L’analisi dei volumi nel trading è probabilmente l’analisi più antica che c’è, e per chi pensasse che questo possa essere un punto a sfavore io dico che è tutto il contrario. Infatti nel trading non accade mai niente di nuovo, quello che funzionava più di un secolo fa, continua a funzionare ottimamente anche oggi. L’analisi dei volumi è una di queste cose. Non credo arriverà mai un momento nel trading nel quale i volumi non svolgeranno più un ruolo di primissimo piano nell’analisi finanziaria, in particolare in quella tecnica.

Un’altra straordinaria caratteristica dell’analisi dei volumi è il fatto che può essere applicata ovunque e da chiunque. Funziona sul mercato azionario, obbligazionario, sulle materie prime, sulle valute…insomma funziona su qualsiasi tipo di mercato. Ma non finisce qui, perché le nozioni che imparerai leggendo questo articolo ti torneranno sicuramente utili, a prescindere dal tipo di trader che tu sia. Sei un trader di lungo periodo? Di breve periodo? Un trend trader? Uno swing trader? Non importa, l’analisi dei volumi è fondamentale in qualsiasi tipo di approccio tu decida di utilizzarla.

Le basi dell’analisi volume dei prezzi

Ora bisogna spiegare una semplice legge applicabile alla fisica così come al trading: la terza legge di Newton. La quale spiega come ad ogni forza ne corrisponde una uguale e contraria. In un certo senso questa legge può essere trasformata così: ad ogni sforzo corrisponde un risultato; e di conseguenza essere facilmente riportata al trading. Cosa significa questa legge? Significa che se noi sul grafico vediamo un trend, di qualunque direzione esso sia, questo sarà sicuramente causato da un’azione originaria, da uno sforzo. Questo sforzo è appunto la compravendita di titoli finanziari, che creerà i volumi e di conseguenza permetterà al prezzo di muoversi. Ne consegue che se un trend (risultato) non è accompagnato da adeguati volumi (sforzo) significa che qualcosa non va, ed è bene, prima di entrare nel mercato, capire cosa.

C’è da dire anche che, nonostante quello che si possa pensare, i mercati finanziari sono costantemente manipolati dai cosìddetti “specialisti.” Questi, che possono essere le banche centrali, i fondi pensione, gli hedge fund, cercano sempre di controllare il movimento dei prezzi gestendo,in entrata e in uscita, il flusso del denaro. Non importa se tu stai operando sul mercato azionario, obbligazionario o sul Forex, lo zampino degli “specialisti” c’è, tuttavia questo non è sempre un fatto negativo. Infatti se noi riuscissimo a capire in quale direzione questi stanno tentando di spingere il mercato, potremmo seguire il loro flusso di denaro e sfruttare il movimento. Ma in che modo possiamo capire quando e come gli “specialisti” manipolano il mercato? Semplice, analizzando i volumi.

Ma perché nessuno interviene per fermare la manipolazione del mercato? Semplicemente perché senza market maker il mercato non esisterebbe, e i vari governi lo sanno bene. I market maker sono dei grossisti, comprano e vendono grandissime quantità di titoli, permettendo al mercato di funzionare. Ovviamente essi sfruttano la loro posizione di vantaggio, piazzando i loro ordini nel momento migliore. Cerchiamo di capire meglio come agiscono i market maker.

Ma questo come ci torna utile? Come ho già detto, posizionarci nella stessa direzione dei market maker ci permette semplicemente di cavalcare il trend. E l’unico strumento che abbiamo per leggere le operazioni degli insider è il volume. Questo è il carburante del mercato, senza il quale non ci sarebbero oscillazioni. L’analisi dei volumi, in soldoni, dice che se un trend è accompagnato da volumi crescenti, allora è un trend reale che potrebbe durare a lungo. In questo modo noi andiamo a seguire i movimenti dei market makers. Viceversa se un trend è seguito da bassi volumi di negoziazione, significa che è di poca importanza, è fragile, e come tale basterebbe poco per interromperlo.

L’importanza del volume nei prezzi

Per prima cosa bisogna dire che il volume è relativo. Questo significa che non dobbiamo dare molta importanza al valore assoluto del volume, ma piuttosto al valore relativo. Cioè se un titolo ha in media un volume di negoziazione pari a 100.000 scambi al giorno, e d’un tratto il volume schizza a 200.000 scambi al giorno, è chiaro che qualcosa sul titolo sta accadendo. Abbiamo assistito ad un aumento del 100% dei volumi. Questo è un fatto sorprendente che merita la nostra attenzione!

Inoltre il volume senza prezzo non è niente. È come un’asta piena di persone interessate, delle quali nessuna fa un offerta. Abbiamo solo un grande interesse, ma che poi non si concretizza nei fatti. È soltanto quando il volume si unisce al prezzo che dà vita a qualcosa di potente. Mentre il prezzo dice quello che è sta accadendo sul mercato, il volume rivela quello che sta accadendo dietro le quinte.

Adesso concentriamoci un attimo sul prezzo e sulle sue quattro componenti: apertura, chiusura, massimo, minimo. Prima dell’avvento del trading elettronico gli investitori riponevano grande importanza sull’apertura e sulla chiusura degli scambi. Questi erano momenti frenetici dove ci si poteva fare un’idea sull’andamento che avrebbe tenuto il mercato di lì a poco. Dopo il 1992, con l’introduzione del trading online e tutti i relativi strumenti finanziari come i futures che restano aperti 24h al giorno, si è perso gran parte dell’entusiasmo che c’era intorno ai momenti di apertura e chiusura delle posizioni. Questo perché analizzando i futures ci si può ormai fare un’idea precisa di come si comporteranno gli investitori al suono della campanella di inizio delle contrattazioni e come continueranno a comportarsi una volta chiuse.

Questo ha decretato anche delle differenze nel comportamento stesso del prezzo, il quale ormai ad esempio non forma quasi più i gap di apertura, pattern che erano all’ordine del giorno in passato. Nonostante ciò, le indicazioni più significative che una candela di trading può fornirci sono sicuramente la differenza tra prezzo di apertura e chiusura, e la differenza tra massimo e minimo. Sono questi infatti che ci indicano la forza del titolo e il fermento che questo sta creando negli investitori. Maggiori sono le distanze e più interessante risulta il titolo. Ma nonostante siano degli indicatori fondamentali, è importante sottolineare come siano soltanto la metà del quadro e che l’altra metà è rappresentata dai volumi.

Analisi volume-prezzo: come funziona

Passiamo finalmente a parlare dell’analisi volume-prezzo (AVP) che è il fine di questo articolo. Voglio sottolineare che la AVP non è una scienza, bensì un’arte e come tale richiede tempo e fatica per essere assimilata. Non si può ridurre tutto ad un mero software di analisi, anche perché la componente discrezionale è necessaria. La AVP è un’arte che può essere applicata in tutti i mercati e in ogni time frame, questa sta alla base del trading quindi conoscerla e saperla applicare sarà parte fondamentale del tuo sistema.

Cosa cerchiamo nella AVP? L’obiettivo è quello di trovare due segnali: prezzo e volumi che si confermano a vicenda, prezzo e volumi che sono in contrasto tra di loro. Conferma e contrasto, nient’altro. È questa l’essenza dell’analisi volume-prezzo. La conferma tra volume e prezzo ci indica: 1) Che il movimento è genuino e quindi non frutto di una manipolazione di mercato, e 2) Che fino a quando non ci sarà un contrasto potremo continuare a mantenere la posizione aperta. Ricorda che a parità di sforzo deve corrispondere una parità di risultato, perciò un movimento anomalo sul prezzo deve essere accompagnato da un movimento anomalo nei volumi.

Il contrasto invece si forma se ad esempio notiamo una lunga candela accompagnata da una irrilevante barra del volume. A quel punto la domanda che dovremmo porci è: come è si è giunti ad ottenere un tale risultato (lunga candela) con un così piccolo sforzo (corta barra)? E questo dovrebbe bastare per metterci in guardia. Spesso queste situazioni sono delle trappole architettate dagli stessi market makers, sì a volte essi cercano di fregarci e l’unico modo che abbiamo per non cadere nel tranello è quello di controllare sempre anche i volumi.

Se vediamo che un simile contrasto si è sviluppato in diversi indici di mercato potremo giungere alla corretta conclusione che i market maker stiano testando il mercato. Essi a volte per capire il sentiment degli investitori spingono il prezzo più in alto o in basso del dovuto per capire cosa devono aspettarsi dalla seguente seduta di contrattazioni.

Allo stesso modo, una lunga barra di volume, accompagnata da una corta candela indica una situazione di contrasto e quindi di pericolo. L’unica conclusione da trarre in una situazione del genere è debolezza del mercato. Infatti gli investitori stanno continuando a spingere sforzandosi di muovere il prezzo, ma con un risultato insoddisfacente. Chiaro segnale che dall’altra parte si stanno registrando significative operazioni di segno opposto e che probabilmente a breve il trend invertirà.

Il punto che è importante sottolineare è che bisogna sempre contestualizzare l’analisi volume-prezzo. Questo significa che prima di prendere qualche decisione dobbiamo chiederci: dove mi trovo rispetto al trend? Se un contrasto tra prezzo e volume si verifica quando il trend è ancora a metà della sua strada, o all’inizio, è probabile che quello che si verificherà sarà una correzione di breve periodo. Se invece un contrasto si sviluppa quando il trend si trova verso la sua fine, probabilmente dobbiamo aspettarci un’inversione e quindi è giusto a quel punto uscire dal mercato.

Il trend nell’analisi volume dei prezzi

Parliamo ora della relazione tra il volume e i trend. Mentre prima abbiamo parlato di come si dovrebbe comportare il volume rispetto a una singola candela di prezzo, ora andiamo a scoprire come il volume si dovrebbe comportare per confermare una serie di candele, un trend. In questo caso ciò su cui dobbiamo porre l’attenzione è: 1) La relazione tra il volume e la singola candela, e 2) La relazione tra il volume e la serie di candele. Nel punto numero 1 vale il discorso fatto prima, una lunga candela deve essere sempre appoggiata da una lunga barra dei volumi. Il punto 2 invece ci dice che con l’avanzare e lo sviluppo del trend, dobbiamo aspettarci anche uno sviluppo del volume. Quindi un trend rialzista che inizia a mostrare dei volumi calanti, è un segno di contrasto che potrebbe indicare la debolezza del trend, e quindi l’imminente inversione. In pratica sviluppo del trend = sviluppo dei volumi, se questo non accade, occhio!

Un volume che non conferma il trend in atto come detto è segno di pericolo. Anche se dovessimo vedere sul grafico delle lunghe candele a conferma della forza del trend, se queste non sono confermate dal volume, state in campana! Infatti quello che potrebbe stare succedendo è la solita manipolazione del mercato. Gli insiders si stanno preparando a vendere, ma per il momento preferiscono tenere in forza il trend per spingere gli investitori a continuare a entrare, in modo tale che, una volta fatte partire le vendite, più acquirenti rimarranno scottati, finendo col chiudere in fretta le loro posizioni e spingendo il prezzo ancora più in basso.

Questi sono i tre punti da seguire per realizzare una buona AVP:

  • Analizza ogni singola candela in relazione ai volumi. Cerca conferme o contrasti basandoti sulla media delle candele e delle barre precedenti.
  • Analizza le candele di prezzo in relazione alle altre candele che formano lo stesso trend, e cerca conferme o contrasti per poter prevedere possibili correzioni o inversioni di tendenza.
  • Analizza il grafico nella sua interezza. Chiediti se il trend si trova all’inizio, al centro o alla fine del suo cammino. Identifica i livelli di supporto e resistenza più vicini al prezzo corrente e stabilisci la strategia da seguire.

Un elemento importante nella AVP è il tempo. Molti trader si aspettano di assistere alle inversioni non appena il contrasto si è formato. Anni di esperienza hanno dimostrato che questo solo poche volte è vero, piuttosto spesso il mercato ha bisogno di tempo prima di invertire. Tutti gli ordini devono essere assorbiti, e quando i market makers si sentono pronti spingono il mercato a invertire. Quindi non aspettarti inversioni lampo, abbi pazienza e aspetta sempre il timing giusto. Per assicurarti di questo, analizza anche i timeframe superiori a quello sul quale operi, quando l’inversione sarà chiara anche lì, allora probabilmente quello è il momento per agire. Più lungo il tempo, più grande l’inversione.

Le fasi del mercato dettate dai volumi

Passiamo ora a descrivere le varie fasi di mercato, partendo dalla prima: accumulazione. Pensiamo agli insiders come dei grossisti, essi hanno bisogno di venditori pronti a vendere i loro prodotti, più venditori ci sono, più probabilità hanno gli insiders di acquistare azioni al miglior prezzo e il prima possibile. La fase di accumulazione è proprio questo, un momento nel quale gli insiders acquistano azioni pronti a far risalire il mercato. Ma in che modo gli insiders spingono gli investitori a vendere i loro titoli? Il loro lavoro è manipolare il mercato, credi che abbiano difficoltà a manipolare anche i media?

Fanno uscire delle notizie negative che vengono usate come scusa per spingere i prezzi ancora più in basso. Cercano di creare dei movimenti repentini e improvvisi facendo leva sulla paura degli investitori. Questi infatti presi da panico iniziano a vendere le loro azioni che vengono subito acquistate dagli insiders. A questo punto non rimane che continuare a testare il mercato per capire quanti venditori ci sono ancora in giro (questo crea la fase di accumulazione), non appena gli insiders sono pieni zeppi di titoli, ecco che spingono il mercato al rialzo, dando vita al trend rialzista.

A questo punto inizia la seconda fase di mercato: la fase di distribuzione. In questa fase l’obiettivo degli insiders è esattamente l’opposto di prima, devono spingere gli investitori a comprare. Quindi mentre prima facevano leva sulla paura di perdere, ora spingono sulla paura degli investitori di mancare un’ottima occasione di profitto. Ma come viene gestita questa fase? Innanzitutto si procede a raccontare “storielle” positive, rendendo gli investitori meno avversi al rischio, dopo di che si fa salire in maniera lenta e costante il prezzo, senza movimenti bruschi che potrebbero spaventare i traders. Qualche correzione qua e la per dare modo anche ai ritardatari di entrare nel mercato. Quindi piano piano i market maker iniziano a disfarsi dei titoli che hanno in pancia, creando una congestione laterale. Quando tutti i titoli sono stati piazzati correttamente la campagna finisce e il prezzo può tornare al ribasso.

Il ciclo economico è così completo e pronto a ripetersi infinite volte, perché la natura umana non cambia mai, è sempre condizionata dalle emozioni. Crea paura e le persone venderanno, crea avidità e le persone compreranno. Questo è tutto!

Il test del domanda e delle offerta tramite i volumi

A volte però il piano degli insiders può non andare per il verso giusto, questo può ad esempio verificarsi quando si dà inizio alla fase di distribuzione e non tutte le vendite sono state assorbite. Se questo accade, il risultato è che gli insiders spingono il prezzo in rialzo, ma questo viene subito riabbassato dai venditori ancora rimasti in gioco. Per ovviare a questo problema si fanno dei semplici test per controllare quanta offerta ancora c’è nel mercato, i cosiddetti test dell’offerta. Ad esempio il prezzo viene spinto nei livelli più delicati, dove statisticamente è più facile che partano le vendite, dove probabilmente i traders hanno piazzato gli stop-loss.

Ciò su cui pongono l’attenzione gli insiders è il volume. Se quando il prezzo tocca i livelli sul quale è lecito aspettarsi vendite pesanti e il volume di scambi rimane basso, allora questo significa che i venditori ancora attivi sono in pochi, viceversa un volume alto indica ancora una forte offerta nel mercato. In quest’ultimo caso si capirebbe che non è ancora il momento per far salire i prezzi, quindi si spinge di nuovo il mercato al ribasso sperando che anche gli ultimi sopravvissuti vendano i propri titoli.

Il test della domanda è l’opposto. Si fa per testare la forza degli acquirenti dopo che gli insiders hanno spinto il prezzo fino al livello che giudicavano corretto per vendere i loro titoli. Quindi anche qui si procede, prima di iniziare il trend ribassista, a portare il prezzo su livelli di acquisto per giudicare, attraverso i volumi, la forza degli acquirenti. Se i volumi sono bassi, allora è tutto apposto e si può portare il prezzo al ribasso, viceversa si ritornerà al rialzo aspettando che anche gli ultimi acquirenti avranno comprato.

Selling Climax & Buying climax

Un’altra importante fase del ciclo economico manipolata e controllata dai market makers è il selling climax. Questo è il momento che segue la fase di distribuzione e preannuncia l’imminente inizio di un trend ribassista. Qui gli insiders hanno venduto tutti i loro titoli e sono ormai pronti a far scendere il prezzo. Questo stadio è caratterizzato da elevata volatilità che crea lunghe candele seguite da doji con lunghe shadows, il tutto accompagnato da alti volumi di negoziazione. Questa formazione si forma a causa della lotta tra gli insiders che spingono il prezzo al ribasso e gli ultimi acquirenti che continuano a comprare. Di solito la formazione di una “stella cadente” è il pattern che anticipa l’inizio vero e proprio del trend orso decretando la vittoria agli insiders ribassisti.

Il buying climax è l’opposto del selling, e formandosi dopo la fase di accumulazione, preannuncia l’inizio di un trend rialzista. I market makers sono alla fine della loro “campagna acquisti”, hanno fatto il pieno di titoli e, quando convinti che la resistenza dei venditori sia finita, muovono il prezzo al rialzo. 

Il mercato non è cambiato da secoli, e forse mai cambierà. Ciò che accadeva nel secolo scorso e in quello ancora prima, accade anche oggi, magari la forma è diversa (online) ma la sostanza rimane sempre invariata. Il ciclo economico che ho descritto sopra tende a ripetersi continuamente, basta solo saperlo leggere e individuare, perché i market makers continueranno a manipolare il mercato, e le persone continueranno ad essere manipolate.

Attenzione, manipolare il mercato non significa che gli insiders hanno il potere di spostare il prezzo dei titoli finanziari a loro piacimento. Essi hanno semplicemente degli strumenti che gli permettono di creare le condizioni necessarie affinché un determinato fenomeno si sviluppi. Creano ad esempio l’ambiente fertile per un trend rialzista o per uno ribassista, gli investitori e i traders fanno tutto il resto. Ricorda però che l’unica cosa che non possono nascondere sono i volumi, questi rivelano ogni movimento di mercato, e saperli leggere correttamente ci fornisce un’arma potentissima.

Pattern Stella Cadente e Martello

Analizziamo ora alcuni dei pattern prezzo più importanti, che associati ai volumi ci forniscono dei segnali operativi straordinari. Iniziamo parlando della “stella cadente,” questa è una candela che segnala debolezza nel mercato e come tale è un pattern che preannuncia l’inizio di un trend ribassista. La sua efficacia aumenta in presenza di altre stelle cadenti (meglio se consecutive) accompagnate da volumi crescenti. Infatti, in questo caso, più i volumi sono alti più è significativa la debolezza del mercato e quindi la probabile inversione ribassista. Se si forma alla fine di un selling climax, probabilmente indica che i market makers sono pronti a far scendere il prezzo. In ogni caso la stella cadente di per sé rimane solo un segnale di debolezza, in quanto tale è meglio aspettare per avere la certezza che il trend stia effettivamente invertendo e che non siamo di fronte solo a una leggera correzione.

Il martello è l’opposto della stella cadente, si forma di solito alla fine di un buying climax e preannuncia l’inizio di un trend rialzista. È formato da una lunga shadow inferiore e da un corto corpo. Indica che in quella seduta c’è stata un’intensa battaglia, ma alla fine i compratori (in questo caso gli insiders) hanno avuto la meglio e che sono pronti a far partire il trend rialzista. Anche qui i volumi giocano un ruolo fondamentale, infatti mentre il martello ci informa che gli acquirenti stanno spingendo, i volumi di dicono quanto è forte questa spinta. Un martello accompagnato da bassi volumi probabilmente preannuncia una semplice correzione rialzista. Un martello con alti volumi indica che la forza degli acquirenti è grande ed è quindi lecito aspettarsi un robusto trend al rialzo.

La potenza della AVP non sta semplicemente nel fatto che ci permette di entrare e uscire dal mercato nel momento migliore, ma ci aiuta anche a capire se è il caso di mantenere la posizione aperta oppure no. Può infatti succedere che durante un trend rialzista si formi una stella cadente, chiaro segnale di debolezza. Cosa fare? Manteniamo la posizione al rialzo aperta o la chiudiamo? Analizzando i volumi troveremo la risposta. Se la stella cadente è accompagnata da bassi volumi, significa che non sono sicuramente i market makers a vendere e che probabilmente quello che si formerà sarà una breve correzione. Al contrario, con volumi superiori alla media, si prevede una brusca inversione, in questo caso quindi è corretto chiudere la posizione.

Pattern Doji e news di mercato

Il pattern doji è un pattern che indica semplicemente incertezza nel mercato, è formato da due lunghe shadows e dalla chiusura sullo stesso livello dell’apertura. Non dice quindi la direzione che prenderà il prezzo, ma questa può essere facilmente dedotta contestualizzando la situazione. Un doji formato alla fine di un trend rialzista potrebbe indicare l’inizio di uno ribassista e viceversa. Nonostante il doji abbia la chiusura sullo stesso livello dell’apertura, e quindi apparentemente sarebbe lecito aspettarsi bassi volumi, tuttavia la lunga distanza che di solito appare tra massimo e minimo di seduta, suggerisce che il mercato abbia lottato molto e quindi si dovrebbero vedere lunghi volumi.

Quindi un doji accompagnato da bassi volumi è segno di un contrasto tra prezzo e volume e quindi segno che qualcosa non va. In questi casi la cosa migliore e semplicemente non fare nulla, infatti i volumi non stanno legittimando il pattern di inversione e quindi è probabile che non succeda nulla.

I volumi devono accompagnare anche le news di mercato. Se ad esempio un’ importante notizia viene pubblicata, osservando i volumi potremo capire se è corretto cavalcarla oppure no. Vale sempre lo stesso discorso, alti volumi significa movimento reale, bassi volumi significa movimento di poco conto. Se l’uscita di una notizia viene accompagnata sia da ampie oscillazioni di mercato e da grandi volumi di negoziazione, significa che è probabile che quella notizia stia vendendo cavalcata anche dagli insiders, quindi noi dobbiamo seguirli. Al contrario, una notizia seguita da bassi volumi si sgonfierà in men che non si dica e il mercato riprenderà a comportarsi come se niente fosse.

Zone di congestione e Breakout

Le fasi di congestione del mercato sono tra le fasi più comuni, come tracciare un supporto e una resistenza in queste situazioni è cosa saputa. Basta tracciare una resistenza sui massimi del canale orizzontale e un supporto sui minimo e il gioco è fatto. Ma unire i segnali forniti dalle rette ai segnali forniti dai volumi innalza la nostra analisi ad un livello superiore.

Ciò che noi stiamo aspettando in una fase di lateralizzazione è sicuramente un breakout. E in qualsiasi direzione esso si sviluppi, per essere considerato reale, deve essere assolutamente accompagnato da alti volumi. Una perforazione con bassi volumi è probabilmente un’altra trappola architettata dagli insiders che può essere letta solo dai traders che applicano la AVP. Anche perché i livelli di congestione vengono spesso perforati e quasi tutte le volte le perforazioni si rivelano essere dei fake. Quindi fate molta attenzione prima di aprire una posizione in seguito ad un breakout, assicuratevi sempre che sia reale.

Come fare ad assicurarsi che il breakout sia reale? A questa domanda non c’è una risposta da dare ne tanto meno delle regole, l’esperienza in questo caso è la migliore amica possibile. Tuttavia ci sono dei fattori che possono farci pensare che la perforazione sia reale o meno. Questi sono:

  • Il prezzo deve aver chiuso nettamente al di fuori della zona di congestione, non ci devono essere dubbi.
  • I volumi sul breakout devono essere molto alti, d’altronde è lecito pensare che per far uscire il prezzo da una zona di congestione gli investitori si siano sforzati molto, e come sappiamo grande sforzo = grandi volumi.
  • I volumi dovrebbero continuare ad essere elevati anche nelle sedute seguenti, questo è un segnale che gli investitori hanno interesse a far continuare il prezzo in quella direzione.

In ogni caso non preoccupatevi di un eventuale pullback verso la congestione, anzi questo è un fatto comune. L’importante è che il pullback non riporti il prezzo all’interno della zona di lateralizzazione e che i volumi durante il pullback sia inferiori a quelli durante la perforazione.

Trendline e tecnica volume sul prezzo

Passiamo a parlare ora delle trendline. Come sapete le trendline sono delle rette tracciate sul grafico del prezzo che servono a delimitare i trend del mercato. Una loro perforazione indica a volte la fine del trend in atto e la probabile inversione di tendenza. Fin qui tutto chiaro, ma se io volessi conoscere la forza del trend, cosa dovrei fare? L’analisi dei volumi aiuta a rispondere a questa domanda.

Anche in questo caso, per validare il trend, i volumi devono essere elevati, o quantomeno crescenti. Ad esempio in un trend rialzista dovremmo assistere a forti volumi nei rialzi e bassi volumi sulle correzioni. Se questa combinazione non viene mantenuta significa che qualcosa non va e che probabilmente gli acquirenti stanno perdendo forza a vantaggio dei venditori. Stessa cosa in un trend ribassista, se i movimenti ribassisti non vengono appoggiati da volumi sopra la media è segno che qualcosa sta accadendo e noi che conosciamo la AVP ce ne possiamo accorgere in tempo. Quindi un trend sano è quello nel quale i volumi sono alti nel movimento principale e bassi nei movimenti di correzione. Un trend che non rispetta questa regola è un trend debole che potrebbe arrestarsi a breve.

La tecnica della quale andrò a parlare adesso è una tecnica relativamente recente e conosciuta ancora da poche persone, ma è allo stesso tempo una tecnica estremamente potente, sto parlando del “volume sul prezzo.” Il volume sul prezzo è un indicatore che a differenza dei volumi classici si trova alla sinistra del grafico e non ai sui piedi. La differenza tra i due volumi non finisce qui, mentre i volumi normali ci dicono quando si sono registrati i differenti scambi, i volumi sul prezzo ci dicono dove. Infatti quest’ultimi ci indicano la quantità dei volumi per ogni livello di prezzo, in questo modo sappiamo ad esempio che sul livello 10 si sono registrati 100.000 scambi, mentre sul livello 8 soltanto 30.000. È evidente quindi che per il mercato il livello 10 è un livello sensibile e come tale è bene tenerlo monitorato poiché probabilmente intorno a quel prezzo si formeranno livelli di supporto o di resistenza.

È importante sottolineare che l’analisi dei volumi sul prezzo (VSP) non è l’alternativa alla tradizionale analisi volume-prezzo (AVP) bensì uno strumento di integrazione e di conferma ulteriore. Come abbiamo detto quindi, lo scopo principale della VSP è identificare, tramite anche l’analisi tradizionale, i livelli di supporto e di resistenza del grafico. Questi vengono facilmente individuati guardando, come nei volumi tradizionali, la lunghezza delle barre che da sinistra partono per arrivare fino al centro del grafico. Barre più lunghe indicano maggiori negoziazioni e quindi la probabile presenza di un’area di prezzo sensibile, dove è facile imbattersi in supporti o resistenze. In questo modo potremo regolare la nostra operatività di conseguenza. Ad esempio, sapendo in anticipo che probabilmente ci imbatteremo in una resistenza sul livello 10, potremo decidere di muoverci in base a questo presupposto.

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