Il cambio euro dollaro EUR/USD è cresciuto fino a quota 1,2266 nel corso della settimana, per il suo massimo da gennaio, ma ha ridotto i guadagni prima della chiusura dell’ultima seduta, per finire in rosso intorno a 1,2180. Un calendario macroeconomico piuttosto debole e l’assenza di notizie di rilievo hanno contribuito a mantenere il cross all’interno di range limitati.

I mercati finanziari hanno ruotato intorno alle aspettative di inflazione degli Stati Uniti e ai loro possibili effetti sull’attuale politica monetaria. Tuttavia, i funzionari della Federal Reserve sono riusciti a raffreddare le speranze di una stretta imminente, lasciando l’interesse speculativo privo di nuovi spunti. D’altra parte, i pochi dati USA pubblicati in questi giorni hanno mostrato che la ripresa economica è in corso. Le richieste settimanali di disoccupazione sono scese a 406.000, il dato più basso da marzo 2020, mentre il prodotto interno lordo del primo trimestre è stato confermato al 6,4% su base trimestrale. Inoltre, la misura dell’inflazione preferita dalla Fed, l’indice dei prezzi PCE core, è salito al 3,6% dal 2,4% di aprile.

Banche centrali, è troppo presto per invertire la rotta

La crescita economica si sta traducendo in pressioni inflazionistiche crescenti, mettendo le banche centrali in una posizione delicata (e, tra di esse, soprattutto la Fed). Agire troppo presto potrebbe essere controproducente, poiché l’aumento dei tassi potrebbe invogliare le banche a prestare alla Fed piuttosto che ai mutuatari privati, rallentando la ripresa delle piccole imprese, e quindi il peso sulla crescita economica.

Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden dovrebbe proporre un budget da 6.000 miliardi di dollari, il più grande programma di spesa dalla seconda guerra mondiale, per rilanciare l’economia. Tra le altre cose, ha chiesto una proposta di infrastrutture da 2,3 trilioni di dollari, anche se i repubblicani del Senato hanno in programma una controfferta di 928 miliardi di dollari. Il presidente Biden ha detto che vorrebbe raggiungere un consenso con l’opposizione.

Per quanto concerne il vecchio Continente, la Banca centrale europea ha ribadito più volte che la politica monetaria rimarrà “molto accomodante” in un contesto di persistente bassa inflazione.

Analisi tecnica EUR/USD

Il cambio EUR/USD sembra essere sull’orlo di un breakout ribassista, considerato che la domanda per il biglietto verde ha accelerato verso la chiusura settimanale.

Nel grafico settimanale, le letture tecniche sono diventate neutrali, ma dato che la coppia è vicina a un massimo di più settimane, il potenziale ribassista è limitato. Gli indicatori tecnici mancano di forza direzionale, con il Momentum appena sopra la sua linea mediana e l’RSI a 57.

Un livello di supporto tecnico rilevante si trova oggi a 1,2125, dove la coppia ha toccato il fondo la scorsa settimana. Una volta al di sotto di esso, il livello da tenere sotto controllo è a 1,2030. Una rottura sotto quota 1,2000 potrebbe aprire le porte a un’estensione ribassista a 1,1860.

Per quanto concerne invece le resistenze, superata quella a 1,2200 bisognerà tenere sotto controllo quelle a quota 1,2280 e 1,2349.

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