Il crollo di Strategy (MSTR), l’avvertimento di un possibile sell-off del suo enorme patrimonio in Bitcoin e le tensioni sul mercato crypto stanno definendo una fase cruciale per BTC e per gli investitori istituzionali.

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Strategy (MSTR) affonda dell’11% 

Strategy Inc (MSTR) ha chiuso la seduta del 1° dicembre 2025 con un tonfo dell’11%, fermandosi a 157,81 dollari. Il calo non è un episodio isolato, ma la prosecuzione di una correzione che da settimane travolge il titolo in parallelo con la debolezza di Bitcoin e un sentiment macro deteriorato. L’azienda sta affrontando una pressione crescente da parte degli investitori, sempre più preoccupati per la copertura dei dividendi e per il massiccio indebitamento della società.

Per arginare il rischio di dover liquidare parte del suo patrimonio in BTC, Strategy ha annunciato la creazione di una riserva di cassa da 1,44 miliardi di dollari, generata tramite un’offerta di azioni. L’obiettivo è mantenere coperti per almeno un anno i dividendi sulle azioni privilegiate, con il progetto di estendere la copertura a due anni. Nonostante le contromisure, il titolo ha perso oltre il 40% rispetto ai massimi di ottobre, replicando la flessione di Bitcoin dal picco di novembre.

Il CEO conferma: possibile vendita di Bitcoin

A gettare ulteriore benzina sul fuoco è stato l’intervento del CEO Phong Le, che ha ammesso pubblicamente la possibilità, fino a ieri impensabile, di dover vendere parte dell’enorme tesoro di BTC della società, oggi valutato 59 miliardi di dollari.  

Nonostante l’azienda abbia appena comprato altri 130 BTC da 11,7 milioni di dollari, Phong Le ha chiarito che la priorità assoluta è mantenere la capacità di pagare dividendi “in perpetuo”.

Secondo il CEO, se la capitalizzazione di mercato di Strategy dovesse scendere sotto il valore dei Bitcoin detenuti, la società potrebbe essere costretta a liquidarne una quota. La decisione, ha spiegato, è un conflitto tra “lato matematico”, che impone la vendita in situazioni critiche, e lato emotivo, che rifiuta l’idea di diventare la prima grande entità corporate a scaricare Bitcoin sul mercato. Al momento, però, la matematica sembra prevalere.

Strategy sta anche valutando un cambiamento strategico storico, iniziare a prestare parte dei suoi Bitcoin, rompendo l’approccio ultra-rigido del semplice buy-and-hold che Michael Saylor aveva imposto nel 2020, quando trasformò l’azienda da software house a proxy finanziario su BTC.

Il modello MSTR è in crisi

Il business di Strategy è oggi un riflesso amplificato di Bitcoin. Questo effetto leva ha permesso in passato performance stratosferiche, con il titolo che ha guadagnato oltre il 3.500% al picco, ma ora la situazione si sta ribaltando. Il mNAV, che misura il rapporto tra valore aziendale e valore dei BTC detenuti, è sceso a 1,17, pericolosamente vicino allo zero. Un eventuale inversione negativa potrebbe far precipitare il titolo nella categoria “zombie stock”, aumentando la probabilità di una vendita forzata del patrimonio in Bitcoin.

Le previsioni sugli utili mostrano un’incertezza estrema, a seconda del prezzo di Bitcoin, Strategy potrebbe registrare da 7 miliardi di dollari di perdita fino a 9,5 miliardi di dollari di profitto, con un range simile anche nel risultato netto. Questo caos contabile è dovuto all’obbligo di registrare trimestralmente BTC al valore di mercato.

Bitcoin tenta il breakout

Nel frattempo, Bitcoin sta provando a invertire la tendenza dopo settimane di debolezza. Il prezzo è risalito fino all’area dei 93.300 dollari e un pattern inverso head-and-shoulders sul grafico a 12 ore suggerisce un possibile rally superiore al 15%. I dati on-chain sono incoraggianti, il 3 dicembre le riserve sugli exchange hanno visto un massiccio deflusso di 18.721 BTC, un’inversione netta rispetto agli afflussi del 27 novembre. In totale, lo shift è di oltre 22.000 BTC a favore dei compratori.

Ma il rimbalzo non è ancora “sano”, l’aumento della domanda proviene soprattutto dai possessori a breve termine, cresciuti dell’1,6% in pochi giorni. Sono trader reattivi e psicologicamente instabili, primi a vendere al minimo segnale di debolezza. I possessori a lungo termine,  invece, continuano a ridurre l’esposizione da 14 giorni consecutivi, lasciando il breakout vulnerabile.

La conferma tecnica richiede una chiusura sopra 93.200 dollari. I target successivi sono 96.600, 99.800 e 104.000 dollari, con estensione massima a 108.300 dollari. Una rottura sotto 90.400 dollari rallenterebbe il trend, mentre una caduta sotto 80.500 dollari invaliderebbe completamente la struttura.

Il ruolo di Bitcoin Hyper

Mentre il prezzo di Bitcoin mostra segnali di recupero, emergono anche modelli alternativi come Bitcoin Hyper, una delle innovazioni più rilevanti del 2025. Si tratta di una Layer 2 realmente funzionale per Bitcoin, basata sulla Solana Virtual Machine, che consente transazioni rapide e a basso costo, staking, interazioni con la DeFi e utilizzo di dApp appartenenti all’ecosistema Solana.

Bitcoin Hyper trasforma BTC in un asset operativo, utilizzabile quasi in tempo reale per scambi , prestiti, NFT e protocolli decentralizzati. Il token nativo $HYPER è al centro dell’ecosistema, ed è utilizzato per le commissioni, per la governance, accesso a DAO esclusive e per lo staking con rendimento annuo del 40%

La prevendita del token ha già superato i 28,9 milioni di dollari, con un prezzo per $HYPER di 0,013375 dollari, e aumenti programmati nelle fasi successive. L’arrivo del DEX entro fine anno renderà l’intero sistema pienamente autosufficiente, offrendo agli utenti un’esperienza Bitcoin potenziata e immediatamente programmabile.

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