Si possono ridurre le imposte grazie alle minusvalenze? In un certo senso sì ed è un modo assolutamente legale e autorizzato dallo Stato, ma vediamo solo in che occasione e quale situazione pregressa deve verificarsi.
Partiamo dal presupposto che questo non è un consiglio di investimento, ma solo una spiegazione su come sfruttare la legislazione vigente per pagare meno tasse sulle rendite finanziarie grazie alla presenza di minusvalenze accumulate.
Cosa sono le minusvalenze e le plusvalenze?

Minusvalenze e Plusvalenze
Prima di iniziare cerchiamo di capire cosa sono le minusvalenze e cosa sono le plusvalenze. La comprensione del loro significato ci aiuterà nella spiegazione dell’argomento che abbiamo oggi in oggetto.
Per plusvalenza si intende la vendita di un bene immobilare o mobiliare con valore più alto rispetto al prezzo di acquisto. Dunque se ipoteticamente comprassimo 1.000 azioni di una società a 1€ l’una spendendo 1.000€ e le rivendessimo tutte a 2€ l’una, ottenendo un profitto di 2.000€ , avremmo una plusvalenza di 1.000€.
La minusvalenza non è altro che il contrario della plusvalenza, ovvero la vendita con valore più basso rispetto al prezzo di acquisto di un bene mobiliare o immobiliare. Quindi se dovessimo acquistare per esempio 500 azioni a 100€ l’una (valore totale 50.000€) e dovessimo poi rivenderle a 80€ l’una (valore totale 40.000€) avremmo una minusvalenza di 10.000€.
Ricapitolando possiamo dire che:
- plusvalenza: operazione chiusa in profitto;
- minusvalenza: operazione chiusa in perdita.
Minusvalenze e plusvalenze nella dichiarazione dei redditi

Minusvalenze e plusvalenze nella dichiarazione dei redditi
Le rendite finanziarie sono in Italia del 26% (12,50% nel caso dei titoli di Stato) e sono divise in due principali categorie:
- redditi di capitale: sono frutto degli interessi generati su conti correnti bancari e postali, dai dividendi e dai redditi derivati da obbligazioni e cambiali finanziarie;
- redditi diversi: ovvero le plusvalenze derivanti operazioni di natura finanziaria, come azioni, Forex e così via.
Delle due categorie di redditi in questo caso ci interessa la seconda categoria. Dalla prima infatti non è possibile abbattere le imposte in alcun modo, anche in caso di minusvalenze. Infatti non potete ottenere compensazioni fra redditi di capitale e redditi diversi.
Per la legge italiana le plusvalenze possono però essere compensate dalle minusvalenze nell’arco di cinque anni, ovvero quello in corso e nei quattro anni successivi.
Cosa significa? Spieghiamolo con un esempio.
Se in un anno ho ottenuto 10.000€ di plusvalenze e 8.000€ di minusvalenze, andrò a pagare le imposte del 26% sulla differenza fra loro, ossia 2.000€.
Cosa succede però se le minusvalenze superano le plusvalenze?
Sul modulo apposito nella dichiarazione redditi si può inserire la minusvalenza. Ammettiamo di aver registrato un anno una minusvalenza di 3.000€. Se l’anno successivo dovessi invece registrare una plusvalenza di altrettanti 3.000€, questa non verrebbe tassata dal momento che la minusvalenza dell’anno precedente è ancora compensabile.
Ricordatevi delle minusvalenze!

Ricordarsi delle minusvalenze regresse
Abbiamo detto che le plusvalenze possono essere compensate con le minusvalenze solo per cinque anni (4 più quello in corso). È estremamente importante quindi ricordarsi delle minusvalenze che avete registrato negli anni precedenti nel trading online.
Nel caso di broker o banca sostituto d’imposta il tutto non viene gestito da voi, bensì dall’intermediario finanziario. Potrete però verificare il vostro “zainetto fiscale” e scoprire quante minusvalenze avete collezionato negli anni passati.
In caso invece di regime dichiarativo, ovvero che siete voi a registrate tramite la dichiarazione dei redditi le minusvalenze e le plusvalenze, dovreste conservare sempre i documenti e ricordare le vostre minusvalenze.
Dunque cosa si può fare per ridurre le imposte il più possibile entro i limiti della legge vigente?
Non lasciate decorrere le minusvalenze passate. Se manca poco tempo al termine dei 5 anni e avete delle azioni o altri asset finanziari in attivo potreste valutare l’idea di chiuderli prima che scadano i 5 anni. In questo modo registrerete le plusvalenze, ma saranno compensate dalle minusvalenze passate.
Se questo non avviene le minusvalenze registrate dopo 5 anni non potranno più essere compensate e le imposte sulle plusvalenze andranno pagate senza considerare quelle minusvalenze “scadute”.
Per essere certi e rimanere aggiornati con la legislazione vigente il consiglio resta quello di informarsi presso il vostro consulente finanziario o il vostro commercialista, che saprà certamente indirizzarvi nel modo più corretto possibile.
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