Tesla travolta dalle polemiche: Musk contro Trump, crollano le azioni e allarme Cina

Le azioni Tesla (NASDAQ: TSLA) cercano una difficile risalita dopo il tonfo di ieri a Wall Street, quando il titolo ha perso oltre il 14%, chiudendo a 284,70 dollari. Una batosta che ha bruciato circa 150 miliardi di dollari di capitalizzazione, innescata da uno scontro sempre più acceso tra Elon Musk e Donald Trump.

Nelle ore successive, però, le contrattazioni after-hours hanno registrato un rimbalzo del +6%, alimentato da voci su un tentativo di distensione promosso dalla Casa Bianca.

Tensione Musk-Trump: una frattura con risvolti miliardari

Lo scontro tra i due protagonisti della scena americana ha avuto ripercussioni dirette non solo sul titolo Tesla, ma anche sul destino di contratti governativi da 22 miliardi di dollari legati a SpaceX, ora potenzialmente a rischio.

Secondo quanto riportato da Politico, assistenti presidenziali starebbero cercando un punto d’incontro con Musk per evitare un’escalation pericolosa, consapevoli delle implicazioni economiche e strategiche del conflitto.

• Valore di mercato bruciato in un giorno: circa 150 miliardi di dollari
• Contratti governativi in gioco: 22 miliardi legati a SpaceX
• Tentativi di mediazione avviati dalla Casa Bianca
• Critiche di Musk a Trump e richiesta di impeachment
• Minacce di ritorsione da parte di Trump sui contratti pubblici

La miccia è esplosa pochi giorni dopo l’annuncio di Musk di prendere le distanze dall’amministrazione Trump. In seguito, l’imprenditore ha criticato apertamente una proposta di legge repubblicana, arrivando persino a chiedere l’impeachment dell’ex presidente e accusandolo di insabbiare informazioni compromettenti su Jeffrey Epstein.

La reazione di Trump è stata immediata: minaccia di tagliare i rapporti con tutte le attività legate al magnate sudafricano.

Secondo l’analista Daniel Ives di Wedbush, da sempre vicino alla visione di Musk, “questa rottura rappresenta un evento dirompente per gli investitori, preoccupati che l’inversione di tendenza nell’alleanza tra i due possa compromettere il futuro normativo della guida autonoma sotto una nuova amministrazione Trump”.

Tuttavia, Ives continua a vedere Tesla con occhi positivi, mantenendo il target price a 350 dollari e una raccomandazione ‘outperform’.

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Goldman Sachs taglia le stime: consegne in calo, margini sotto pressione

Diversa la posizione di Goldman Sachs, che ha rivisto al ribasso il proprio target price da 295 a 285 dollari, mantenendo una posizione neutrale. A pesare sulle nuove valutazioni sono le deludenti performance commerciali nei principali mercati.

Negli Stati Uniti, le consegne di veicoli da inizio trimestre a maggio sono diminuite del 15% rispetto all’anno precedente. Il trend è ancora più preoccupante in Europa, con un crollo del 50% ad aprile e un ulteriore calo del 20% a maggio.

In Cina, la situazione appare meno negativa, con dati che mostrano una stabilità sequenziale, ma comunque un -20% rispetto al 2024.

Le nuove stime di Goldman indicano che le consegne del secondo trimestre si attesteranno tra 335.000 e 395.000 unità, con uno scenario base di 365.000, ben al di sotto del consenso di mercato (417.000) e della precedente previsione della banca (410.000).

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Produzione, incentivi e Cina: le prossime sfide per Tesla

Nonostante le difficoltà operative, Tesla resta un colosso con 95,7 miliardi di dollari di ricavi annuali e una capitalizzazione di mercato vicina ai 917 miliardi. Ma per mantenere la propria leadership, dovrà affrontare sfide complesse su più fronti.

• Rallentamento delle consegne in USA, Europa e Cina
• Inclusione della Model 3 e Model Y in incentivi rurali in Cina
• Strategia di integrazione verticale nella produzione di batterie
• Obiettivo: ridurre la dipendenza da fornitori cinesi
• Pressioni geopolitiche e limiti logistici ancora presenti

Nel tentativo di stimolare le vendite in Asia, Model 3 e Model Y sono state inserite in una campagna promossa dal governo cinese per incentivare gli acquisti nelle aree rurali.

Un’azione mirata che sottolinea l’importanza del mercato cinese per Tesla, anche se l’azienda è sempre più impegnata a ridurre la propria dipendenza dalle forniture locali, attraverso una strategia di integrazione verticale nella produzione di batterie.

Questa scelta industriale, pur rappresentando un elemento di vantaggio competitivo a lungo termine, non risolve nell’immediato le tensioni geopolitiche e i limiti logistici che condizionano la produzione globale.

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