
Il broker Jefferies lancia un segnale forte su Banca Monte dei Paschi di Siena: rating Buy e target price a 9,30 €, con uno scenario ottimistico che lo può spingere sino a 10,10 €, ovvero più del 30% sopra le quotazioni attuali.
Ma ciò che colpisce di più è il dividendo stimato: fino al 14,2% nel 2028.
Vediamo cosa c’è dietro queste stime ambiziose — e se valgono davvero un’occasione d’acquisto.
Indice
Perché Jefferies punta su MPS
Secondo il report, il mercato ancora non valorizza appieno le sinergie che emergerebbero dall’integrazione con Mediobanca, operazione su cui MPS conta molto. Jefferies aggiusta il suo utile per azione (EPS) a 0,87 €/azione nel 2027 e 0,95 €/azione nel 2028, +7-11% rispetto al consenso attuale.
L’argomento principale? Il dividendo: per il bilancio 2027, Jefferies ipotizza un dividendo di 0,91 €/azione (yield ~12,5 %), mentre per il 2028 arriva a 1,03 €/azione, con un rendimento potenziale del 14,2%.
Inoltre, la banca senese può contare su un buffer patrimoniale tra i più robusti in Europa: secondo Jefferies, ciò lascia ampi margini per una distribuzione elevata di capitale. Il multiplo prezzo/utile (P/E) stimato scenderebbe da ~9,7× nel 2026 a ~7,7× nel 2028, il che rende il titolo più “ingombrabile” per chi cerca esposizione a prezzi contenuti.
Il target price e il potenziale rialzo
- Target base: 9,30 €, +30,7% rispetto al prezzo corrente (7,114 €)
- Scenario ottimista: 10,10 € — spinto da condizioni favorevoli come un Euribor più alto, costi/ricavi ottimizzati, leve elevate sul ROTE e sul costo del capitale
In pratica, Jefferies ritiene che l’azione MPS abbia un margine significativo di apprezzamento, se le variabili chiave si allineano positivamente.
Sinergie: sfida e opportunità
L’integrazione MPS-Mediobanca ha un ruolo cruciale in questo scenario. Jefferies prevede sinergie totali per 700 milioni di euro, suddivise in:
- 300 milioni di risparmi sui costi
- 300 milioni in maggiori ricavi
- 100 milioni in ottimizzazione del funding
Sebbene il mercato guardi con scetticismo alla realizzazione di questi numeri, Jefferies ritiene che siano credibili. L’analisi segnala che circa 350 milioni di costi dell’attività di MPS sono sovrapponibili con Mediobanca (CIB, Wealth Management, Consumer, funzioni centrali). Se una larga fetta di questi potrà essere razionalizzata nei prossimi 3 anni, l’obiettivo diventa realizzabile.
Da parte sua, Mediobanca ha margini operativi più efficienti: nella divisione Corporate Investment Banking, genera 1,8 € di commissioni per 100 € di prestiti, contro 1,2 € per MPS — la trasmissione di questa efficienza verso la clientela MPS potrebbe produrre 320 milioni di ricavi incrementali.
Nel segmento consumer, MPS è ancora poco penetrata: l’expertise Mediobanca nel consumer banking potrebbe portare benefici, con un upside potenziale nei ricavi futuri.
Infine, sul fronte funding, Jefferies stima un risparmio di 100 milioni ottimizzando i requisiti MREL e riducendo la liquidità in eccesso.
Va detto: a breve termine, l’apprezzamento di Mediobanca rispetto a MPS potrebbe generare diluizione agli utili (EPS) e al net asset value, ma la visione è chiaramente rivolta al medio-lungo termine.
Le «golden ticket» fiscali: le DTA
Un elemento spesso poco considerato è la valorizzazione delle imposte differite attive (DTA). A giugno 2025, MPS aveva 2,6 miliardi di DTA in bilancio e 1,3 miliardi fuori bilancio legati a tax loss carry forward. Jefferies ipotizza che, con l’acquisizione di Mediobanca, queste DTA possano salire a 3,9 miliardi — senza impatto negativo sul capitale della banca.
Tra il Q3 2025 e la fine del 2028, MPS potrebbe utilizzare 1,6 miliardi di queste DTA, con un effetto positivo sul capitale di 190 punti base. Oltre il 2028, altri 160 punti base potrebbero essere registrati: tutto ciò contribuisce a sostenere il ratio CET1 anche con un payout al 100%.
Capitalizzazione e solidità
Jefferies proietta un CET1 al 17,5% nel 2028, il che implica un capitale in eccesso stimato almeno in 3,3 miliardi.
In più, c’è un fattore potenziale “bonus”: la partecipazione del 13% di Mediobanca in Generali potrebbe portare ulteriori 0,5 miliardi al capitale (in uno scenario cosiddetto “Danish Compromise”).
In sintesi: una posizione patrimoniale solida che supporterebbe la generosità dei dividendi e un eventuale rialzo delle stime di consenso su MPS.
Considerazioni finali
Questo report di Jefferies presenta MPS come un titolo ad alto potenziale: non solo per il dividendo straordinario (fino al 14,2%) ma anche per il possibile apprezzamento del 30 % circa, se tutte le condizioni concorreranno positivamente.
Detto questo, ci sono rischi da tenere d’occhio:
- Le sinergie stimate (700 milioni) sono aggressive e potrebbero richiedere tempo per essere realizzate.
- L’impatto iniziale di diluizione (EPS, NAV) non è trascurabile.
- Le assunzioni macro (Euribor, costi, funding) sono variabili che potrebbero deviare dal percorso ottimistico.
- Il mercato potrebbe richiedere una dimostrazione concreta dei primi risultati prima di prezzare pienamente l’equity in alto.
Se vuoi, posso preparare un’analisi comparata con altri titoli bancari italiani / europei (in termini di rendimento, rischio, valutazione) per vedere se MPS emerge realmente come “affare” nel panorama attuale. Vuoi che faccia questo confronto per te?
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