Sono passati ormai quasi 10 anni e mezzo dal fallimento della Lehman Brothers, quella che era la quarta banca commerciale degli Stati Uniti d’America, divenuta il simbolo della crisi dei mutui subprime che colpì l’America (e il mondo intero) nel 2008.

A livello economico molti Stati, compresa l’Italia, non sono ancora tornati ai livelli pre-crisi, ossia prima del 2008. Le ripercussioni sociali ed economiche sono state pesanti e molto grandi, il sospetto che la recessione sarebbe durata decenni non era così remoto. La decrescita economica ci fu e solo negli ultimi anni tutti i Paesi dell’UE e del G8 hanno unanimemente ripreso a vedere il proprio PIL col segno più.

In questa riflessione vogliamo porre l’accento su cosa abbiamo imparato e dove ancora sbagliamo dopo la pesantissima crisi finanziaria del 2008, che culminò col fallimento della Lehman Brothers.

Crisi dei mutui subprime

Cosa abbiamo imparato e dove ancora sbagliamo?

Crisi dei mutui subprime

Prima di iniziare a riflettere sugli sbagli commessi e che continuiamo a commettere, apriamo una breve parentesi sulla crisi dei mutui subprime per spiegare di cosa si è trattato e perché è scoppiata.

La crisi scoppiò verso la fine del 2006, ovvero quando molte persone che avevano chiesto un mutuo erano diventati insolventi, ovvero non erano in grado di pagare le rate e di conseguenza le banche perdevano la liquidità che gli spettava. Principalmente la causa fu dovuta al rialzo dei tassi di interesse, infatti molti americani aprirono il proprio mutuo a un tasso variabile, all’epoca molto vantaggioso, ma al tempo stesso rischioso perché in caso di rialzi diventava molto esoso.

Fu solo questa la causa? Certamente no. All’epoca le banche americane offrivano mutui a chiunque, senza considerare il loro lavoro, patrimonio e possibilità effettive di poter saldare il debito. Per questa ragione molti americani comprarono anche più di una casa, convinti che prima o poi sarebbero riusciti a ripagarle.

La crisi dei mutui subprime fece da effetto domino ed ebbe effetti collaterali sull’intero sistema economico e finanziario americano (e in seguito mondiale), ad essere colpito maggiormente fu il settore bancario. Le responsabilità di tale disastro può essere attribuibile sia a chi contrasse debiti senza avere alcuna possibilità di ripagarli, ma soprattutto anche da chi era dall’altra parte della trattativa.

Molti hanno accusato i mediatori creditizi di aver fatto credere a chi sottoscriveva il mutuo che sarebbe stato in grado di ripagarlo. Altre accuse arrivarono ai periti, colpevoli di aver alzato artificialmente i prezzi delle case; altri ancora hanno puntato il dito contro le autorità governative che non hanno controllato a sufficienza l’opera dei prestatori subprime.

Col senno di poi è molto facile dire che la bolla immobiliare era prevedibile e che quei titoli comprendenti i mutui subprime erano in realtà spazzatura, all’epoca solo in pochi se ne accorsero. Un interessante film a riguardo è sicuramente “The Big Short“, in italiano “La Grande Scommessa“, dove si parla proprio della crisi dei mutui subprime e di chi se ne accorse facendo anche guadagni da capogiro.

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Cosa abbiamo imparato

Crisi dei mutui

Cosa abbiamo imparato dalla crisi finanziaria?

Da quella crisi finanziaria cosa ha imparato il mondo della finanza, ma soprattutto gli investitori? Abbiamo selezionato due fattori.

Mutui più difficili

Innanzitutto le banche sono più accorte nel fornire prestiti o mutui, verificando prima la solvibilità del cliente. Se da una parte questo può essere positivo perché così facendo la banca pone più attenzione al proprio bilancio, possiamo però dall’altra parte affermare che questo non sempre può essere considerato un bene per la comunità.

Infatti oggi è molto più difficile accedere a un mutuo, soprattutto per i più giovani che spesso non hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato fra i 20 e i 30 anni. Per poter chiedere un mutuo molti giovani sono infatti costretti a chiedere aiuto ai propri genitori, che per la banca rappresentano una “garanzia” per la solvibilità del debito contratto.

Consulente di fiducia

Questo punto può essere facilmente contestato soprattutto perché come abbiamo visto molte banche erano coinvolte nel disastro della crisi. Un consulente finanziario di fiducia però può aiutarvi nella scelta degli investimenti senza fare azzardi e considerando il vostro stato patrimoniale.

L’educazione finanziaria è molto importante e ancora oggi purtroppo è carente, per questa ragione rivolgersi a un esperto può essere la via meno rischiosa da percorrere in tema di investimenti. In caso contrario è opportuno studiare e formarsi prima di fare investimenti di alcun tipo o fare trading online da casa tramite broker Forex e CFD.

Dove sbagliamo ancora

Purtroppo ci sono ancora alcuni punti dove secondo noi il mondo della finanza, dell’economia e anche della politica continua a sbagliare non facendo tesoro della crisi finanziaria. Anche qui abbiamo selezionato due fattori.

Troppo debito

Uno dei problemi della crisi è stato sicuramente l’eccesso di debito, la Lehman Brothers quando ha dichiarato bancarotta il 15 settembre 2018 aveva debiti bancari pari a 613 miliardi di dollari, ma generalmente molti altri istituti bancari o di credito avevano contratto debiti senza precedenti.

Sebbene la crisi del debito USA terminò relativamente presto, all’incirca nel 2012 grazie a un pesantissimo aiuto statale, la questione del debito eccessivo non è stata del tutto risolta, specialmente in Italia. Il nostro Paese per molti anni ha conosciuto una crescita economica grazie alla svalutazione monetaria che ha portato benefici nell’immediato, ma problemi nel lungo termine; e all’aumento del debito pubblico, il quale non ha mai smesso di ingrossarsi.

Il problema del debito pubblico è in realtà principalmente italiano e greco. Nel nostro Paese la classe politica non ha ben recepito il messaggio arrivato dalla crisi finanziaria in merito al debito pubblico, dal momento che si promuovono tutt’ora leggi di bilancio in deficit, che mirano quindi a effettuare riforme indebitandosi.

Celebre è la manovra economica italiana per il 2019, che portò a un braccio di ferro fra la Commissione Europea e il governo italiano proprio per via dell’aumento di debito.

Investimenti senza controllo

Purtroppo molte persone ancora oggi continuano a investire senza considerare il proprio capitale a disposizione nella speranza di poter cambiare stile di vita con un investimento rischioso. Non c’è nulla di più sbagliato, dato che errori di questo tipo possono portare a conseguenze disastrose.

Un attento money management andrebbe fatto su qualsiasi tipo di investimento, bisogna considerare i rischi e investire solo se si ha del capitale che si è disposti a perdere. Ovvero quel capitale che non intacca in alcun modo la solidità della famiglia e personale.

Se ci leggete da molto tempo saprete senz’altro che noi di Meteofinanza.com crediamo nell’investimento con coscienza, ma soprattutto senza esporsi più delle proprie possibilità. Non pensiamo sia sbagliato investire, ma crediamo per farlo ci debbano essere delle condizioni economiche personali favorevoli. Inoltre è bene calibrare la quantità di denaro investito e non sperare subito in un guadagno lampo, perché spesso quest’ultimo non avviene e il rischio di perdere denaro è altissimo.

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I rischi in questo tipo di investimento sono tuttavia alti e i broker regolamentati specificano sempre qual è la percentuale di trader che perde denaro al primo anno di attività. Esistono inoltre molti broker truffa, ovvero broker non autorizzati che di conseguenza sono illegali perché non seguono le norme vigenti.

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