Obbligazioni subordinate: cosa sono, come funzionano e perchè sono rischiose ? Si sente spesso parlare di obbligazioni subordinate Unicredit, Mps, Banco Popolare, MedioBanca, Intesa San Paolo. Ma cos’è un obbligazione subordinata? Più volte salite (ingloriosamente) alla cronaca finanziaria, le obbligazioni subordinate rappresentano una particolare tipologia obbligazionaria che da tempo è frequentemente utilizzata dalle banche italiane. Ma perchè i bond subordinati sono divenuti così celebri, e non sempre in termini positivi? (Un’altra tipologia che abbiamo trattato sono le obbligazioni strutturate.

Obbligazioni subordinate e ordine di rimborso

Per cercare di fornire una pronta risposta al quesito in apertura del nostro odierno approfondimento, cominciamo con il rammentare che le obbligazioni subordinate rappresentano degli strumenti ibridi tra le obbligazioni vere e proprie e le azioni, considerando che sebbene si tratti di titoli obbligazionari, sia comunque vero che il pagamento delle cedole e il rimborso del capitale può essere subordinato al non verificarsi di eventi sfavorevoli nella gestione della società emittente.

Proprio per questo motivo le obbligazioni subordinate sono tradizionalmente suddivise in classi, sulla base della c.d. “seniority“, ovvero della priorità con cui verranno pagati gli interessi e verrà rimborsato il capitale nei momenti di criticità della società emittente. I livelli (tier) di seniority sono Tier 3, Lower Tier 2, Upper Tier 2, Tier 1.

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Cosa accade in caso di default dell’emittente

Ora che abbiamo compreso cosa sono le obbligazioni subordinate, può essere utile compiere un piccolo passo in avanti e cercare di comprendere che cosa accada ai titolari di obbligazioni subordinate nelle ipotesi di dissesto della società emittente: si tratta di un concetto molto importante da comprendere e che – in fondo – è alla base di alcune recenti polemiche finanziarie, e potrebbe essere altresì alla base di una vostra migliore valutazione dell’investimento, la prossima volta che la banca vi propone un titolo subordinato Tier 1.

Di fatti, nelle ipotesi di default del soggetto emittente, verrebbero prima pagate tutte le obbligazioni “comuni” (chiamate anche obbligazioni senior, o non subordinate) e solamente dopo le obbligazioni subordinate, seguendo l’ordine che sopra abbiamo riportate.

Ne consegue, in misura chiara, che sottoscrivere un’obbligazione senior sia ben diverso dal sottoscrivere un’obbligazione subordinata, visto e considerato che il livello di rischio di quest’ultima è maggiore della prima e, come tale, andrebbe remunerata un pò di più. Per poter valutare correttamente il rischio e, più in generale, gli svantaggi legati alla presenza di obbligazioni subordinate nel proprio portafoglio (del principale, l’extra rendimento, abbiamo già detto), si deve anche tenere in considerazione che anche senza arrivare al fallimento, esiste comunque la possibilità che venga differito, oppure sospeso, il solo pagamento della cedola, o anche che il valore di rimborso venga decurtato.

Per quanto intuibile, gli svantaggi delle obbligazioni subordinate per il loro possessore rappresentano degli importanti benefici per la società emittente: per la società che ha emesso i titoli obbligazionari subordinati, infatti, questi bond avranno un minore peso nel computo della propria solidità finanziaria, visto e valutato che il loro rimborso – come abbiamo già visto – può essere sottoposto a condizioni ben precise. A sua volta, questo minore peso genererà un miglioramento dei suoi indicatori patrimoniali. Lo svantaggio per l’emittente è invece legato alla necessità di remunerare maggiormente i titoli subordinati: trattandosi di obbligazioni a maggior rischio per il loro possessore, l’emittente dovrà “invogliare” la loro sottoscrizione mediante un interesse più elevato.

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Da Tier 3 a Tier 1: un mondo di opportunità e di rischi

In conclusione di questo nostro breve approfondimento sulle obbligazioni subordinate, può essere utile cercare di riepilogare quali sono le principali caratteristiche delle varie obbligazioni subordinate, in maniera tale che possiate valutare più congruamente le proposte delle banche nell’ipotesi in cui vi vengano offerte come “straordinariamente” convenienti dei bond non senior.

Cominciamo dalle obbligazioni di livello Tier 3 che, se avete letto con attenzione le righe che precedono, dovreste già aver compreso che rappresentano le più privilegiate all’interno delle subordinate. Queste obbligazioni hanno di norma una scadenza breve, tra i 2 e i 4 anni: nelle ipotesi in cui la banca subisca delle perdite, non riuscirà a ripianarle utilizzando le somme provenienti da uesti titoli.

Scendendo di “priorità” nel pagamento degli interessi e nel rimborso del capitale, troviamo le obbligazioni Lower Tier 2: si tratta di titoli obbligazionari un pò meno protetti rispetto ai Tier 3, ma che possono comunque considerarsi “discretamente” privilegiati. Il pagamento delle cedole viene infatti bloccato solamente nelle ipotesi in cui si manifesti un grave caso di insolvenza: il rimborso anticipato potrà avvenire solo su iniziativa dell’emittente, dietro autorizzazione della Banca d’Italia. La durata del rapporto dovrà essere pari o superiore a 5 anni, e qualora sia indeterminata dovrà prevedere un preavviso di almeno 5 anni prima del rimborso.

Scendendo ancora troviamo i titoli Upper Tier 2: grossolanamente, possiamo dire che è da questo momento in poi che l’obbligazionista sente il peso della subordinazione in misura molto consistente. Si tratta di bond che hanno una durata minima pari a 10 anni e che, nel caso di andamenti negativi, non prevedono la cancellazione delle cedole (come vedremo) bensì solo la sospensione: le cedole verranno infatti pagate successivamente al primo anno in cui l’emittente otterrà un utile.

Arriviamo infine alle obbligazioni Tier 1, che in caso di andamenti negativi della gestione o di liquidazione della società, garantiscono solamente il privilegio rispetto ai detentori di azioni, ma sono subordinate rispetto a tutti gli altri crediti. Le cedole di queste obbligazioni possono inoltre essere cancellate nelle ipotesi in cui l’emittente non paghi il dividendo agli analisti.

Ma conviene sottoscrivere un’obbligazione subordinata?

In conclusione di tale focus, cerchiamo dunque di comprendere se sottoscrivere un’obbligazione subordinata possa o meno essere conveniente. Naturalmente, non vi è una risposta univoca, ma possiamo comunque cercare di fissare alcuni concetti che potrebbero orientare positivamente il vostro trading con i bond non senior. Ricordate, pertanto, che:

rischio: le obbligazioni subordinate sono la tipologia più rischiosa di obbligazioni, e che il rimborso di capitale e interessi non sono certi (ma esistono diversi livelli di rischio, come sopra abbiamo documentato).

vantaggio: acquistando le obbligazioni subordinate riuscirete a ottenere un elevato rendimento.

– azione o bond subordinato: i bond subordinati hanno un livello di rischio inferiore a quello delle azioni ma spesso sono emessi con tagli minimi piuttosto elevati e, dunque, con un rischio “aggiuntivo” in termini di dimensione minima dell’investimento.

esperienza: per i motivi di cui sopra, i titoli obbligazionari subordinati sono destinati principalmente ai patrimoni di investitori con livelli di esperienza medio/elevati.

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