L’indice FTSE MIB ha chiuso la scorsa settimana con una prestazione rialzista, con una chiusura di ottava in territorio positivo per il listino di Piazza Affari, grazie anche al traino esercitato dalle prestazioni super da parte di Moncler e Leonardo.

Azioni Moncler

Per quanto concerne le azioni Moncler, l’andamento di venerdì è stato pari a un 5,42%, trascinato dai dati di ottima chiusura del 2020. L’anno si è infatti concluso con utile per 300,4 milioni di euro, contro i 358,7 milioni di euro del 2019. Tuttavia, il vero e proprio impulso per la domanda di titoli di Moncler è stato offerto dalle dichiarazioni dei vertici aziendali, con Remo Ruffini che ha evidenziato l’ottimo andamento registrato dal business negli ultimi mesi e, dunque, grande ottimismo per il prossimo esercizio.

Azioni Leonardo

Passando poi alle azioni Leonardo, l’altra società che ha funto da traino delle prestazioni del FTSE MIB nell’ultima seduta, il balzo dei prezzi dei titoli è stato del 10,05% a causa della diffusione di un rumor sulla possibilità di una quotazione della sua controllata DRS sulla borsa americana. L’obiettivo dovrebbe essere quello di una IPO imminente, in primavera, con flottante del 40% da collocare mediante Offerta pubblica di vendita e sottoscrizione.

Uno sguardo a questa settimana

E questa settimana? È molto probabile che a tenere banco saranno da una parte i prossimi dati fondamentali e, dall’altra parte, soprattutto le evoluzioni sul coronavirus. Attualmente il mercato sembra essere piuttosto incerto in proposito, preoccupato dalla diffusione dei nuovi ceppi del virus da una parte, e dall’andamento altalenante dei vaccini.

Per quanto concerne i vaccini, in particolar modo, buone notizie sembrano arrivare da quei Paesi in cui le percentuali di vaccinazione sul totale della popolazione sono piuttosto elevate. Il tasso di nuovi contagi e di sintomatici è infatti crollato drasticamente, a conferma del fatto che i vaccini finora disponibili in commercio funzionano.

Per quanto riguarda poi l’ambito italiano, attenzione anche al contenuto dei primi decreti del nuovo governo Draghi, che andranno a disciplinare ulteriori misure restrittive finalizzate ad arginare la diffusione della nuova variante inglese nel nostro Paese. È possibile che il decreto possa rendere un po’ più rigide le attuali regole, ed è evidente che restrizioni piuttosto severe potrebbero ridurre l’intensità della possibile ripresa economica, allontanando nel tempo l’atteso ritorno a una parvenza di normalità, almeno dal punto di vista della produttività.

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