INDICE FTSE MIB CONSOLIDA OLTRE AREA 21.000 PUNTI METTENDO NEL MIRINO NUOVI MASSIMI DI PERIODO

Terza chiusura settimanale oltre la soglia dei 21.000 punti per l’ indice Ftse Mib, che ha archiviato la scorsa ottava con un bilancio che ha messo in luce un rialzo dell’1%, grazie al close di Venerdì 29 Marzo a quota 21.210 punti ( 0,97% ).

Le quotazioni del listino delle Blue Chips hanno toccato un minimo a 5 sedute a quota 20.925 punti, nel corso della prima parte della settimana, per poi spingersi fino ad un top a circa 21.425 punti. Poco mosso lo Spread tra Btp-Bund, che ha terminato l’ ultima seduta del mese di Marzo in area 255 punti base, con il rendimento del Btp decennale al 2,48%.

LE NOTIZIE ED I DATI MACRO PIU’ RILEVANTI PER L’ INDICE FTSE MIB

Piazza Affari, al pari delle principali borse mondiali ha beneficiato del clima più disteso nei colloqui tra Stati Uniti e Cina per trovare un accordo sui reciproci dazi.
Andamento dell’ indice Ftse Mib rallentato dal calo della fiducia dei consumatori italiani, che secondo le stime ISTAT, a Marzo, è scesa a 111,2 punti dai 112,4 punti di Febbraio, mentre gli analisti si aspettavano un lieve miglioramento a 112,4 punti. La suddetta lettura è stata la più bassa da Agosto2017, condizionata non solo dalla situazione interna, ma anche da quella internazionale. In recupero, invece, la lettura relativa al sentiment economico, aumentata a 99,2 punti dai 98,2 punti di Febbraio.

L’indice di fiducia delle imprese è tornato a crescere per la prima volta da Giugno 2018, mentre nuovi cali si sono registrati per la componente manifatturiera, scesa a 100,8 punti dai 101,6 punti del mese precedente. Deluse le aspettative degli analisti, che invece avevano indicato un risultato pari a 101,4 punti. Secondo i dettagli diffusi dall’ istituto di statistica nazionale il miglioramento ha coinvolto il settore dei servizi e delle costruzioni, mentre per il comparto manifatturiero si è trattato del livello più basso degli ultimi quattro anni. La fiducia nel settore dei servizi è infatti aumentata a 100,1 punti dai 98,3 punti precedenti; mentre quella relativa alle costruzioni è aumentata da 135,5 punti a 140,3 punti. Stabile a 105,5 punti il dato sul commercio al dettaglio.

Sempre a cura dell’ ISTAT è stata resa nota la stima preliminare dell’ indice NIC dei prezzi al consumo di Marzo, che ha evidenziato un incremento dello 0,3% su base mensile e +1% su base annua, come da attese degli analisti.

La lettura finale di Febbraio si era invece assestata a +0,1% m/m e +1% a/a. Da ulteriori dettagli contenuti nel report è inoltre emerso che i prezzi dei beni energetici non regolamentati sono aumentati da +0,8% a +3,3%, in contrapposizione alla frenata dei prezzi dei beni alimentari non lavorati, passati da +3,7% a +2%. La componente relativa ai trasporti ha rallentato da +0,9% a +0,4%, mentre quella relativa ai tabacchi ha segnato il passo, da +4,5% a +4%.

Su base congiunturale, l’ indice generale ha beneficiato dell’ incremento dei prezzi dei beni energetici non regolamentati ( +1,6% ), dei tabacchi ( +1,3% ) e dei Servizi relativi ai trasporti ( +1,2% ), solo in parte controbilanciato dalla contrazione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati ( -1,5% ).

La stima relativa alla cosiddetta “ inflazione di fondo “, al netto di energetici e beni alimentari freschi, ha invece evidenziato un lieve incremento a +0,5% da +0,4%, mentre la lettura filtrata dei soli beni energetici è rimasta stabile a +0,7%.

L’inflazione acquisita per il 2019 si è portata +0,4% per l’indice generale, mentre è assestata a zero componente di fondo.

Sempre secondo l’ ISTAT, invece, l’ indice armonizzato dei prezzi al consumo IPCA, nella stima preliminare di Marzo ha fatto registrare un progresso del 2,3% sul mese precedente, ed un incremento dell’1,1% su base annua. La lettura finale di Febbraio aveva invece rivelato -0,3% congiunturale e +1,1% tendenziale. Va precisato che il forte incremento congiunturale è in gran parte dovuto alla fine dei saldi invernali di abbigliamento e calzature, di cui l’ indice NIC non tiene conto.

In calo dello 0,2% a Febbraio, i prezzi alla produzione dell’ industria sul mercato interno, scesi dello 0,2% rispetto a Gennaio, mentre su base annua, ovvero rispetto a Febbraio 2018 è stato registrato un incremento del 3,9%. La suddetta lettura, al netto del comparto energetico, ha invece rivelato un calo dello 0,1% su base mensile ed un incremento dello 0,8% in termini tendenziali.

Sul mercato estero, invece, i prezzi alla produzione dell’ industria sono aumentati dello 0,1% in termini congiunturali ( +0,1% sia per l’area euro che extra-euro ); mentre su base annua si è registrato un incremento dello 0,7% ( +0,5% per l’area euro e +0,9% è per l’area extra-euro ).

A livello trimestrale, nel periodo Dicembre 2018-Febbraio 2019, il saldo dei prezzi alla produzione dell’ industria è aumentato dello 0,5%. Mentre sullo stesso trimestre dell’ anno precedente, sono sono emersi un calo dello 0,6% sul mercato interno ed una contrazione dello 0,4% su quello estero.

A livello settoriale gli aumenti più marcati , su base tendenziale, si sono registrati nella fabbricazione di prodotti petroliferi raffinati ( +3,8% per il mercato interno e +5,2% per il mercato estero nell’area euro ) e nell’ industria chimica sul mercato estero area extra-euro ( +3,5% ).

Per l’ indicatore dei prezzi alla produzione delle costruzioni per gli edifici residenziali, a Febbraio, si è stimato una contrazione dello 0,3% su base mensile ed una lettura invariata su base annua.

I prezzi alla produzione dei servizi, nel quarto trimestre 2018 hanno invece rivelato un incremento dell’1% sul trimestre precedente e del 2,2% su base annua. Dai dettagli è inoltre emerso che l’ aumento tendenziale più marcato si è registrato nel settore marittimo e costiero ( +9,5% ), mentre l’ unico rallentamento ha riguardato il settore per i servizi di telecomunicazione ( -1,8% ).

L’ ISTAT ha comunicato che il saldo italiano del commercio estero extra-europeo, a Febbraio, ha evidenziato un surplus di 2,162 miliardi di euro, in miglioramento rispetto ai +1,975 miliardi di euro dello stesso periodo del 2018. L’ export sempre nello stesso mese in esame ha fatto registrare un incremento del 6,1%, mentre le importazioni sono aumentate del 5,6%. La precedente stima mensile, invece, aveva evidenziato un disavanzo di 586 milioni di euro, contro i -526 milioni di euro di Gennaio 2018.

VISIONE TECNICA DI BREVE-MEDIO PERIODO SULL’ INDICE FTSE MIB

Il ritorno in chiusura settimanale oltre area 20.000 punti ha cambiato il sentiment di breve-medio periodo dell’ indice Ftse Mib, ritornato ad essere rialzista, ed aprendo la strada a nuovi massimi di periodo, in prossimità di area 21.500 punti.

Il principale listino azionario milanese, soltanto lo scorso Maggio, aveva rotto al rialzo la forte resistenza tecnica rappresentata da area 24.000 punti e si era riportato su valori che non erano stati più toccati dal 2009, volando fino ad un massimo oltre area 24.500 punti. Il movimento di accumulo che si era verificato in area 22.000-22.500 punti aveva consentito al principale indice italiano di caricarsi come una molla e di schizzare verso l’alto, sfondando il forte ostacolo appena citato, che a Gennaio 2018, in prima battuta, aveva respinto verso il basso le quotazioni.

Il quadro rialzista di fondo in costruzione ( +53% ) dai minimi di Novembre 2016 a ridosso dei 16.000 punti, fino ai massimi in area 24.500 punti), con la discesa al disotto del supporto in area 21.500-21.400 punti, invece, si era decisamente deteriorato.

Dopo aver rotto al ribasso anche il sostegno di medio periodo, in area 21.000-20.800 punti in chiusura settimanale, il Ftse Mib aveva mandato definitivamente in cantina la pista rialzista di medio-lungo periodo che, dopo aver centrato il primo obiettivo posto in area in area 24.500, aveva messo nel mirino anche il target successivo, individuato in area 25.000 punti. La chiusura d’ottava sotto il supporto di breve-medio ( 21.000-20.800 punti ) aveva contribuito a centrare un primo target ribassista in area 20.000 ed il successivo obiettivo in area 19.000-18.500 punti.

La successiva discesa sotto l’ importante soglia tecnica e psicologica rappresentata da area 19.000-18.500 punti aveva invece prodotto un ulteriore affondo sui minimi a due anni, a quota 17.914 punti. Sul brevissimo, il recupero oltre area 19.000 punti ha spianato la strada al recupero di area 20.500-20.800, ma tuttavia per scacciare in maniera quasi definitiva uno scenario nuovamente ribassista, si renderà necessario superare stabilmente area 21.000 punti, per poi puntare ad allungo in area 22.000-22.500 punti.

CONSIGLI DI TRADING SULL’ INDICE FTSE MIB

Buona la performance settimanale realizzata dal nostro trading system con sottostante l’ indice Ftse Mib, che ha centrato i 2 obiettivi della strategia rialzista Intraday ed i 2 target price della strategia ribassista Intraday.

La strategia rialzista prevede l’apertura di posizioni Long nel caso in cui si registri una chiusura oltre quota 21.340 punti in chiusura oraria, Target Price attesi in area e 21.420 e 21.550 punti; Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 21.210 punti. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si registri una chiusura oraria o giornaliera superiore a 21.550 punti, per sfruttare possibili allunghi in area 21.635 e 21.720 punti; Stop Loss in caso di ritorno sotto 21.285 punti in chiusura di candela oraria. Ancora una volta arricchiamo il nostro Trading System con una terza serie di operazioni sulla forza, attivate in seguito ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 21.720 punti, e che prevedono Target Price prima a 21.810 punti e successivamente a 21.935 punti, estesi a 22.075 punti; Stop Loss in caso di ritorno sotto 21.550 punti in chiusura di candela oraria o giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di eventuale affondo in area 20.455 punti, per cercare di sfruttare possibili rimbalzi in prima battuta a 20.650 e successivamente a 20.785 punti, estesi a 20.920 punti; Stop Loss in caso di eventuali discese sotto 20.250 punti in chiusura di candela oraria o giornaliera.

La strategia ribassista, invece, consiglia di aprire posizioni Short nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 21.210 punti, con obiettivi attesi a 21.130 e 20.995 punti; Stop Loss in caso di chiusura oraria maggiore di 21.340 punti. Mantenere la posizione ribassista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera minore di 20.995 punti, per cercare di anticipare possibili discese, prima a 20.920 punti e successivamente a 20.860 punti; Stop Loss in caso di ritorno oltre 21.210 punti in chiusura di candela oraria.

Ed ancora Short con la perdita di quota 20.860 punti in close orario, per sfruttare la pressione ribassista fino a 20.785 e 20.650 punti, con possibili estensioni al ribasso fino a 20.445 punti; Stop Loss in caso di close orario maggiore di 21.070 punti. Suggeriti vendite speculative in caso di allungo in area 22.075 punti, per cercare di sfruttare possibili pull-back di prezzo, prima a 21.935 punti e successivamente a 21.720 punti, estesi a 21.550 punti; Stop Loss in caso di chiusura oraria o giornaliera maggiore di 22.300 punti.

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