Il cambio EUR/USD ha recuperato un po’ di terreno nella parte conclusiva della settimana dopo aver raggiunto un nuovo minimo annuale a 1,1523, e finendo il trading intorno a 1,1600. Il dollaro ha ceduto terreno dopo il forte apprezzamento della settimana precedente, sebbene l’euro – dal canto suo – non abbia certo brillato in termini di forza.

Nonostante questo, il biglietto verde è lontano dal trovare un top. Il dollaro si è infatti rafforzato sulle aspettative che la Federal Reserve statunitense inizierà a ridurre il suo massiccio programma di acquisto di obbligazioni già dal prossimo novembre, sulla base di crescenti pressioni inflazionistiche. L’aumento dei rendimenti del Tesoro USA alimenta tali preoccupazioni, con la valuta americana che oscilla insieme a loro. I rendimenti elevati sostengono un dollaro più forte.

L’impennata dei prezzi dell’energia, esacerbata dal rifiuto dell’OPEC+ di aumentare la produzione in modo più moderato, ha aggiunto pressioni inflazionistiche globali. Inoltre, i colli di bottiglia della catena di approvvigionamento hanno rappresentato un altro fattore in grado di spingere i prezzi più in alto.

Il tapering della Federal Reserve

In questo scenario, almeno per il momento, i funzionari della Federal Reserve sono sembrati essere piuttosto indifferenti al report Nonfarm Payrolls pubblicato all’inizio del mese. Nel complesso, i rappresentanti della Fed hanno continuato ad accennare ad un tapering imminente, ma senza ovviamente fornire grandi dettagli.

Ad ogni modo, i verbali dell’ultima riunione, rilasciati mercoledì scorso, hanno mostrato che ci sono buone possibilità di iniziare a ridurre gli acquisti di asset a metà novembre per terminare infine a metà del 2022. Sebbene la riduzione di cui sopra sembra oramai un affare fatto, le cose sono ben diverse per quanto concerne l’aumento dei tassi. Powell & Co. hanno chiarito che tagliare il supporto finanziario non significa automaticamente un aumento dei tassi subito dopo.

Da questa parte dell’Atlantico, i tiepidi dati europei e i commenti dei policy maker della Banca centrale europea hanno continuato a minare la domanda per l’euro. La BCE è lontana dal ridurre i suoi programmi di agevolazione e mantiene una posizione piuttosto accomodante. È probabilmente la banca centrale più conservatrice in questi giorni, con i dati macroeconomici che sostengono la visione dovish.

Un buon calendario macro dagli USA

Sul lato opposto, i dati statunitensi sono stati sicuramente positivi. L’indice dei prezzi al consumo è stato pari al 5,4% a/a a settembre, leggermente al di sopra della stima preliminare. Inoltre, gli Initial Jobless Claims per la settimana terminata l’8 ottobre si sono ridotti a 293 mila unità, mentre l’inflazione alla produzione è rimasta elevata, all’8,6% a/a. Infine, le vendite al dettaglio di settembre hanno sorpreso aumentando dello 0,7% mensile, molto meglio del previsto, mentre la stima preliminare dell’indice Michigan Consumer Sentiment di ottobre si è inaspettatamente ridotta a 71,4 punti da 72,8 punti, mancando anche in questo caso le aspettative del mercato.

La prossima settimana sarà molto più leggera in termini di comunicati macroeconomici. I dati più rilevanti usciranno venerdì prossimo, quando Markit pubblicherà le stime preliminari dei suoi PMI di ottobre per l’UE e gli USA. Prima dell’evento, gli Stati Uniti pubblicheranno la produzione industriale di settembre, i dati relativi alle abitazioni e le consuete richieste settimanali di disoccupazione, mentre l’UE rilascerà la lettura finale dei dati sull’inflazione di settembre.

Analisi tecnica EUR/USD

Da un punto di vista tecnico, il cambio EUR/USD ha poche possibilità di recuperare ulteriormente. Il grafico giornaliero suggerisce che l’ultimo recupero è stato correttivo.

Ciò detto, il cambio ha un livello di supporto immediato a 1.1520, seguito dalla zona di prezzo 1.1460/70, un’area di supporto statico a lungo termine. Una rottura al di sotto di quest’ultima espone il cambio a 1,1390. Di contro, il cambio avrebbe bisogno di recuperare sopra 1,1640 per essere in grado di estendere la sua avanzata correttiva verso la zona di prezzo di 1,1800.

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