Domino’s Pizza Group, uno dei principali protagonisti del food delivery nel Regno Unito, finisce sotto la lente di UBS. La banca d’affari ha rivisto al ribasso la raccomandazione sul titolo, passando da acquisto a neutrale, riducendo inoltre il prezzo obiettivo da 270p a 190p. Una scelta motivata da un rallentamento nella crescita, dall’assenza di catalizzatori significativi nel breve periodo e da un clima macroeconomico britannico più debole rispetto alle attese.

Secondo UBS, Domino’s resta comunque un’azienda con fondamenta solide e con un modello di business vincente, grazie alla forza della piattaforma digitale, alla rapidità delle consegne e alla struttura efficiente del franchising.
Tuttavia, la domanda dei consumatori sta mostrando segnali di indebolimento, impattando sulle vendite comparabili e rallentando l’espansione della rete dei punti vendita. L’obiettivo aziendale di raggiungere 1.600 negozi viene ora posticipato oltre l’anno fiscale 2028.
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Un ulteriore elemento che ha aumentato l’incertezza è la doppia uscita del CEO e del CFO, accompagnata dal rinvio dell’investor day, un evento atteso dagli investitori per avere chiarezza sulla strategia futura del gruppo. Questo ha generato dubbi sulla direzione che l’azienda potrà intraprendere nel breve periodo.
UBS ha così rivisto le proprie stime: i ricavi per gli esercizi 2026 e 2027 sono stati tagliati dell’1%, mentre l’EBITDA è stato limato dell’1% per il 2026 e del 3% per il 2027. Anche EBIT e utile per azione sono stati corretti al ribasso, con una revisione compresa tra il 2% e il 4%. Le prospettive aggiornate riflettono un’espansione più lenta e margini sotto pressione.
Il recente ingresso dell’azienda nel segmento del pollo viene giudicato interessante ma marginale nel breve termine, poiché si tratta ancora di una fase iniziale, con potenziali benefici solo nel medio-lungo periodo.
Sul fronte finanziario, la capacità di investimento rimane limitata: Domino’s prevede per il 2026 un aumento dei costi per l’apertura di un quinto centro di approvvigionamento, lasciando solo circa 55 milioni di sterline disponibili per eventuali acquisizioni o buyback. Con un rapporto debito netto/EBITDA atteso a 2,1x, il gruppo potrebbe essere costretto a scegliere tra continuare il piano di riacquisto azionario o puntare su un nuovo marchio. I covenant, infatti, fissano a 3,0x il tetto massimo della leva finanziaria.
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Gli esperti di UBS hanno inoltre adattato i parametri di valutazione al nuovo contesto, aumentando il beta da 1,1x a 1,3x per riflettere un rischio più elevato, con conseguente innalzamento del WACC al 10,7%. Il target price è stato così rivisto al ribasso, mentre il titolo ora tratta a 9,2 volte gli utili attesi, con uno sconto del 45% rispetto alla media storica. Tuttavia, la mancanza di segnali di crescita immediata rende improbabile una rivalutazione nel breve termine.
Nonostante il downgrade, UBS evidenzia alcuni elementi positivi: i dati sulle transazioni mostrano un buon avvio del quarto trimestre e Domino’s continua a guadagnare quote di mercato nel delivery, soprattutto grazie al forte coinvolgimento digitale tramite app, come confermato dalle metriche di UBS Evidence Lab.
Per un vero cambio di passo, secondo UBS, servirà un segnale chiaro: la nomina di un nuovo CEO capace di rilanciare la strategia, un’accelerazione nelle aperture dei punti vendita o un nuovo piano industriale convincente durante l’investor day rimandato.
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