L’assegno unico figli è un sostegno economico per le famiglie con figli a carico che viene erogato a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al 21º anno di età dei figli.

L’assegno unico unifica e sostituisce una serie di misure a sostegno delle famiglie ed è destinato a tutte le famiglie con figli a carico residenti e domiciliate in Italia. L’importo dell’assegno varia in base all’ISEE della famiglia e all’età dei figli.

A chi spetta l’assegno unico per i figli 2023

una madre che passeggia al parco tenendo i figli per mano

L’assegno unico figli spetta a tutti i nuclei familiari senza limiti di reddito e indipendentemente dalla condizione lavorativa dei genitori (non occupati, disoccupati, percettori di reddito di cittadinanza, lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi e pensionati). In particolare, l’assegno spetta alle famiglie:

  • Per ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, a decorrere dal 7° mese di gravidanza;
  • Per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni, per il quale ricorra una delle seguenti condizioni:
  1. Frequenti un corso di formazione scolastica o professionale, oppure un corso di laurea, ovvero frequenti o sia iscritto a:
  • Licei, istituti tecnici, istituti professionali di durata quinquennale per il conseguimento di un diploma di scuola secondaria superiore;
  • Percorsi di Formazione Professionale Regionale (Centri di Formazione Professionale), a cui si accede dopo la scuola media e che normalmente ha una durata di 3 o 4 anni finalizzata a ottenere una Qualifica professionale ovvero, dopo il quarto anno, il Diploma professionale di tecnico;
  • Percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS), sia pubblici che privati, a cui normalmente si accede se in possesso di diploma di scuola superiore, aventi durata annuale e con cui si consegue una specializzazione professionale di 4° livello EQF;
  • Istituti Tecnici Superiori (ITS), di durata biennale o triennale, cui normalmente si accede con il diploma di scuola secondaria, conseguendo al termine del percorso una qualifica di “Tecnico superiore” di 5º livello EQF;
  • Corso di laurea riconosciuto dall’ordinamento;
  1. Svolga un tirocinio oppure un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui;
  2. Sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
  3. Svolga il servizio civile universale;

Quali altri requisiti sono richiesti per l’assegno unico 2023

Per ottenere l’assegno unico figli è necessario soddisfare alcuni requisiti di cittadinanza e residenza oltre a quelli legati alla situazione lavorativa e familiare.

In particolare, è richiesto di essere cittadino italiano o di un altro Stato membro dell’Unione Europea, oppure di possedere il diritto di soggiorno permanente o un permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.

Anche i cittadini di Paesi terzi con permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca sono ammessi alla richiesta dell’assegno.

Inoltre, il richiedente deve essere soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia, essere residente e domiciliato nel territorio italiano e aver vissuto in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, oppure essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato di durata di almeno sei mesi.

Quali sono gli importi dell’assegno unico 2023

L’importo dell’assegno unico per i figli a carico è determinato in base all’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) del nucleo familiare richiedente e all’età dei figli a carico.

Per ogni figlio minorenne, l’importo varia da 175 euro al mese per un ISEE inferiore o uguale a 15.000 euro, a 50 euro al mese per un ISEE pari a 40.000 euro o superiore.

Per i figli maggiorenni fino a 21 anni, l’importo varia da 85 euro al mese per un ISEE inferiore o uguale a 15.000 euro, a 25 euro al mese per un ISEE pari a 40.000 euro o superiore.

È importante notare che l’assegno unico figli è stato introdotto per semplificare il sostegno alle famiglie con figli a carico, sostituendo gli assegni familiari e la maggior parte degli altri sostegni economici per i figli.

Il nuovo sistema garantisce maggiore equità e trasparenza nel riconoscimento dell’assegno, poiché tiene conto delle effettive condizioni economiche delle famiglie e del numero di figli a carico.

Quando sono previste maggiorazioni dell’importo dell’assegno unico

Ulteriori maggiorazioni dell’importo dell’assegno unico sono previste per alcune particolari situazioni. Vediamo nel dettaglio quali sono:

Famiglie con più di due figli: le famiglie che hanno tre o più figli avranno un aumento del contributo economico rispetto a quelle con meno figli.

Presenza nel nucleo familiare di figli disabili: se all’interno del nucleo familiare ci sono figli con disabilità grave o media, non ci sono limiti di età per ricevere l’aumento dell’assegno unico.

Madri di età inferiore a 21 anni: se la madre ha meno di 21 anni, l’importo dell’assegno unico viene maggiorato.

Genitori entrambi titolari di reddito da lavoro: se entrambi i genitori lavorano e hanno un reddito da lavoro, verrà erogata una maggiorazione dell’importo dell’assegno unico. Questa maggiorazione si applica anche ai nuclei vedovili, ma non ai nuclei monogenitoriali.

Famiglie con ISEE fino a 25.000 euro (fino al 2024): fino al 2024, le famiglie con un ISEE fino a 25.000 euro avranno diritto a un’ulteriore maggiorazione dell’assegno unico.

È importante sottolineare che, come abbiamo già anticipato, a novembre 2022 è stata annunciata la soppressione della maggiorazione per i genitori entrambi titolari di reddito da lavoro per le famiglie monogenitoriali, con restituzioni all’INPS tramite conguaglio.

In seguito, l’INPS ha precisato che la maggiorazione per i genitori entrambi lavoratori non può essere richiesta per i nuclei composti da un solo genitore anche se lavoratore.

Tuttavia, per i nuclei vedovili, l’INPS ha comunicato che il bonus per il secondo percettore di reddito verrà erogato d’ufficio solo in caso di decesso del genitore lavoratore nel corso dell’anno in cui è riconosciuto l’assegno.

Dal 2023 sono previsti degli incrementi dell’assegno unico per i figli. In particolare, l’importo dell’assegno unico viene incrementato del 50% per il primo anno di vita del figlio e per i figli fino a 3 anni di età, ma solo per le famiglie con almeno tre figli e valori ISEE fino a 40.000 euro.

Questo incremento viene riconosciuto fino ai 3 anni compiuti per ogni figlio. Per il primo anno di vita, gli importi spettanti vanno dai 87,5 euro al mese nel caso di ISEE inferiori a 15 mila euro, fino ai 25 euro al mese per ISEE uguali o superiori a 40.000 euro.

Per i figli di età compresa tra 1 e 3 anni, l’incremento dell’assegno unico viene erogato solo per le famiglie con almeno tre figli e per ISEE fino a 40.000 euro.

Come presentare domanda per richiedere l’assegno unico 2023

Prima di presentare la domanda, è importante preparare la documentazione necessaria per richiedere l’assegno unico figli. In particolare, occorre avere a disposizione la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) e il Codice Fiscale dei figli per i quali si richiede il beneficio.

Inoltre, è possibile che l’INPS richieda ulteriori documenti per verificare la situazione economica del nucleo familiare, come ad esempio la certificazione ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) o la Dichiarazione dei Redditi.

Si consiglia quindi di verificare attentamente quali documenti sono necessari per presentare la domanda e di prepararli in anticipo per evitare ritardi.

Come monitorare lo stato della domanda

Dopo aver presentato la domanda, è possibile monitorare lo stato della stessa attraverso il portale web dell’INPS o contattando il Contact Center Integrato.

In particolare, è possibile verificare se la domanda è stata accettata e se è stata già effettuata la liquidazione dell’assegno. In caso di problemi o ritardi, è possibile contattare il Contact Center Integrato per chiedere informazioni e assistenza.

Come richiedere l’anticipo dell’assegno unico

È possibile richiedere l’anticipo dell’assegno unico per i figli a carico per i mesi successivi a quello di presentazione della domanda, fino ad un massimo di sei mesi.

Per richiedere l’anticipo, è necessario indicare nella domanda il mese di decorrenza dell’assegno e il numero di mensilità per le quali si richiede l’anticipo. In caso di approvazione della domanda, l’INPS effettuerà il pagamento dell’anticipo entro il mese successivo alla presentazione della domanda.

Come aggiornare la domanda in caso di variazioni

È importante aggiornare la domanda per l’assegno unico figli in caso di variazioni nella situazione economica o familiare del nucleo familiare, come ad esempio il cambio di lavoro o la nascita di un nuovo figlio.

In particolare, è necessario aggiornare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per gli eventi sopravvenuti e presentare una nuova domanda nel caso in cui si verifichino variazioni significative nella situazione economica del nucleo familiare.

Assegno unico universale: chi può presentare domanda

L’assegno unico universale per i figli può essere richiesto da un genitore o da chi esercita la responsabilità genitoriale. Nel caso di affidamento esclusivo, l’assegno spetta al genitore affidatario, in mancanza di accordo.

Se invece è stato nominato un tutore, l’assegno viene riconosciuto nell’interesse esclusivo del tutelato. Inoltre, anche i figli maggiorenni possono presentare la domanda e richiedere la corresponsione diretta della quota di assegno loro spettante.

Come viene erogato l’importo dell’assegno unico 2023

L’assegno unico viene erogato dall’INPS attraverso diverse modalità. È possibile riceverlo tramite accredito su uno strumento di riscossione dotato di codice International Bank Account Number (IBAN), come ad esempio un conto corrente bancario, un conto corrente postale, una carta di credito o di debito dotata di codice IBAN o un libretto di risparmio dotato di codice IBAN.

In alternativa, l’importo può essere consegnato in contanti presso uno degli sportelli postali del territorio italiano. Se il nucleo familiare è beneficiario del Reddito di cittadinanza, l’assegno viene erogato sulla carta di cui all’articolo 5 del Decreto Legge n. 4/2019. In ogni caso, l’assegno viene erogato sul conto corrente di entrambi i genitori in pari misura o, previo accordo, su un unico conto corrente.

Vincoli per i percettori di Reddito di cittadinanza

Se il nucleo familiare è percettore del Reddito di cittadinanza, l’assegno unico per i figli sarà corrisposto d’ufficio dall’INPS senza bisogno di presentare domanda.

In questo caso, l’importo spettante viene determinato sottraendo la quota di Reddito di cittadinanza relativa ai figli minori che fanno parte del nucleo familiare, calcolata sulla base della scala di equivalenza.

Se i componenti maggiorenni del nucleo familiare richiedono la suddivisione del Reddito di cittadinanza, l’assegno unico viene corrisposto in parti uguali fra gli esercenti la responsabilità genitoriale.

L’assegno unico è compatibile con altre misure in denaro a favore dei figli a carico erogate dalle regioni, province autonome di Trento e di Bolzano e dagli enti locali, nonché con il Reddito di Cittadinanza nei termini e secondo i vincoli indicati.

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