In una settimana molto vibrante, caratterizzata dal consueto effetto dei casi di nuovo coronavirus, e dalla vigilia delle elezioni presidenziali USA, l’indice FTSE MIB parte male, con un calo dell’1,3% a 18.970 punti. Sul listino principale tutti i titoli hanno segno negativo, con la sola eccezione di Diasorin (+ 2,71%), Telecom Italia (+ 0,82%) e Inwit (+ 0,55%).

Il passo negativo di Piazza Affari è comunque più contenuto rispetto a quello dell’esordio dell’apertura odierna, e sembra essere la prevedibile evoluzione dei giorni scorsi. I mercati stanno infatti tenendo conto dell’inasprimento delle misure decise dal governo per cercare di fermare la nuova ondata di contagi: tutto ciò potrebbe determinare un forte freno al tentativo di ripresa economica, gettando nuove ombre sulle tenui luci che si erano sviluppate nel corso degli ultimi mesi.

Non sorprende dunque che il principale indice di Piazza Affari si stia assestando in territorio negativo al di sopra dei minimi. Non si arresta nemmeno il calo del greggio (Wti -3,41 a 38,48 dollari al barile), proprio a causa della nuova ondata di coronavirus, e per i timori di un blocco totale delle attività nei vari Paesi, dove la situazione è ancora più grave che in Italia (si pensi alla Francia).

A pagarne le conseguenze sono proprio i titoli del settore e, dunque, in tal frangente non stupisce nemmeno il flop di Tenaris (-3,45%), Saipem (-3,13%) Eni (-2,47%). A segnare i tempi è anche la controtendenza, già accennata, dei settori che potrebbero trarre potenziale vantaggio, come il farmaceutico Diasorin e i TLC Inwit e Tim.

Il calo dello spread tra Btp e Bund a 127,6 punti non arresta le vendite che colpiscono il comparto bancario. Cedono dunque quasi il 2% Bper, Banco Bpm e Unicredit, mentre fa poco meglio Intesa Sanpaolo, che perde l’1,42% e Mps, che perde l’1,28%.

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