I mercati aprono la settimana con un andamento piuttosto debole. Dopo il ponte pasquale prevale infatti la preoccupazione sulla crisi in Ucraina, che entra nella seconda fase della guerra: la Russia è pronta a muovere gran parte del suo esercito sul Donbass al fine di conquistare il territorio. A livello economico-finanziario i mercati attendono invece le stime ufficiali del Fondo Monetario Internazionale sulla crescita, tagliata proprio a causa del conflitto europeo e dell’inflazione, oltre che dei lockdown ripetuti in Cina, dove si cerca di tenere a bada la nuova ondata di Covid.

In questo contesto non certo semplice sotto il profilo operativo, Milano perde l’1,2% a metà mattina. Sul FTSE MIB, però, pesa per circa un punto percentuale lo stacco delle cedole di otto big del listino, tra cui Stellantis, Unicredit, Mediolanum, Prysmian, Banco BPM. Non fanno molto meglio le altre piazze finanziarie, con Parigi che perde lo 0,6%, Francoforte lo 0,5% e Londa in parità.

Di interesse anche l’evoluzione delle Borse cinesi, con la Banca centrale di Pechino che ha annunciato importanti aiuti per le imprese colpite dai lockdown, frenando invece l’aspettativa di interventi generalizzati di allentamento e di supporto per l’economia. Shanhai perde lo 0,05%, mentre Shenhzen cede lo 0,11%. Più pesante il calo a Hong Kong, che perde il 2,42%. In Giappone bene Tokyo, che sale dello 0,69% con la svalutazione dello yen.

Dall’altra parte dell’Oceano, potrebbero arrivare gli effetti delle dichiarazioni in seno alla Fed. Per il momento registriamo quella del presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, secondo cui un rialzo dei tassi di 75 punti base non è da escludere nei prossimi mesi, sebbene – si legge nelle sue affermazioni – non rappresenti per ora lo scenario base. Il governatore ha infatti dichiarato di attendersi che il Fomc proseguirà con una serie di rialzi di 50 punti base per contenere il rialzo dell’inflazione, oggi ai massimi da 40 anni. La Fed ha anche indicato un target del 3,5% entro la fine dell’anno.

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