Goldman Sachs cambia rotta su Aker BP, uno dei principali attori norvegesi nel settore dell’esplorazione e produzione di petrolio e gas, declassando il titolo da “neutrale” a “vendere”. La decisione riflette una crescente preoccupazione per le difficoltà finanziarie a breve termine e l’esposizione dell’azienda a un contesto macro sempre più incerto.

Indice
Valutazione invariata, ma rischio in aumento
Nonostante il target di prezzo a 12 mesi resti fissato a 230 corone norvegesi, gli analisti prevedono un potenziale ribasso del 9% rispetto alle quotazioni attuali.
Il cuore della revisione sta in una combinazione di fattori negativi: investimenti crescenti, copertura limitata contro la flessione del petrolio, e una forte sensibilità al Brent, la principale referenza del mercato.
Aker BP risulta essere tra le società europee più dipendenti dal prezzo del Brent. Le previsioni di Goldman indicano un prezzo del greggio di 64 dollari al barile nel 2025 e 65 dollari nel 2026, valori che si collocano rispettivamente al 6% e 4% sotto le attese del mercato. Questo si traduce in stime di utili inferiori del 17% e 18% rispetto al consenso per quegli anni.
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Copertura al ribasso rispetto ai concorrenti
A preoccupare è anche la gestione del rischio. Aker BP ha coperto appena il 15% dell’esposizione al prezzo del petrolio per il 2025, utilizzando opzioni put a 65 dollari al barile.
In confronto, concorrenti come Ithaca Energy e Harbour Energy hanno coperture del 29%, lasciando Aker BP molto più vulnerabile alla volatilità del mercato.
Il piano di investimento per il 2025 prevede un impegno compreso tra 5,5 e 6 miliardi di dollari, cifra che include anche 200 milioni di dollari di spese posticipate dal 2024 e costi aggiuntivi per l’espansione della scoperta di East Frigg, ora integrata nel progetto Yggdrasil.
L’inclusione di East Frigg porta le stime totali del progetto a oltre 1 miliardo di barili di petrolio equivalente.
- Investimenti previsti nel 2025: 5,5-6 miliardi di dollari
- Riporto spese dal 2024: 0,2 miliardi di dollari
- Nuovi costi per East Frigg, parte di Yggdrasil
- Volume stimato del progetto aumentato da 650 a 700 milioni di barili
- Ambizione complessiva: oltre 1 miliardo di barili equivalenti
Secondo Goldman Sachs, la leva finanziaria dell’azienda è destinata ad aumentare fino al 2026, con un miglioramento solo a partire dal 2027, quando è prevista una crescita sostanziale della produzione.
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Un portafoglio solido oscurato da problemi di breve periodo
Nonostante la solidità operativa di Aker BP, con bassi costi di estrazione e basse emissioni, gli analisti ritengono che le pressioni finanziarie e la vulnerabilità ai prezzi oscurino i punti di forza del portafoglio.
Guardando oltre il petrolio, Aker BP prevede che il gas rappresenterà circa il 20% della produzione entro il 2028, rispetto al 12% del 2024. Questa crescita è legata soprattutto allo sviluppo del progetto Yggdrasil. Tuttavia, Goldman prevede un ciclo ribassista per i prezzi del gas in Europa a partire dal 2027, causato da un aumento dell’offerta globale di GNL.
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Valutazione elevata rispetto al settore
Nonostante una buona performance nel primo trimestre e prezzi del Brent superiori ai 65 dollari al barile, il titolo Aker BP ha registrato una sovraperformance del 5% rispetto ai concorrenti dall’inizio dell’anno.
Tuttavia, viene attualmente scambiato con un premio del 23% rispetto al settore per il rapporto EV/2P Reserves e del 55% per l’EV/DACF 2025, livelli che Goldman Sachs considera non più giustificabili alla luce del rischio crescente.
Il giacimento petrolifero Johan Sverdrup, uno dei più efficienti al mondo in termini di costi, continua a rappresentare un pilastro per la produzione di Aker BP.
Equinor ha confermato che la produzione resterà stabile nel 2025 e si attende una decisione finale di investimento per la Fase 3 nel corso del secondo trimestre. Ma, anche in questo caso, i rischi di breve termine prevalgono, spingendo Goldman Sachs a mantenere una visione cauta sul titolo.
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