Accanto ai sistemi metallici o facenti riferimento al valore monetario metallico, sussiste il sistema cartaceo o della carta moneta inconvertibile, detto anche corso forzoso.

In tale sistema, a differenza di quello a corso legale, in cui il biglietto circola per comodità (essendo sempre convertibile in oro) il biglietto circola per necessità e non è convertibile; in altre parole, nel sistema a corso forzoso il biglietto di banca cessa di essere un titolo rappresentativo della moneta e diviene esso stesso vera e propria moneta con potere liberatorio illimitato (cosiddetta carta moneta). Il sistema del corso forzoso della moneta trova il proprio fondamento nella teoria cartalista della moneta, secondo la quale il valore della moneta non si identifica con il valore mercantile incorporato in ogni pezzo monetario, ma è quello, per contro, che a ciascuna moneta viene conferito dallo Stato.

Perché lo Stato ricorre all’uso del corso forzoso della moneta?

Le ragioni che possono indurre Lo Stato alla istituzione del corso forzoso possono essere sia di carattere internazionale sia di carattere interno. Nel primo caso, il corso forzoso è determinato dalla diminuzione di riserva aurea, dovuta, ad esempio, ad un deficit nella bilancia dei pagamenti (e cioè nei rapporti di dare ed avere con l’estero) che abbia natura permanente. Per ragioni interne, si può giungere al corso forzoso quando aumenta la circolazione fiduciaria, o perché le banche hanno esagerato nella concessione di prestiti e di operazioni di sconto, o perché (e questa è la causa più frequente) sotto la pressione di grandi e straordinarie spese pubbliche, la Tesoreria dello Stato chiede alla banca di emissione forti anticipazioni. In entrambi i casi precisati, lo Stato si vede costretto a decretare il provvedimento che dà luogo ad alcuni fenomeni caratteristici e cioè:

a) rialzo del livello generale dei prezzi, come conseguenza del deprezzamento monetario. Si noti, infatti, che, anche dopo la dichiarazione del corso forzoso, il potere di acquisto del biglietto potrebbe rimanere stabile se, come insegna la teoria quantitativa, ne rimanesse inalterata la quantità in circolazione. Ma l’esperienza insegna che in questi sistemi il volume dei biglietti in circolazione tende ad aumentare progressivamente e, pertanto, ove non sia accompagnato da un proporzionato sviluppo produttivo, il potere d’acquisto monetario tende a diminuire, con conseguente aumento del prezzo dei beni e dei servizi;

b) fuga dell’oro, in conseguenza del progressivo tesoreggiamento delle moneta d’oro e d’argento, come insegna la legge di Gresham;

c) rialzo del cambio estero, essendo i prezzi all’estero espressi in oro ed essendo aumentato il valore di quest’ultimo (come quello di tutte le altre merci) il cambio estero tende tanto più ad aumentare quanto più la moneta si deprezza.

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