CROSS EUR-USD RISALE SOPRA AREA 1,13 DOPO LETTURA MINUTE BCE E FED

Area 1,12 si ancora una volta confermato un supporto difficile da sfondare stabilmente per il cross EUR-USD, che ha chiuso l’ ottava sopra la resistenza dinamica individuata in area 1,13, fissando l’ ultimo scambio di Venerdì 12 Aprile, a quota 1,1306 ( +0,49 % ).

La performance a cinque sedute della coppia Euro-Dollaro ha invece evidenziato un rialzo dello 0,75%. Il rapporto di cambio tra la moneta unica europea ed il biglietto verde ha evidenziato un range minimo massimo settimanale compreso tra 1,1213 e d 1,1327.

LE NEWS ED I DATI MACRO PIU’ SENSIBILI PER IL CAMBIO EURO-DOLLARO

Nel corso della settimana appena andata in archivio la BCE si è riunita, confermando, come da attese, azero gli attuali tassi d’ interesse ed a -0,4% i tassi sui depositi. Nel corso della consueta conferenza stampa, il numero 1 dell’ istituto centrale europeo, Mario Draghi, ha sottolineato ancora una volta che la BCE sarà pronta ad agire se necessario, tenendo in considerazione se l’attuale impatto dei tassi negativi sul sistema bancario debba essere mitigato.

Draghi ha inoltre affermato che bisogna tenere alta la guardia sui rischi che tuttavia ancora rimangono orientati al ribasso, anche se la fiducia in generale continua ad essere minacciata dai venti di guerra commerciale che spirano dagli USA. Osservata speciale per l’ istituto centrale con sede a Francoforte rimane l’ inflazione, il cui rallentamento evidenziato dalle ultime rilevazioni non può essere tollerato a lungo.

Draghi ha infine aggiunto che è ancora troppo presto considerare l’avvio di un nuovo programma di prestiti Tltro per le banche dell’ Eurozona.
Apertura d’ ottava pimpante per la coppia Euro-Dollaro che ha tratto beneficio dall’ inaspettato recupero messo a segno dall’ indice Sentix dell’ Area Euro, che nella stima del mese in corso si è assestato a -0,3 punti, in netta ripresa dai -2,2 punti della precedente rivelazione mensile. I pronostici degli analisti, invece, indicavano un trascurabile recupero a -2,1 punti.

L’indicatore che rileva il sentiment degli investitori nell’ Eurozona è stato fondamentalmente trainato al rialzo dal recupero dell’ attività manifatturiera in Cina, ritornata a crescere al di sopra dei 50 punti, dopo quattro mesi consecutivi di stop. In riprese, a -4,3 punti, il sotto-indice che rileva le attese, risalito sul livello più alto da Maggio. Ancora debole, invece, la sotto-voce relativa alla situazione attuale, giù sui minimi da Febbraio 2015, a 3,8 punti, ed in discesa per l’ ottavo mese consecutivo.

Scende, ma meno di quanto indicato dagli analisti, la produzione industriale nell’ Area Euro a Febbraio, in calo dello 0,2% su base mensile, mentre gli analisti avevano pronosticato una maggior contrazione, pari a -0,5%. Netta la flessione rispetto al +1,9% della precedente stima mensile ( corretta al rialzo dal +1,4% della prima comunicazione ). Su base annua, invece, l’ indicatore dei prezzi alla produzione ha registrato una variazione negativa dello 0,3%, ma anche in questo caso si è trattato di un dato migliore del -0,9% stimato dal consensus. La prima comunicazione di Gennaio a/a è stata corretta a -0.7% da -1,1%.

Anche oltreoceano quella appena trascorsa è stata la settimana della diffusione delle minute della banca centrale statunitense. Dai verbali dell’ ultimo meeting della FED è emerso che l’ istituto guidato dal governatore Jerome Powell, a sorpresa potrebbe riconsiderare un aumento dei tassi d’ interesse nel 2019, mentre le precedenti indicazioni del FOMC davano tassi fermi sui livelli attuali per tutto l’anno in corso. L’ inaspettato possibile cambio di rotta sui tassi venuto fuori dalle minute aveva ridato momentaneamente forza al dollaro.

Biglietto verde indebolito a vantaggio della moneta unica europea in seguito alla comunicazione del Dipartimento per il Commercio statunitense, secondo cui l’ indice dei beni durevoli a Febbraio ha fatto registrare una contrazione dell’1,6%, come da lettura preliminare e stime degli analisti. Dai dettagli emersi dal dato diffuso dal Bureau è inoltre emerso che al netto del comparto trasporti gli ordinativi di beni durevoli sono scesi dello 0,1% ( come da attese ), evidenziando un rallentamento dal +0,1% di Gennaio.

Cambio Euro-Dollaro in ripresa dopo la lettura migliore delle attese fatta registrare dall’ inflazione statunitense nel mese di Marzo, che si è assestata all’1,9% su base annua, mentre le indicazioni degli analisti davano un incremento dell’1,8%. Netto il miglioramento rispetto al +1,5% di Febbraio.

L’ indice dei prezzi al consumo su base mensile ha invece evidenziato un progresso dello 0,2%, come da attese. Al netto dei prezzi relativi alle componenti alimentari ed energetiche, il tasso d’ inflazione ha fatto registrare un aumento dello 0,1%, come a Febbraio, ma meno del +0,2% indicato dagli analisti. La lettura “ Core “ su base annua ha invece registrato un aumento del 2%, in lieve flessione dal +2,1% di Febbraio, corrispondente anche alle attese degli analisti.

Inversione di tendenza per il saldo delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione che nell’ ottava terminata il 5 Aprile sono diminuite del 5,6% dal +18,6% della precedente rilevazione settimanale.

A Marzo, l’ indice grezzo dei prezzi alla produzione ha battuto le attese, evidenziando un rialzo dello 0,6% su base mensile, in netto aumento rispetto al +0,1% di Febbraio ed al +0,3% indicato dal consensus. Il suddetto indicatore, su base, annua, ha invece mostrato un aumento del 2,2%, portandosi sopra il +1,9% della precedente lettura mensile, che corrispondeva anche a quanto stimato dagli analisti. Il dato ” Core “, filtrato dai prezzi alla produzione relativi al comparto energetico ed alimentare ha invece messo in luce un incremento dello 0,3% su base mensile, battendo sia le attese degli analisti, ferme a +0,2%, che la stima di Febbraio, pari a +0,1%. Su base annua, la lettura Core ha invece evidenziato un balzo del 2,4%, lievemente sotto le attese e la rilevazione mensile precedente, entrambe pari a +2,5%.

Le nuove richieste di sussidio di disoccupazione, nell’ ottava terminata il 6 Aprile, secondo la consueta stima diffusa dal Dipartimento per il Commercio USA, si sono portate a +196 mila unità ( livello più basso dal 1969 ), in calo rispetto alle +204 mila unità della precedente ottava, a sua volta corrette da +202 mila unità della prima lettura. Battuti i pronostici degli analisti, che invece avevano indicato un maggior incremento, a 210 mila unità.

La media mensile, indicatore meno volatile rispetto alle singole rilevazioni settimanali è invece diminuita a 207.000 unità, portandosi anche in questo caso sul livello più basso degli ultimi 50 anni Le richieste continuative, al 30 Marzo, si sono assestate a 1,713 milioni di unità, in flessione sia rispetto a 1,735 milioni di unità stimate dagli analisti, che rispetto a 1,726 milioni di unità della precedente rivelazione mensile ( rivista da 1,717 milioni di unità, inizialmente comunicato ).

I prezzi all’importazione, stando alle stime del Dipartimento per il Commercio, a Marzo, hanno mostrato un aumento dello 0,6% su base mensile, superando i pronostici degli analisti, che invece davano un aumento dello 0,4%. Su base annua, invece, la variazione è stata nulla, mentre gli analisti si aspettavano un calo dello 0,6%.

L’indicatore che rileva la fiducia dei consumatori statunitensi, elaborato dall’ Università del Michigan, nel mese di Aprile ha evidenziato una frenata a 96,9 punti, rallentando dai 98,4 punti del mese precedente e dai i 98,2 punti pronosticati dagli analisti.

VISIONE CAMBIO EURO-DOLLARO SUL BREVE PERIODO

Quadro tecnico di breve-medio periodo ancora impostato al ribasso per la coppia EUR-USD, che staziona ancora al di sotto del supporto in area 1,16, indicato nelle precedenti rubriche di analisi tecnica sul Forex. La perdita in chiusura settimanale del suddetto livello ha già causato un nuovo affondo con target sui minimi plurimensili sotto area 1,12.

La coppia EUR-USD dopo essere volata sui massimi a 3 anni, sembra aver perso lo smalto che ha caratterizzato la fine del 2017 ed il primo trimestre 2018. Sul medio-lungo periodo, dopo vari tentativi, la pressione ribassista ha sfondato al ribasso l’ importante supporto in area 1,18, conducendo le quotazioni anche sotto importante supporto in area 1,16, la cui rottura ha a sua volta scatenato un ulteriore ondata di vendite sui minimi da Giugno 2016 in area 1,12.

La visione di lungo periodo, invece, ci aveva detto che le quotazioni del cross EUR/USD dopo essere scivolate sotto i supporti di medio-lungo , in area 1,06 -1,07, aveva messo in atto un poderoso rialzo che, dopo aver superato la forte resistenza in area 1,12 aveva in un primo momento rotto i vecchi massimi di breve-medio periodo in area 1,16 e successivamente aveva saputo fare ancora meglio volando sopra quota 1,18, ex resistenza di medio-lungo periodo, divenuta supporto.

In virtù dei rialzi appena descritti, il quadro grafico del cambio Euro – Dollaro era tornato a farsi nuovamente interessante nel medio-lungo periodo, in quanto la riconquista di area 1,18 aveva generato l’ allungo verso area 1,24-1,25. Dopo il salutare pull-back in area 1,17-1,15 la coppia non ha più avuto la forza di riportasi stabilmente oltre quota 1,18, in chiusura settimanale. Sul brevissimo, la discesa sotto area 1,14, in chiusura weekly, ha già causato un affondo sotto area 1,12, la cui eventuale perdita potrebbe essere il preludio ad ulteriori crolli in area 1,10. Lo scenario ribassista sul breve-medio, invece, verrà negato soltanto in caso di ritorno in chiusura settimanale oltre area 1,18.

STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO

Discreto il bilancio settimanale del nostro Trading System con sottostante il cambio Euro-Dollaro, che ha preso profitto sui due target price indicati dalla strategia Long Intraday.

La strategia rialzista suggerisce di attivare posizioni Long nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1,1325 e consiglia di prendere profitto sui primi due target price individuati in area 1,1351 e 1,1395; Loss in caso di chiusura oraria minore di 1,1282. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 1,1395, per cercare di sfruttare possibili allunghi prima in area 1,1422 e successivamente a 1,1465; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1,1325 in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Long sulla forza, in caso di close orario maggiore di 1,1465, per tentare di prendere profitto in area 1,1492 e 1,152, estesa a quota 1,1564; stop loss nel caso in cui si verifichi un ritorno sotto 1,1395 in chiusura di candela giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di discesa in area 1,1032, per cogliere eventuali rimbalzi in area 1,1074 e 1,1143, estesi ad 1,1186; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto quota 1,0989 in chiusura di candela oraria o giornaliera.

La strategia ribassista, invece, consiglia di attivare posizioni Short, nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 1,1282; Target Price attesi in prima battuta a 1,1255 e successivamente a 1,1212; Stop Loss in caso di ritorno oltre 1,1325 in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista in caso di chiusura oraria minore di 1,1212 per sfruttare possibili cali in area 1,1186 e 1,1143; fissare uno Stop Loss, con l’ intento di evitare eventuali perdite, in caso di ritorno sopra 1,1282 in chiusura di candela oraria o giornaliera.

Lecito rafforzare le posizioni Short in caso di discesa sotto area 1,1143 in chiusura oraria o giornaliera, per cavalcare eventuali affondi in area 1,1116 e 1,1074, estesi a 1,1032; stop loss nel caso in cui si assista ad ritorno oltre quota 1,1212 in close orario. Consigliati Short Speculativi in caso di allunghi in area 1,1564 per cercare di sfruttare possibili pull-back in area 1,152 e 1,1465, estesi a quota 1,1422; Stop Loss nel caso in cui il rialzo si spinga oltre 1,161 in chiusura di candela oraria o daily.

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