Le aziende di una certa dimensione, in particolare quelle che operano a livello internazionale, adottano meccanismi rodati sia per prevenire un credito, sia per recuperarlo. Altrettanto non si può dire per molte piccole e medie imprese, che spesso hanno a che fare con ritardi nei pagamenti da parte di clienti e fornitori.

foto da yeah-brands.net

Per una impresa di dimensioni limitate, i crediti insoluti possono rappresentare un grave danno di liquidità e, nei casi peggiori, possono minare lo stesso equilibrio economico e finanziario dell’azienda, con gravi ripercussioni sugli investimenti, sull’accesso al credito bancario e sul pagamento dei compensi ai dipendenti.

Ecco perché ogni azienda, grande o piccola che sia e qualunque sia il suo settore di riferimento, deve avere ben precise tutte le procedure e tutte le prassi messe a disposizione dalle normative nazionali vigenti per recuperare un credito – o ancora meglio, per prevenire la sua insorgenza.

Il monitoraggio della solvibilità del debitore

Innanzitutto, prima di intraprendere una partnership commerciale o firmare un nuovo contratto di fornitura con una azienda di cui si sa poco, è buona cosa prendere alcune precauzioni e informarsi circa la sua solvibilità, cioè la sua capacità di saldare i debiti contratti entro i termini prestabiliti. Se prima era considerato un accorgimento pignolo ed eccessivamente rigoroso, la crisi degli scorsi anni ha fatto del monitoraggio della solvibilità di clienti e fornitori un passaggio pressoché dovuto e obbligatorio. Dedicare poca attenzione a questa attività può rivelarsi rischioso.

Come avere certezza che il cliente pagherà? Per prima cosa, è buona abitudine assicurarsi che l’impresa in questione sia iscritta all’Ufficio delle Imprese e che non abbia già avuto problemi in passato con cambiali, vaglia e assegni, o non abbia subito in tempi recenti fallimenti, pignoramenti, ipoteche e sequestri conservativi. Questo si può verificare chiedendo la visura protesti tramite il Registro Informatico Protesti della Camera di Commercio locale. Si tratta di informazioni che, di primo acchito, fanno capire lo stato di salute, la professionalità e la serietà dell’azienda in questione.

Il controllo degli incassi

Anche il controllo degli incassi è un’attività – erroneamente sottovalutata e trascurata dalle piccole imprese – che consente di ottimizzare da principio il processo di recupero crediti. Fatto periodicamente e in modo sistematico (1 volta al mese), questo controllo permette di tenere sott’occhio tutte le prestazioni eseguite o le merci vendute per le quali si attende ancora una parte del pagamento. Agendo tempestivamente, è possibile sollecitare prima che sia troppo tardi, evitando così che un semplice ritardo nel pagamento si trasformi in un credito vero e proprio.

 

Le 5 fasi del recupero crediti

Gli esperti del settore dividono la procedura recupero crediti in 5 fasi.

  • Sollecito – Con il sollecito si comunica che i termini inizialmente concordati per il pagamento sono scaduti, ricordando quindi le istruzioni per procedere con il pagamento. Il sollecito si manda per iscritto, possibilmente con raccomandata con ricevuta di ritorno. Il primo sollecito si scrive in tono bonario, senza coinvolgere legali.
  • Richiesta di pagamento – Se al sollecito non segue un riscontro positivo, si procede con la richiesta di pagamento. In questo caso si chiedono, oltre alla cifra concordata da contratto, anche gli interessi aggiuntivi e i costi accessori.
  • Secondo avviso di pagamento – A questo punto conviene affidare l’iter a professionisti del settore, soprattutto se il creditore è una piccola azienda, non strutturata per gestire con risorse e competenze interne tutta la procedura di recupero crediti, che in alcuni casi può rivelarsi anche lunga e travagliata. È importante affidarsi a un’agenzia di recupero crediti seria e professionale, sia per avere la certezza di ottenere quanto dovuto in tempi brevi, sia per avere garanzia che tutto l’iter sia gestito nel pieno rispetto delle parti, così come la legge impone.
  • Citazione in giudizio – Per dare un segnale forte al debitore inadempiente, soprattutto se questi non risponde o dimostra poca buona volontà nel rispettare gli impegni presi, si procede con il recupero forzoso del debito. Sarà il giudice a stabilire i tempi e le modalità con cui il debitore è chiamato a saldare il debito contratto.
  • Procedura di pignoramento – Il pignoramento giudiziario è l’ultima spiaggia dell’iter di recupero crediti. Consiste nell’appropriazione forzata di beni intestati al debitore, siano questi mobili (conti correnti, titoli finanziari, quote societarie) o immobili da mettere all’asta, per rientrare di quanto dovuto.

 

Conclusioni

A volte farsi pagare diventa difficile e, in caso di ritardi continui e sistematici, i bilanci della propria azienda rischiano di affondare. Per questo è bene che ogni impresa conosca tutte le procedure per difendersi e scongiurare questa possibilità. Dai primi solleciti all’udienza in tribunale, passando per l’incarico ad una società specializzata nel recupero crediti: tutti i passaggi della procedura devono essere affrontati strategicamente, nel rispetto delle tempistiche, per vedere aumentare le chance di recuperare il credito.

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