprio grazie alle opzioni binarie, ma col tempo ha esteso la propria gamma di prodotti e oggi offre molti asset finanziari su cui operare, come il Forex, le azioni, gli indici azionari, le materie prime, gli ETF e le criptovalute.

Essendo ormai un broker affermato e affidabile non risentirà drasticamente dei cambi voluti dall’ESMA, siamo infatti certi che continuerà ad offrire un servizio completo e di altissima qualità.

ESMA: limiti ai CFD

L’altro grande cambiamento riguarda i CFD, che non saranno vietati, ma subiranno delle restrizioni. L’ESMA ha elencato cinque sostanziali novità a riguardo, che andremo a spiegare di seguito:

  1. Leva finanziaria ridotta. La scala più alta sarà 30:1, mentre la più bassa sarà 2:1. Nel dettaglio:
    30:1 per le coppie di valute principali, ovvero quelle che comprendono il dollaro americano, come per esempio EUR/USD o GBP/USD.
    20:1 per per le coppie di valute secondarie, ossia quelle che non comprendono il dollaro, come per esempio EUR/CHF; per l’oro e gli indici azionari più importanti del mondo
    10:1 per tutte le altre materie prime e gli indici azionari secondari
    5:1 per i titoli azionari
    2:1 per le criptovalute, come il Bitcoin.
  2. Chiusura automatica delle posizioni se dovesse raggiungere il 50% del margine minimo.
  3. Protezione del saldo negativo. Nessun trader potrà avere il proprio conto sotto lo zero.
  4. Nessun bonus o incentivi commerciali per fare trading con i CFD
  5. Avviso sui rischi che potrebbe correre l’utente, in particolare la percentuale delle perdite sui conti degli investitori retail del fornitore di CFD.

Le restrizioni sulla leva finanziaria meritano un paragrafo a parte e ne parleremo nel prossimo. Ora è il caso di spiegare il punto 2, che potrebbe non essere molto chiaro ai non addetti ai lavori.

Ogni volta che aprite una posizione con i CFD, e quindi con la leva finanziaria, si parla di margine necessario per tenere aperta la stessa posizione, ovvero di una disponibilità economica necessaria sul conto per tenere viva l’operazione.

Se doveste investire 200€ su EUR/USD con una leva finanziaria pari a 200:1, il margine sarà pari a 66,66€. Se la direzione del tasso di cambio non dovesse andare nella direzione sperata significa che state andando incontro a una perdita.

Il 50% del margine è 33,33€, dunque per mantenere aperta questa operazione sul conto del cliente deve esserci questa cifra disponibile. 

Qualora una o più operazioni in passivo, sebbene non ancora chiuse, dovessero prospettare una perdita superiore al 50% del margine, il broker sarebbe obbligato a chiudere l’operazione automaticamente.

Restrizioni sulla leva finanziaria

Oggi molti broker offrono una leva finanziaria molto alta, da 100:1 a 400:1. Ciò comporta la gestione di una elevata quantità di denaro investendo relativamente pochi soldi.

Infatti con una leva pari a 100:1 100€ diventeranno 10.000€. Secondo l’ESMA questo non tutela il trader dal considerare il vero rischio che comporta ogni investimento soggetto a leva finanziaria.

C’è da considerare, però, che una leva pari a 30:1 è davvero bassa per chi adotta la tecnica dello scalping. Gli scalper infatti aprono e chiudono posizioni nel giro di secondi o pochi minuti cercando di ottenere un rendimento solo grazie a pochi punti.

Per ottenere un guadagno in queste situazioni gli scalper devono investire un’elevatissima quantità di denaro, che con la leva pari a 30:1 potrebbe non bastare per genere un introito soddisfacente.

La leva pari a 30:1 è invece ancora adatta per chi fa trading multiday, ma anche per chi mantiene posizioni solo poche ore. Il Forex è un mercato molto liquido e in alcune situazioni può essere molto volatile, le occasioni di guadagno non mancheranno certamente.

L’ESMA con queste modifiche ha cercato di tutelare i trader al dettaglio dalla grande esposizione dovuta a una leva finanziaria molto alta, che porta sì a guadagni notevoli, ma anche a perdite non indifferenti.

Dichiarazione del presidente ESMA Steven Maijoor

Sul comunicato ufficiale dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) è apparsa anche una dichiarazione del presidente dell’Istituto Steven Maijoor, che ha voluto spiegare perché sono state adottate queste misure sulle opzioni binarie e sui CFD.

Le misure che l’ESMA ha convenuto e annuncia oggi garantiranno una maggiore tutela per gli investitori nell’UE assicurando un livello minimo comune di protezione per gli investitori al dettaglio. Per la prima volta le nuove misure sui CFD assicureranno che gli investitori non possano più perdere importi superiori a quanto investito, limiteranno l’uso della leva finanziaria e degli incentivi e forniranno un avviso sui rischi per gli investitori. Quanto alle opzioni binarie, il divieto che l’ESMA rende pubblico è necessario per tutelare gli investitori, alla luce delle peculiarità di questi prodotti. La combinazione di una promessa di alti rendimenti e piattaforme digitali che favoriscono le negoziazioni, il tutto in un ambiente di tassi di interesse storicamente bassi, ha creato un’offerta interessante per gli investitori al dettaglio. Tuttavia, la complessità intrinseca dei prodotti e il corrispondente effetto leva eccessivo (nel caso dei CFD) hanno comportato perdite significative per tali investitori. Un approccio paneuropeo è necessario data la natura transfrontaliera di questi prodotti e l’intervento dell’ESMA risulta essere lo strumento più idoneo ed efficiente per affrontare l’importante questione della tutela degli investitori

Precisazioni

Il comunicato dell’ESMA parla espressamente di investitori al dettaglio o retail. Ciò significa che i trader professionisti sono esclusi da queste limitazioni. Per diventare trader professionista bisogna avere una capitale abbastanza ampio, esperienza pregressa nel trading e rendimento elevato.

Le nuove misure riguardano inoltre i broker che hanno la sede all’interno dell’Unione Europea, dunque eventuali broker extra UE non devono necessariamente adeguarsi alle restrizioni.

È comunque sconsigliato trasferirsi su un broker appartenente a un paradiso fiscale sia perché è necessario fare il cambio di valuta con tutti i costi annessi, ma soprattutto perché la vostra banca potrebbe non approvare il trasferimento di denaro se reputa “pericoloso” il broker di un paradiso fiscale.

Altre soluzioni potrebbero essere la Nuova Zelanda o l’Australia, ma restare in Europa con le nuove disposizioni non è affatto impossibile. Molti broker europei sono all’avanguardia e sono sicuri, ovvero avete la certezza che il vostro denaro arrivi a destinazione e può essere ritirato senza alcun tipo di problema.

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