Secondo le ultime analisi di Barclays, la Banca Centrale Europea potrebbe proseguire con la riduzione dei tassi d’interesse anche nella seconda metà del 2025, nonostante i recenti segnali di cautela espressi dalla presidente Christine Lagarde.

Primo piano di Christine Lagarde con la bandiera dell'UE alle spalle
Christine Lagarde (immagine generata da IA) – MeteoFinanza.com

Durante la riunione di giugno, la BCE ha ridotto i tassi di riferimento di 25 punti base, motivando la decisione con un rallentamento delle prospettive inflazionistiche.

Tuttavia, Lagarde ha assunto un tono prudente, suggerendo che il ciclo di allentamento potrebbe avvicinarsi alla conclusione, minimizzando anche l’importanza dei livelli di inflazione previsti sotto il target nel 2026, ritenendoli frutto di effetti temporanei legati all’energia e ai tassi di cambio.

  • La BCE ha tagliato i tassi di 25 punti base a giugno
  • Lagarde ha dichiarato che il ciclo di politica monetaria è vicino alla fine
  • Le pressioni inflazionistiche sono viste come transitorie
  • I fattori principali sono i prezzi dell’energia e le fluttuazioni valutarie

Nonostante questa posizione, Barclays prevede altri due tagli da 25 punti base nel corso del 2025, con possibili interventi nelle riunioni di settembre e dicembre. Questo porterebbe il tasso sui depositi all’1,5% entro la fine dell’anno.

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Inflazione in calo: un segnale chiave per le prossime mosse della BCE

A rafforzare l’ipotesi di ulteriori tagli c’è il continuo raffreddamento dell’inflazione. A maggio, l’inflazione complessiva è scesa all’1,9% su base annua, scendendo quindi sotto il target del 2% fissato dalla BCE.

Anche l’inflazione di fondo è rallentata, passando dal 2,7% al 2,3%, mentre i prezzi dei servizi hanno mostrato un calo significativo, in parte legato alla fine degli aumenti stagionali dovuti alle festività.

Secondo il modello previsionale interno di Barclays, l’inflazione continuerà a rimanere al di sotto dell’obiettivo ancora per diverso tempo: si prevede un minimo dell’1,4% all’inizio del 2026, con un progressivo assestamento attorno all’1,7% entro la fine dello stesso anno. Queste stime risultano in linea con le proiezioni ufficiali riviste della BCE.

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Crescita fragile e segnali contrastanti dall’economia europea

Il quadro macroeconomico dell’Eurozona resta complesso. Nel primo trimestre del 2025, il PIL dell’area euro è cresciuto dello 0,6% su base trimestrale. Tuttavia, gran parte di questo incremento è attribuibile all’eccezionale balzo del 9,7% dell’Irlanda, un dato fortemente influenzato dall’attività delle multinazionali e non rappresentativo della domanda interna europea.

  • Crescita del PIL dell’area euro: +0,6% nel primo trimestre
  • Forte distorsione dovuta al PIL dell’Irlanda (+9,7%)
  • Il dato irlandese riflette attività multinazionali, non domanda interna

Eliminando l’effetto irlandese, la crescita reale si ridimensiona allo 0,3%, confermando una tendenza piuttosto debole. In aggiunta, la spinta data dagli acquisti anticipati delle imprese americane — motivati dal timore di futuri dazi — si sta già esaurendo, con effetti visibili sul fronte delle esportazioni.

Anche i dati più recenti relativi ad aprile confermano un raffreddamento del ciclo economico: la produzione industriale è calata in Germania, Francia e Spagna, e solo alcuni comparti altamente volatili hanno sostenuto la crescita degli ordini tedeschi.

I settori dei servizi e del commercio al dettaglio mostrano maggiore stabilità, così come il tasso di disoccupazione, in leggero calo. Tuttavia, Barclays sottolinea che il momentum complessivo rimane debole.

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Le stime di crescita della BCE sono troppo ottimistiche?

Barclays solleva dubbi anche sulle previsioni ufficiali della BCE, che stimano una crescita dello 0,9% nel 2025 e una lieve revisione al ribasso per il 2026.

Secondo gli analisti, queste cifre appaiono troppo ottimistiche, soprattutto considerando le difficoltà strutturali di alcuni Paesi chiave come la Germania, dove riforme fiscali e investimenti infrastrutturali avranno un impatto concreto solo dopo il 2027.

Nonostante l’approccio prudente adottato dalla BCE, Barclays ritiene che i dati attuali — inflazione sotto controllo e ripresa debole — giustifichino ulteriori misure espansive nei prossimi mesi.

Anche in assenza di una guida esplicita da parte della banca centrale, gli elementi macroeconomici sarebbero già sufficienti a sostenere un prolungamento della fase di tagli dei tassi nella seconda metà del 2025.

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