Il cambio EUR/USD ha raggiunto quota 1,1945 la scorsa settimana, per un nuovo massimo da 2 mesi a questa parte, mantenendo così la maggior parte dei suoi guadagni. Il dollaro non ha ricevuto alcun interesse speculativo da parte del mercato, mentre l’euro è avanzata nonostante alcuni tiepidi dati macroeconomici.

Poche reazioni dagli eventi della settimana

È stata sicuramente una settimana intensa per il mercato finanziario, anche se l’effetto sui cambi non sembra aver rispecchiato tale situazione. Tra le altre cose, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha finalmente accettato di iniziare una transizione formale con l’assunzione dell’incarico da parte dello staff del Presidente eletto Joe Biden. Allo stesso tempo, ha giurato di continuare a contestare il risultato delle elezioni.

Nel frattempo, la pandemia da coronavirus sembra essere fuori controllo in tutti gli Stati americani, tranne nelle più piccole Hawaii. Le ospedalizzazioni nel Paese hanno raggiunto i record per diciassette giorni consecutivi, attualmente a quota 90 mila unità. A partire da venerdì, il Paese ha un triste primato di aver riportato circa 270 mila morti. Le cose vanno un po’ meglio in Europa dopo quasi un mese di restrizioni, anche se il Continente ha riportato 225.308 nuovi casi e 5.276 morti nella sola giornata di giovedì. La Francia si sta lentamente muovendo verso l’allentamento delle restrizioni, mentre il cancelliere tedesco Angela Merkel ha detto che alcune misure rimarranno “per il prossimo futuro”, dato che il Paese ha raggiunto il più alto tasso di mortalità giornaliera dall’inizio della pandemia.

Le speranze del vaccino si sono intiepidite un po’. AstraZeneca ha annunciato giovedì scorso che avrebbe ripetuto le sperimentazioni del vaccino, a causa di risultati contrastanti a causa di un dosaggio errato dell’antivirale sperimentale. La notizia ha ulteriormente intaccato l’umore del mercato, colpendo soprattutto quelli europei. La festa del Ringraziamento negli Stati Uniti ha tenuto a galla gli indici locali.

Crescita tiepida dei dati

Per quanto riguarda i dati, quelli macroeconomici riflettono gli effetti degli ultimi lockdown sulle economie europee. Le stime preliminari di Markit sull’attività delle imprese hanno mostrato che la produzione di servizi è crollata nell’Unione a livelli di contrazione, con le PMI che hanno registrato la lettura più bassa degli ultimi cinque anni. L’attività manifatturiera è rimasta in territorio di espansione. Le cifre di Markit negli Stati Uniti, invece, sono risultate ottimistiche, con un aumento delle azioni e del biglietto verde.

Il Prodotto Interno Lordo del terzo trimestre tedesco è stato rivisto al rialzo all’8,3%, ma il sondaggio IFO ha mostrato che le aspettative si sono contratte a novembre. Anche il sondaggio GFK sulla fiducia dei consumatori ha registrato una contrazione a dicembre, passando da -3,2 a -6,7.

Con il passare dei giorni, l’entusiasmo per i dati PMI incoraggianti degli Stati Uniti si è affievolito, poiché il Paese ha riportato una contrazione del Consumer Sentiment, sceso a 76,9 a novembre secondo l’Università del Michigan.

La prima settimana di dicembre porterà in dote le stime preliminari dei dati sull’inflazione nell’UE e in Germania e le PMI ufficiali dell’ISM di novembre negli Stati Uniti, che di solito innescano movimenti rilevanti. La Germania e l’UE presenteranno i dati sulle vendite al dettaglio di ottobre, mentre venerdì gli Stati Uniti pubblicheranno il rapporto mensile Nonfarm Payroll. Si prevede che il Paese aggiungerà 520.000 nuovi posti di lavoro a novembre, mentre il tasso di disoccupazione è previsto al 6,8%.

Analisi tecnica EUR/USD

Le letture tecniche nel grafico giornaliero suggeriscono ulteriori incrementi delle quotazioni della coppia nei prossimi giorni. Il primo livello di resistenza è posto a 1.1960, superato il quale si potrebbe aprire la strada per una target a 1.2011. I supporti, invece, sono fissati a 1,1880 e 1,1790. Discese al di sotto di questo livello sembrano abbastanza improbabili nell’attuale scenario fondamentale.

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