Il cambio euro dollaro è in rialzo per la quinta settimana consecutiva, raggiungendo in questi giorni il valore di 1,1638, il più alto livello dal mese di settembre 2018. L’avanzamento della coppia è stato legato a un mix di determinanti, con le notizie positive che provengono dall’Europa e con le preoccupazioni sul futuro economico degli Stati Uniti. Queste ultime erano direttamente legate alle crescenti tensioni tra il Paese e la Cina, e al costante aumento dei contagi da coronavirus.

Ricordiamo infatti come le tensioni tra Washington e Pechino sianoaumentate da quando la Cina ha imposto una nuova legge sulla sicurezza a Hong Kong, e gli Stati Uniti hanno scelto di togliere i privilegi commerciali alla regione. Negli ultimi giorni le ambasciate sono state chiuse e i diplomatici sono stati espulsi, alimentando le preoccupazioni per una nuova guerra fredda. In effetti, non è stato detto nulla sulla modifica della prima fase dell’accordo commerciale, ma è chiaro che le ripercussioni non tarderanno ad arrivare.

Per quanto riguarda gli sviluppi della pandemia, il numero di casi negli Stati Uniti ha superato i 4 milioni, con l’aggiunta di 1 milione di nuovi casi in due settimane. Il numero di morti è superiore a 147.000. Ma le cose non vanno meglio al di fuori degli Stati Uniti, con le epidemie in Europa e l’impennata dei casi in America Latina e in Africa che indicano una recessione economica globale. Le notizie sui progressi di almeno quattro vaccini che stanno entrando nella terza fase di sperimentazione non sono state sufficienti a far passare in secondo piano l’ansia degli investitori.

Tuttavia, una nota positiva è stata determinata dal fatto che i leader europei hanno finalmente trovato l’accordo sul Recovery Fund, una maxi iniziativa da 750 miliardi di euro, di cui 390 miliardi di euro sotto forma di contributi a fondo perduto e 360 miliardi di euro di prestiti. Una svolta storica senza precedenti all’interno dell’Unione, anche se non priva di strascichi.

Passando quindi al calendario macroeconomico di quest’ultima settimana, poco importanti sono stati i contributi forniti dagli eventi in programma. Venerdì Markit ha riportato le stime preliminari delle sue PMI di luglio per le principali economie, con dati soddisfacenti per l’Europa, e con gli Stati Uniti che hanno fornito letture migliori rispetto alle precedenti, ma sotto le aspettative del mercato.

L’evento principale della prossima settimana sarà il meeting di politica monetaria della Federal Reserve. I policy maker dovrebbero mantenere lo status quo, soprattutto considerando che il Senato USA sta discutendo un altro pacchetto di aiuti da 1 trilione di dollari. L’attenzione degli investitori si concentrerà sui commenti di Powell sulle prospettive future, anche se ci si aspetta che la retorica comunicativi confermi il concetto che il futuro è incerto a causa della pandemia in atto. Domani, lunedì, gli Stati Uniti pubblicheranno anche i nuovi dati sugli ordini di beni durevoli di giugno, mentre giovedì verrà pubblicato il dato sulla stima preliminare del PIL del secondo trimestre, in contrazione a -6,2% rispetto al precedente -5%. Anche in Europa verranno riportate le stime preliminari del PIL del secondo trimestre.

Per quanto concerne l’analisi tecnica EUR/USD, il cambio incontra oggi un livello di resistenza rilevante a 1,1660, con una rottura sopra tale soglia che dovrebbe favorire un’estensione verso la zona di prezzo di 1,1730. Sopra questo prezzo il cambio potrebbe estendere i guadagni a 1,1814, il massimo mensile del settembre 2018.

Di contro, in caso di ribasso bisognerà sperimentare il sostegno a 1.1500, sotto il quale si prefigura un altro supporto chiave posto a 1,1460.

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