La tensione tra Stati Uniti e Russia continua a spaventare le borse mondiali, con i mercati che si stanno preparando a un possibile conflitto. Sebbene ora dopo ora la situazione dia seguito a un’alternanza di valutazioni, dando poca direzionalità alle considerazioni degli analisti, il risultato è che a fine giornata Milano cede il 2,04%, accompagnando con il segno negativo tutte le principali piazze finanziarie europee, con Londra che perde l’1,73%, Francoforte che lascia sul terreno il 2,03%, Parigi che perde il 2,27%.

A Piazza Affari male alcune banche. Banco Bpm e Unicredit perdono terreno dopo che l’amministratore delegato di Bpm, nel weekend, ha escluso che siano in corso discussioni su una possibile offerta.

Anche Wall Street si muove in termini piuttosto incerti, sebbene su cali che sono ben più limitati di quanto fatto dai listini del vecchio Continente. Infine, scambi asiatici molto turbati, con Tokyo che ha chiuso in calo del 2,23%.

Naturalmente, una simile crisi non può che farsi sentire soprattutto sulle commodity. I prezzi di gas e petrolio infatti vedono i valori in forte rialzo, con il Brent con consegna ad aprile che guadagna lo 0,37% a 94,79 dollari al barile, e quello in scadenza a marzo sul Wti che sale dello 0,77% a 93,82 dollari al barile. Sul fronte gas, ad Amsterdam le quotazioni sono in deciso rialzo: + 8,5% a 83,50 euro.

Nuovo balzo in avanti in mattinata per lo spread, con il differenziale tra Btp e Bund che si è portato sopra quota 170 punti base, per il massimo da giugno 2020. In giornata il valore si è poi assestato su valori più miti, chiudendo a 169 punti, contro i 165 punti della chiusura di venerdì. Il rendimento decennale italiano è in crescita poco sotto i 2 punti percentuali.

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