Il cambio euro dollaro viene scambiato al di sopra di quota 1,0850. Viene così “premiato” – il virgolettato è d’obbligo – il contenimento dei nuovi casi di coronavirus in Europa, con i principali Paesi del vecchio Continente che stanno gradualmente allentando le restrizioni. La Bank of Japan ha intanto annunciato ulteriori stimoli in vista delle importanti decisioni della Federal Reserve e della Banca Centrale Europea previste per questa settimana.

Analisi tecnica

Il cambio euro/dollaro ha superato la linea di resistenza ribassista che lo aveva limitato da metà aprile, pur continuando a lottare per arginare la media mobile semplice a 50 sul grafico a quattro ore, rimanendo bloccata da quelle a 100 e 200. L’indice di forza relativa non fornisce indicazioni chiare, con la conseguenza che sebbene il quadro sia in miglioramento per i trader rialzisti, rimane pur sempre misto.

La prima resistenza attende il cambio a 1,0885. Superata questa soglia, si aprirà un nuovo test verso quota 1,0930. Il massimo mensile di 1,0995 è da intendersi come prossimo step rialzista. Di contro, sul fronte ribassista, il supporto attende a 1,0810, minimo della scorsa settimana, e quindi a 1,0770 e a 1,0727, minimo mensile.

Analisi fondamentale

L’allentamento delle chiusure in Europa sta supportando l’euro, con le principali economie del Continente che hanno registrato miglioramenti significativi nelle statistiche sul COVID-19 e si stanno muovendo per riaprire le loro attività. Dato che il ritmo è però molto graduale, ci si domanda se la tendenza al rialzo possa o meno continuare.

La Spagna, quarta economia in ordine di grandezza, ha registrato 288 decessi nella giornata di ieri, per il punto più basso da oltre un mese a questa parte. Anche i contagi attuali sono finalmente in calo. Dopo aver permesso ai bambini di lasciare la casa con i loro genitori, il primo ministro Pedro Sánchez ha detto che dal 2 maggio anche gli adulti potranno uscire di casa per una passeggiata o per fare esercizio fisico. Domani dovrebbe presentare un piano più dettagliato.

In Francia domenica sono state registrati 242 decessi, per il livello più basso da oltre un mese. Il presidente Emmanuel Macron ha in programma di proporre un piano per allentare le restrizioni nella giornata di domani. La Germania, la più grande economia dell’area, ha confermato 110 morti, il livello più basso da metà marzo. Il Paese ha gradualmente aperto le attività la scorsa settimana e potrebbe prendere in considerazione ulteriori passi.

L’Italia, il Paese più colpito, ha annunciato un programma su tre fronti a partire dal 4 maggio, data dalla quale sarà possibile riaprire il settore manifatturiero. Il culmine si dovrebbe toccare con l’apertura di bar e ristoranti a partire dal 1° giugno. Il nostro Paese ha registrato 260 morti domenica, il livello più basso dall’11 marzo.

Anche negli Stati Uniti la diffusione del virus sta rallentando e diversi Stati si stanno muovendo verso la riapertura. Lo stato di New York è tuttavia destinato a rimanere sotto strette più severe fino al 15 maggio. Intanto il presidente Donald Trump si è astenuto dal tenere un briefing con la stampa, dopo le polemiche insorte sul suo suggerimento di iniettare disinfettanti.

Per quanto attiene le altre notizie delle ultime 24 ore, c’è l’annuncio della Banca del Giappone di voler eliminare le restrizioni all’acquisto di obbligazioni. La Boj dà dunque il via a una settimana intensa per le banche centrali, con la Fed che probabilmente lascerà invariate le sue politiche dopo quasi due mesi di azione non-stop (come la riduzione dei tassi allo 0%, l’attivazione di linee di swap con altre banche centrali e un Quantitative Easing senza precedenti). La Bce, sotto pressione per espandere il suo PEPP (Pandemic Emergency Purchase Program), attualmente limitato a 750 miliardi di euro, è un’altra istituzione da tenere sotto stretto controllo in settimana: la difficile situazione delle economie – in particolare dell’Italia – e l’incapacità dei leader di concordare un significativo stimolo fiscale potrebbero costringere ad un’azione molto decisa da parte dell’istituzione di Francoforte. Christine Lagarde, Presidente della BCE, ha già dichiarato di voler fare tutto il necessario, ma potrebbe trovarsi di fronte all’opposizione dei falchi.

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