Consueto appuntamento con il nostro approfondimento sul cambio euro dollaro. Cerchiamo dunque di riepilogare in che modo la valuta verde ha chiuso la scorsa settimana e come si aprirà la nuova serie di sessioni che ci traghetteranno verso la settimana di festività natalizie.

Dollaro reduce da settimana ribassista

In questo focus sul cambio euro dollaro, ricordiamo come la valuta verde abbia chiuso la settimana al ribasso sull’esito del FOMC e sull’apprezzamento post – elezioni della sterlina. Tuttavia, proprio in chiusura di settimana c’è stato un rimbalzo del dollaro, sulla notizia di un accordo iniziale tra gli Stati Uniti e la Cina, che dovrebbe contemplare anche la riduzione di una serie di dazi su prodotti cinesi in cambio di maggiori acquisti da parte della Cina di prodotti agricoli statunitensi.

Bisognerà comprendere, per valutare la sostenibilità di tale elemento sulle quotazioni del dollaro, se effettivamente l’accordo di fase uno possa essere in grado di traghettare gli umori del commercio internazionale su più miti consigli.

Naturalmente, continueranno a pesare anche i dati macroeconomici. Tra i più importanti in corso di pubblicazione, e che andranno a impattare e condizionare la settimana, l’indice Empire, oggi, e la produzione industriale domani, attesi entrambi in miglioramento. Da tenere sotto controllo anche i numerosi discorsi da parte dei membri della Federal Reserve.

Salvo che i dati non franino, il dollaro dovrebbe dunque porre un argine al trend decrescente e recuperare almeno in parte le perdite accumulate la settimana scorsa.

L’euro atteso da settimana “mite”

Passando all’euro, la valuta unica europea ha di contro chiuso la settimana al rialzo sul calo post – FOMC del dollaro e per correlazione positiva con la sterlina dopo le elezioni britanniche. Dunque, abbiamo assistito a un’evoluzione da un minimo di 1,1050 a un massimo di 1,1199 EUR/USD, per poi retrocedere parzialmente nella giornata di venerdì, con chiusura a 1,1119 EUR/USD, al di sotto della resistenza chiave di 1,1170 che delimita il fronte ribassista.

Si tratta di uno scenario che è caratterizzato da una sostanziale assenza di spunti di forza della moneta unica, se possibile consolidata anche dall’ultima riunione BCE del 2019 (la prima per Christine Lagarde), che ha ribadito la necessità che la politica monetaria rimanga molto accomodante a lungo.

Per quanto attiene i dati, la settimana entrante ne propone di diversi e di interessanti, come i PMI dell’area, l’IFO tedesco e la fiducia dei consumatori venerdì, tutti attesi in leggero miglioramento. Dunque, salvo sorprese straordinarie da questi dati o, come abbiamo visto, delusioni significative dagli USA, l’euro dovrebbe mantenersi in range tra 1,10 e 1,11 EUR/USD. 6

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