Il crollo di Bitcoin sotto i 90.000 dollari riaccende i timori di un nuovo ciclo ribassista. Indicatori tecnici, sentiment e dati on-chain mostrano un quadro incerto per trader e investitori.

Indice
Death Cross su Bitcoin
Bitcoin ha registrato un forte deterioramento tecnico formando una death cross, con la media mobile di breve periodo (MA 50 giorni) che ha incrociato al ribasso quella di lungo periodo (MA 200 giorni). Il prezzo è sceso fino a 89.250 dollari, segnando un calo del 6% nelle ultime 24 ore e del 13% nell’ultima settimana.

Rispetto al massimo storico di 126.000 dollari toccato il 6 ottobre 2025, BTC ha perso quasi il 30%. Questo pattern ricorda da vicino quello del 2022, quando una death cross simile anticipò un lungo mercato ribassista. Nonostante negli ultimi anni tale segnale abbia talvolta identificato minimi locali, la rapidità del crollo attuale ricorda la struttura negativa del 2022.
Un altro elemento di debolezza è il fatto che Bitcoin sia sceso sotto la MVRV price di 98.650 dollari, entrando in una zona tecnicamente considerata sottovalutata ma spesso associata a ulteriori ribassi. L’analista Ali Martinez individua tre livelli critici di possibile discesa successiva, 75.740, 56.160 e 52.820 dollari, valori collegati a deviazioni statistiche e prezzi realizzati che in passato hanno segnato i minimi dei cicli.
Dominance in calo ma niente altseason
Il calo della dominance di Bitcoin dal 61,4% al 58,9% potrebbe far pensare a una rotazione verso le altcoin, ma i dati confutano questa ipotesi. Ethereum, Cardano, Dogecoin e Solana hanno infatti registrato perdite ancora più marcate rispetto a BTC, indicando che non siamo ancora in presenza di un’altseason.
Secondo diversi analisti il mercato sta attraversando una fase di riduzione della leva finanziaria, cioè uno smaltimento dell’eccesso di posizioni a leva accumulate nei mesi precedenti. Anche i dati on-chain confermano questa lettura, le principali chain lavorano a pieno ritmo senza mostrare i picchi di congestione o l’aumento delle commissioni che solitamente accompagnano i periodi di forte speculazione sulle altcoin.
Perfino il rapporto ETH/BTC si è mantenuto relativamente stabile, suggerendo un mercato più attendista che direzionale. Finché Bitcoin ed Ethereum non troveranno un’area di consolidamento più solida, è improbabile che il mercato si sposti verso asset più rischiosi.
Zone di acquisto e sentiment estremo
Il drastico calo ha spinto numerosi asset in quella che si definisce “extreme pain zone”. Cardano registra ritorni medi negativi del 19,7%, collocandosi in una zona di acquisto estrema.
Seguono Chainlink con -16,8% ed Ethereum con -15,4%. Bitcoin, con un calo medio dell’11,5%, si trova invece in una “Good Buy Zone”, una condizione in cui l’acquisto può rivelarsi statisticamente favorevole, dato che la maggior parte dei trader si trova in forte perdita.
Parallelamente è esploso il pessimismo sui social, con molti utenti che ora prevedono scenari compresi tra i 65.000 e gli 80.000 dollari, mentre poche settimane fa dominavano previsioni sopra i 130.000 dollari. Nella storia di Bitcoin, però, fasi di pessimismo diffuso hanno spesso anticipato opportunità di mercato. Dal 2017 a oggi BTC ha vissuto più di dieci ribassi superiori al 25%, ognuno dei quali è stato seguito da nuovi massimi. JPMorgan ha riaffermato la sua stima che vede 160.000 dollari per BTC entro i prossimi 12 mesi, rapportando la sua capitalizzazione a quella dell’oro detenuto da privati.
$HYPER: la layer2 che espande i confini di BTC
In questo scenario di alta volatilità per Bitcoin emerge Bitcoin Hyper, una Layer2 costruita apposta per migliorare l’ecosistema della crypto principale sfruttando la Solana Virtual Machine.
Il progetto nasce per superare i limiti strutturali della rete BTC, offrendo transazioni veloci, costi ridotti e la possibilità di utilizzare Bitcoin in un contesto DeFi molto più ampio. La rete permette operazioni quasi istantanee, sfruttando la scalabilità SVM pur mantenendo la sicurezza della blockchain Bitcoin. Gli utenti possono gestire BTC in tempo reale, utilizzare applicazioni decentralizzate, interagire con protocolli DeFi avanzati per lo staking e lending, e accedere a funzionalità web3 di nuova generazione come i token launchpad.
Il token nativo $HYPER, venduto in prevendita a 0,013295 dollari, svolge un ruolo centrale nel funzionamento della layer2. È impiegato per il pagamento delle commissioni, lo staking con rendimento annuo del 41%, la governance dell’ecosistema e l’accesso a servizi DeFi esclusivi.
L’acquisto è disponibile tramite carta di credito o criptovalute, senza necessità di KYC complessi o importo minimo richiesto. Con il formidabile risultato di 27,8 milioni di dollari già raccolti e il lancio del DEX nativo previsto entro la fine dell’anno, Bitcoin Hyper viene considerato uno dei progetti più promettenti per espandere le funzionalità di Bitcoin.
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