Criptovalute: S&P Global Ratings tranquillizza gli investitori (e intanto su Bitcoin continua a succedere di tutto…)

S&P Global Ratings ha respinto al mittente i timori legati al fatto che – come “sancito” da più parti – le criptovalute avrebbero il potenziale per far crollare il sistema finanziario globale. L’agenzia ha invece ricondotto su più miti consigli anche gli scenari più nefasti, affermando che si è fatto “molto rumore per nulla”.

Di fatti, in una nota pubblicata ieri, l’agenzia di rating ha dichiarato che le criptovalute avrebbero “un effetto insignificante sulla stabilità finanziaria globale se il loro valore dovesse collassare” e non rappresentassero nemmeno una minaccia per le banche.

“A nostro avviso, nella sua versione attuale, una criptovaluta è uno strumento speculativo, e un collasso del suo valore di mercato sarebbe solo un’increspatura nel settore dei servizi finanziari, ancora troppo piccolo per disturbare la stabilità o influenzare l’affidabilità creditizia delle banche che valutiamo” – ha dichiarato l’analista S&P Mohamed Damak.

Una dichiarazione di rassicurazione che arriva dopo l’esplicitazione di evidenti timori da più parti. Si pensi alle affermazioni della Futures Industry Association (FIA), che si lamenta che l’elevata volatilità del Bitcoin poteva creare rischi finanziari, o alle affermazioni di Yves Mersh, dalla BCE, che appena la scorsa settimana ha avvertito dei “crescenti rischi di contagio e di contaminazione del sistema finanziario“ da parte delle criptovalute.

Damak e il suo team non sembrano invece esser dello stesso avviso. “Se il valore delle criptovalute dovesse diminuire sostanzialmente, ci aspetteremmo che gli investitori al dettaglio subiscano la maggior parte dell’impatto”. S&P ha poi suggerito che un crollo dei prezzi potrebbe essere probabile, in quanto il mercato ha “molte caratteristiche di una bolla tradizionale”.

Ad ogni modo, nonostante minimizzi l’importanza delle criptovalute, S&P ha assunto un atteggiamento rialzista sulle prospettive della blockchain, la tecnologia alla base del Bitcoin e di altre criptovalute. La tecnologia blockchain, un ledger distribuito, permette di condividere un database aggiornato in tempi molto rapidi, in maniera tale che tutte le parti impegnate in rete possano consultarlo.

Ebbene, aggiunge Damak, “la tecnologia blockchain (…) potrebbe essere un disgregatore positivo per varie catene di valore finanziarie: se ampiamente adottata, la blockchain potrebbe avere un impatto significativo e duraturo sulla celerità, sulla tracciabilità e sul costo delle transazioni finanziarie”.

Il team di S&P ha poi integrato che “la creazione di una criptovaluta sostenuta da una banca centrale che offre ai cittadini l’accesso diretto al libro mastro di questa banca centrale è potenzialmente un punto di svolta per le banche, così come le conosciamo. Ciò non significa che le banche scompariranno, ma significherebbe un significativo cambiamento nel modo in cui fanno affari”.

Intanto, su Bitcoin continua a succedere praticamente di tutto. Domenica scorsa, il prezzo della criptovaluta è salito a 11,328 dollari in seguito alla notizia secondo la quale un investitore sconosciuto aveva acquistato 344 milioni di dollari di valuta tra il 9 febbraio e il 12 febbraio. Dopo la notizia di questa maxi operazione, altri investitori hanno immesso denaro nella cripto-attività, contribuendo ad innalzare le sue quotazioni.

Non sono sicuro di chi fosse quel grande acquirente, ma molti hanno fatto tesoro di questa notizia e hanno partecipato al rimbalzo. E così, più dell’80% delle criptovalute della lista di Coinmarketcap sono state scambiate in rialzo nella successiva giornata di lunedì.

Sempre nelle stesse ore, Vitalik Buterin, fondatore di Ethereum, la seconda criptovaluta più importante del mondo in termini di capitalizzazione, e più grande piattaforma per Initial Coin Offerings (ICOs), ha avvertito gli investitori che il denaro digitale rimane una risorsa molto rischiosa…

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