La bilancia dei pagamenti è un elemento macro informativo che è spesso in grado di intercettare l’attenzione degli investitori sui mercati finanziari. Ma per quale motivo? Che cosa è la bilancia dei pagamenti? E quali informazioni possiamo trarre su di essa e da essa?

Che cosa è la bilancia dei pagamenti

La bilancia dei pagamenti è la registrazione delle transazioni che vengono effettuate dai residenti di un Paese, nei confronti del resto del mondo. Si tratta pertanto di uno schema contabile che ha come obiettivo quello di rilevare le operazioni che vengono effettuate tra i residenti di un’economia e i non residenti in un determinato periodo di tempo.

Da cosa è composta la bilancia dei pagamenti

La bilancia dei pagamenti è composta da due conti principali.

Il primo, denominato Conto delle Partite Correnti (Bilancia Commerciale), è riferito al commercio in beni e servizi; il secondo, denominato Conto Capitale, riguarda invece gli acquisti e le vendite di attività finanziarie e reali come le azioni, le obbligazioni e gli immobili).

Per definizione, la bilancia dei pagamenti non potrà che risultare sempre in pareggio, con conseguente compensazione dei due conti. In altre parole, se un Paese dovesse essere in grado di registrare un disavanzo della parte commerciale (ovvero, un deficit determinato dal fatto che in un periodo di tempo ha importato più di quanto ha esportato) dovrà finanziarsi all’estero generando un surplus sul Conto Capitale (ovvero, facendo entrare dei capitali esteri nel Paese). Risulta intuibile che se, di contro, un Paese presenta un avanzo della parte commerciale, disporrà di denaro da investire all’estero alimentando il Conto Capitale.

Insomma, fermo restando che il saldo della bilancia dei pagamenti dovrà essere pari a zero, con l’analisi delle oscillazioni dei due conti l’analista (e l’investitore) comprende come stia andando la dinamica dei flussi di capitale di un Paese e comprendere se stiano entrando o uscendo.

L’importanza della bilancia commerciale

Dei due conti, quello che cattura le maggiori attenzioni da parte degli osservatori è probabilmente la Bilancia Commerciale (cioè, il Conto delle Partite Correnti). Al suo interno, la voce alla quale si attribuisce la maggiore rilevanza è il Saldo Commerciale, che riporta la differenza tra le esportazioni e le importazioni, facendoci comprendere se, e quanto, un Paese è prevalentemente esportatore o importatore. Un tipico esempio di Paese importatore è quello degli Stati Uniti, che mostra un costante deficit delle partite correnti, mentre un tipico esempio di Paese esportatore è la Cina.

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Ma perché il saldo della Bilancia Commerciale è così importante e viene assunto come un indicatore economico che sarebbe opportuno non perdere in sede di analisi?

La risposta è presto detta. Esemplificando l’osservazione che è possibile replicare su tale indicatore, possiamo ben rammentare che quando tale indicatore è positivo il Paese si trova in una condizione di Avanzo Commerciale, indicando che l’economia di quel determinato Paese può soddisfare la domanda interna di beni e servizi coi propri mezzi. Di contro, quando l’indicatore ha un saldo negativo, il Paese si trova in una condizione di Disavanzo Commerciale, indicando così un’economia che dipende almeno in parte da beni provenienti dall’estero.

Bilancia commerciale e azioni di politica monetaria

L’andamento della bilancia commerciale è in grado di influenzare le decisioni delle autorità monetarie (in Europa la BCE, negli Stati Uniti la Fed), visto e considerato che il problema principale legato alla presenza di disavanzi commerciali sarà rappresentato dalla necessità di procurarsi la valuta estera necessaria a pagare la differenza tra esportazioni e importazioni (e agire così in compensazione con il Conto Capitale). Come fare?

Per poter raggiungere lo scopo di cui sopra le autorità monetarie possono agire in diversi modi. Possono ad esempio ricorrere alle riserve ufficiali in valuta (almeno in parte, perché le disponibilità potrebbero non essere esagerate e, dunque, potrebbero risultare insufficienti per coprire i disavanzi commerciali di lunga durata), oppure possono domandare prestiti internazionali (con il rischio di appesantire eccessivamente il debito estero). Una alternativa – ma naturalmente non direttamente manovrabile dalla banca centrale – è quella svalutare la moneta nazionale, rendendo così più costose le valute estere e quindi le importazioni, e di contro favorendo e rendendo più convenienti le esportazioni, in maniera tale da riequilibrare la Bilancia Commerciale.

Bilancia commerciale, quali ripercussioni sui mercati

Anche se non è facile cercare di creare delle relazioni dirette tra le informazioni della bilancia commerciale e i riflessi sui mercati finanziari, in linea di massima è logico attendersi delle ripercussioni negative sui principali mercati finanziari nel momento in cui la bilancia commerciale di un determinato Paese si trova in uno stato strutturalmente deficitario. Come abbiamo già avuto modo di vedere, infatti, in questo caso il Paese risulta essere non abbastanza autosufficiente e ha bisogno di acquistare beni dall’estero per il proprio sostentamento. La conseguenza che le spese sostenute per il sostentamento siano più elevate dei ricavi incassati dalle esportazioni, può influenzare negativamente sulle proiezioni economico-finanziarie, fermo restando l’impatto di altri indicatori.

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