Il cambio euro dollaro è sceso a un nuovo minimo annuo a 1,1528. La ripresa dell’attività economica si trova di fronte a un notevole ostacolo di interruzioni della catena di approvvigionamento, considerato anche che la ripresa non è uniforme in tutto il mondo. L’impennata dei prezzi del gas e la conseguente pressione sull’inflazione fanno parte di questo scenario destinato a durare ancora per un po’ di tempo.

In questo senso, il dollaro americano sembra aver beneficiato della situazione nella sua condizione di bene rifugio, ma si è anche rafforzato sulla speculazione di un tapering imminente da parte della Fed. D’altra parte, l’euro è stato messo sotto pressione da dati macro deludenti che indicano un rallentamento della crescita nell’ultimo trimestre dell’anno.

Allo stesso tempo, gli squilibri delle banche centrali hanno influenzato il cambio. Da una parte la Federal Reserve ha da tempo anticipato la riduzione dei suoi programmi di agevolazioni legate alla pandemia, dall’altra parte la Banca Centrale Europea sembra abbastanza a suo agio nel mantenere il supporto finanziario.

L’umore del mercato è migliorato solo a metà della scorsa settimana, quando il Senato statunitense ha raggiunto un accordo sul limite del debito. Non è stata tuttavia una sorpresa, considerato che il Congresso non avrebbe lasciato che il Paese cadesse in default. Tuttavia, la notizia ha dato una bella spinta alle azioni.

Deludono i dati macro europei, ripresa un po’ più lontana

La settimana è stata ricca di dati macro, che hanno raggiunto l’apice venerdì con la pubblicazione del dossier sui salari dei lavoratori non agricoli degli Stati Uniti. Il dato ha deluso, visto che il Paese ha aggiunto solo 194 mila nuovi posti di lavoro a settembre, molto peggio dei 500 mila previsti. Il tasso di disoccupazione si è contratto al 4,8%, anche se è stato perché il tasso di partecipazione si è ridotto al 61,6%.  Il biglietto verde ha subito una pressione di vendita dopo la notizia, ma l’euro non ha potuto approfittare dell’ampia debolezza del dollaro. Come mai?

Dal canto suo, l’euro ha dovuto fare i conti con dati non certo generosi. Anzi, i dati tedeschi sono stati perfino più deludenti, poiché la maggior parte di essi ha mancato le aspettative del mercato. Gli ordini delle fabbriche di agosto sono scesi del 7,7% mensile, mentre la produzione industriale nello stesso mese è scesa del 4%. Inoltre, la bilancia commerciale ha registrato un modesto surplus di 13 miliardi di euro, con le esportazioni in calo dell’1,2%.

Gli squilibri tra USA e UE sono sempre più evidenti

L’UE ha dichiarato che le vendite al dettaglio di agosto sono cresciute dello 0,3% nel mese, mentre la fiducia degli investitori di ottobre si è contratta a 16,9 da 19,6. Infine, l’indice dei prezzi alla produzione è aumentato dell’1,1% in agosto e del 13,4% rispetto a un anno prima. Come nota positiva, Markit ha rivisto al rialzo il PMI dei servizi di settembre, anche se nell’UE l’attività commerciale è cresciuta a un ritmo più lento.

Oltreoceano, gli Stati Uniti hanno rilasciato il PMI ufficiale dei servizi ISM, che è migliorato a 61,9 punti a settembre, battendo le aspettative. Il sondaggio ADP ha sorpreso con 568 mila unità, molto meglio delle 428 mila previsti, mentre le richieste settimanali di disoccupazione si sono contratte a 326 mila unità nella settimana conclusa il 1 ottobre.

La prossima settimana inizierà con la pubblicazione da parte della Germania del sondaggio ZEW di ottobre. Porterà anche le letture finali dei dati sull’inflazione tedesca e statunitense, mentre l’evento principale saranno le vendite al dettaglio statunitensi di settembre, viste in calo dello 0,2% nel mese.

Analisi tecnica EUR/USD

Ciò premesso, il cambio EUR/USD rimane sotto il livello di 1,1600, e il grafico settimanale mostra che la coppia sta registrando perdite per la quinta settimana consecutiva. Nel grafico giornaliero, permane lo scenario ribassista. A questo punto, una rottura al di sotto del minimo annuale a 1,1528 espone la zona di prezzo 1,1460/70, un’area di resistenza statica a lungo termine e un potenziale target ribassista. Una rottura al di sotto di essa dovrebbe portare ad un test della zona di prezzo di 1,1390. Il cambio potrebbe recuperare ulteriormente se superasse quota 1,1640, anche se bisognerà poi fare i conti con la soglia di resistenza tecnica posta a 1,1700.

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