Titoli di StatoI CTz, i Certificati del tesoro zero coupon, sono dei particolari titoli di Stato privi di cedola, con scadenza pari a 24 mesi, in grado di rappresentare un tassello utile per la conduzione della propria personale strategia di investimento interessante. Ma come funzionano? Quale è il loro rendimento? E come investire in essi?

Che cosa sono i CTz

Per poter rispondere ai quesiti di cui sopra, cominciamo con il rammentare che i CTz o Certificati del Tesoro zero coupon sono titoli obbligazionari che non hanno una cedola, ma hanno un tasso fisso e una durata pari o inferiore a 2 anni.

Ne deriva che il rendimento dei CTz non sarà determinato dallo stacco delle cedole, ma solamente dal differenziale che intercorre tra il valore di rimborso (pari al valore nominale) ed il prezzo di emissione (sotto la pari), con un funzionamento che ricorda quello dei Bot.

Il collocamento sul mercato primario dei Certificati del Tesoro zero coupon avviene mediante un’asta marginale sul prezzo, e successiva quotazione sui mercati regolamentati come il MOT e MTS. I lotti minimi attraverso cui è possibile partecipare all’asta sul mercato telematico delle obbligazioni e dei Titoli di Stato (MOT) sono pari a 1.000 euro (o multipli), mentre sul mercato telematico all’ingrosso dei titoli di Stato (MTS) gli scambi non devono essere inferiori a 2,5 milioni di euro.

Come investire in asta con i CTz

Se avete intenzione di investire con i CTz, dovete rivolgervi necessariamente a uno degli operatori che è abilitato a operare sul mercato primario, oppure acquistare post-asta – sul mercato secondario – gli stessi titoli, sempre attraverso un servizio di intermediazione autorizzato.

Tornando all’asta di collocamento dei titoli sul mercato primario, la sua esecuzione è affidata alla Banca d’Italia, con l’emissione dei titoli che avverrà mediante un’asta marginale con determinazione discrezionale del prezzo di aggiudicazione e del quantitativo emesso sul mercato (i termini vengono fissati da un decreto ad hoc).

Conosciuto il valore di sottoscrizione, è dunque facile conteggiare il rendimento: sarà infatti determinato dal differenziale di tale prezzo con il valore nominale.

Quale è il trattamento fiscale dei CTz

I CTz sono soggetti ad una ritenuta fiscale del 12,50% sullo scarto di emissione, applicata in sede di rimborso. Anche in questo caso, può dunque essere utile rammentare come i Certificati del Tesoro abbiano caratteristiche molto simili a quelle dei Buoni Ordinari del Tesoro, con la differenza evidente che in questo caso la durata è superiore.

Il calendario del CTz

L’asta dei CTz avviene con cadenza mensile, in coincidenza con l’asta dei BTP.

Per poterne sapere di più vi rinviamo al sito internet del Dipartimento del Tesoro e, di qui, ai “calendari emissioni”, dove sono disponibili i calendari dell’anno corrente e degli anni precedenti.

Cliccando sul calendario delle emissioni 2022 potrete dunque scorgere i prossimi appuntamenti con le aste dei Certificati in questione, previste alla fine del mese (intorno al 27, con regolamento qualche giorno successivo).

Opinioni CTz

Ma conviene investire in CTz?

La domanda è ricorrente, ma la risposta non può che essere la medesima: dipende tutto dalla vostra strategia di asset allocation e di gestione del portafoglio.

Analizzati gli elementi di cui sopra, i CTz potrebbero ben rappresentare una valida scelta: si tratta d’altronde di un investimento interessante per tutti i risparmiatori, con rischi molto bassi scadenza pari o inferiore a 2 anni, e rendimento fisso, dato dallo scarto tra il valore di rimborso ed il prezzo di emissione.

Trattandosi di titoli zero coupon, ovvero senza la presenza della cedola, questi titoli saranno in grado di assicurarvi un rendimento il cui calcolo è semplice e certo.

Per quanto poi concerne la massimizzazione del loro rendimento, la convenienza a investire in CTz cresce nei periodi in cui si prevede un andamento decrescente dell’inflazione, visto e considerato che proteggerà il vostro rendimento da una condizione di tassi decrescenti.

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