L’euro è salito di circa l’1,5% questo mese secondo i dati Euro Currency Index (EXY), e il sentimento diffuso sui mercati finanziari è che la valuta unica europea potrebbe spingersi ancora più in alto nei prossimi giorni.

La BCE ha infuso un clima di discreta fiducia, con una posizione ferma sui tassi e con alcune revisioni al rialzo della crescita del PIL e delle stime dell’inflazione per il 2019: quanto basta per poter gettare una buona luce sulle potenziali prestazioni dell’area euro, anche se sono numerosi i punti oscuri che non potranno che essere approfonditi nel corso delle prossime settimane.

EUR/USD, cosa ha detto la BCE

La riunione della BCE tenutasi la scorsa settimana ha supportato il buon momento di recente forza dell’euro. Il presidente Mario Draghi e il Consiglio direttivo hanno infatti comunicato una posizione ferma sulla politica monetaria. La banca centrale ha dichiarato infatti che i tassi di interesse di riferimento della BCE rimarranno ai livelli attuali almeno fino alla prima metà del 2020, andando così a spegnere qualsiasi animosità da parte di quei trader che invece si dicevano convinti che la BCE avrebbe abbassato i tassi di interesse di riferimento entro la fine dell’anno, con una probabilità del 47,5% prima del comunicato stampa di giovedì scorso.

La BCE ha inoltre rivelato alcuni dettagli sulla terza tornata di operazioni di rifinanziamento a lungo termine (TLTRO), come ad esempio il fatto che la terza fase dell’offerta di prestiti agevolati, annunciata il 7 marzo, valuterà un premio di 10 punti base sul tasso di riferimento. TLTRO-III avrà inizio a settembre 2019 e durerà fino alla fine del mese di marzo 2021, con scadenza biennale per ogni offerta trimestrale. La BCE afferma che i TLTRO avranno come obiettivo quello did contribuire a preservare le condizioni favorevoli per i prestiti bancari e l’orientamento accomodante della politica monetaria.

Una buona mano di aiuto alle quotazioni dell’euro sono poi arrivate dalle revisioni effettuate dalla stessa BCE, che ha ritoccato al rialzo dello 0,1% la crescita del PIL nel 2019, e le stime di inflazione, all’1,2% e all’1,3%, rispettivamente. Tuttavia, le prospettive a lungo termine sono diventate più opache, con la banca centrale che ha abbassato le sue aspettative per il 2020 all’1,4 per cento, rispetto a un già debole 1,6 per cento, a causa fronte di rischi crescenti per il commercio globale.

Peraltro, si tenga infine conto come l’orientamento solo relativamente accomodante della BCE contrasta con la serie di mosse di altre importanti banche centrali come la RBA, che ha tagliato i tassi all’inizio della scorsa settimana. Nel frattempo, le aspettative del mercato sul fatto che la Federal Reserve allenti la politica monetaria si stanno rapidamente sovrapponendo in risposta alla crescente incertezza sulla politica commerciale degli Stati Uniti con la Cina (mentre sembra essersi chiuso il fronte con il Messico), oltre al peggioramento dei dati economici.

Si noti altresì che in seguito a quanto avvenuto negli ultimi giorni, lo spread tra i Bund tedeschi e il Tesoro americano sembra continuare a crescere. Una condizione che potrebbe stimolare la domanda di euro andando così a incidere sul cambio EURUSD. Tuttavia, bene notare anche come la settimana entrate sia relativamente tranquilla per l’euro, con pochi eventi macro e scarse letture dei dati. Si può comunque inserire nel proprio calendario macro economico l’aggiornamento dell’indice di fiducia degli investitori dell’eurozona per martedì, la produzione industriale dell’area euro di aprile per giovedì e, infine, il discorso di Mario Draghi, con il Presidente della BCE che parlerà a Francoforte mercoledì.

Il dollaro prova la rimonta

D’altro canto, non bisogna sottovalutare del tutto i principali venti contrari all’euro, che includono il rischio che il presidente Powell e i membri della FOMC si sentano troppo in sintonia con le aspettative del mercato, secondo cui la Fed taglierà presto i tassi. Una simile eventualità probabilmente manderà la coppia EURUSD verso il basso. Inoltre, lo yen giapponese potrebbe trovare nuova forza e trascinare la coppia EURJPY verso il basso, nel caso in cui il sentimento del mercato fosse insoddisfacente e si attenui la propensione al rischio derivante dal deterioramento delle prospettive di crescita globale e dalla crescente incertezza derivante dalle guerre commerciali.

Per quanto riguarda l’EURGBP, il governatore del BOE Mark Carney ha dichiarato che i tassi di interesse nel Regno Unito potrebbero salire se l’economia britannica continuerà a proseguire in linea con le prospettive della Banca centrale.

Analisi tecnica EUR / USD 10-14 giugno 2019

Chiudiamo infine con un riferimento all’analisi tecnica EUR / USD 10-14 giugno 2019, ricordando che il cambio aveva chiuso la scorsa settimana poco mosso, con l’euro che scambia nei confronti del dollaro statunitense su livelli simili a quelli della vigilia.

Per quanto attiene l’analisi del trend di breve termine, notiamo che lo scenario dell’euro contro la divisa americana stia rilevando una decisa salita del cross, con obiettivo a 1,137. Nell’ipotesi di correzione fisiologica, il target potrebbe essere visto a quota 1,126. Tra le posizioni ribassiste e quelle rialziste,  viene ritenuta più probabile da parte degli analisti la curva verso l’alto, con prima resistenza a quota 1,137, come anticipato, e seconda resistenza con accelerazione fino a 1,148.

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