Il cambio euro dollaro è scambiato intorno a 1,12, con il biglietto verde che in condizioni di non particolare forza. L’ottimismo sulla crescita globale e l’incertezza sulla scena politica statunitense stanno infatti pesando sul dollaro, conducendolo a un fine 2019 non particolarmente dinamico.

Analisi tecnica cambio euro dollaro

L’indice di forza relativa sul grafico a quattro ore è ben al di sopra di 70 – indicando condizioni di ipercomprato – e può portare dunque ad una correzione al ribasso, nel breve termine. D’altra parte, il momentum rimane robusto e la coppia EUR/USD si mantiene al di sopra delle medie mobili semplici a 50, 100 e 200, con chiari segnali rialzisti.

Attualmente, la prima resistenza è ai recenti massimi di 1,1210, superata la quale si aprirebbero le porte per un test a 1,1230, e poi a 1,1250, anch’esso risalente all’estate. A seguire, troviamo una resistenza a 1,1330.  

Di contro, il supporto è al massimo di dicembre a 1,1190. Segue il picco di metà mese di 1,1175 e quindi quello a 1,1145, che ha raggiunto il massimo di EUR/USD più volte in dicembre, e poi 1,1130 e 1,1110.

Analisi fondamentale cambio euro dollaro

Diverse sono le ragioni sottostanti l’aumento del cambio euro dollaro.

Il driver principale – come nella maggior parte del 2019 – è stato il dollaro USA. Questa volta, a causa della sua debolezza. Il biglietto verde ha infatti ceduto e ha invertito alcune delle sue mosse all’inizio dell’anno. I gestori monetari stanno adeguando i loro portafogli di conseguenza.

Il secondo driver è l’ottimismo sulla crescita globale. Sebbene molti dubitano ancora dell’accordo commerciale USA-Cina annunciato il 13 dicembre, i mercati continuano a godere di un senso di sollievo – pesando sul dollaro in qualità di safe haven. Gli investitori attendono dunque solamente la firma dell’accordo.

Il terzo driver sono le incertezze politiche statunitensi. Il 2020 è alle porte e con esso le elezioni presidenziali americane e una lunga campagna elettorale, che si preannuncia particolarmente aspra. Prima, però, bisognerà valutare come andranno le primarie del Partito Democratico, e i caucus di febbraio. Insomma, la politica americana è in cima all’agenda per il prossimo anno e i mercati sono già in movimento.

Più sul breve termine, tra Natale e Capodanno le condizioni degli scambi sono scarse, e questo potrebbe portare ad ulteriori azioni da parte dei mercati. I piccoli ordini possono innescare un’azione sostanziale.  Il calendario economico è privo di particolari spunti, fatta eccezione la bilancia commerciale degli Stati Uniti per il mese di novembre, le vendite di case per lo stesso mese e l’indice dei responsabili degli acquisti di Chicago per il mese in corso.

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