Benvenuti all’inizio del vostro nuovo corso sul Forex trading! In questa parte del percorso formativo troverete le basi che vi serviranno per poter arricchire di maggiore soddisfazione la vostra permanenza nella nostra personalissima Accademia: i trader neofiti riusciranno infatti ad acquisire la terminologia più utile per potersi destreggiare al meglio nelle lezioni che verranno, conseguendo quelle informazioni che consentiranno loro di interpretare compiutamente in che modo i mercati valutari funzionano.

Diventare un trader esperto, grazie al nostro corso, non sarà mai stato così semplice e interessante: verrete infatti accompagnati passo dopo passo nell’acquisizione di quel bagaglio formativo che poi riuscirete a tradurre in realtà sui mercati finanziari: ricordate infatti sempre – torneremo sull’argomento più volte nei prossimi appuntamenti! – che chiunque può fare del trading, ma solamente gli investitori con le maggiori e più finalizzate conoscenze avranno più probabilità di conseguire risultati positivi!

In questo e nei prossimi capitoli imparerete così le basi del trading online sui mercati finanziari e, in un livello di maggiore dettaglio, sul Forex. Scoprirete pertanto quali sono i termini elementari del Forex, chi opera all’interno di questo mercato, come funzionano i Forex broker e tanto altro ancora. Pronti?

Che cosa è il trading?

Quanto noi chiamiamo, comunemente, “trading“, altro non è che l’evoluzione terminologica di un’abitudine che la società ha sviluppato nella storia: lo scambio, o il commercio, quale processo che coinvolge almeno due parti, è infatti una antichissima procedura finalizzata a ottenere una maggiore utilità. Il funzionamento è semplice, e dovreste ben conoscerlo: una parte fornisce all’altra un prodotto, un servizio o del denaro a un valore specifico, e l’altra parte – di contro – consegna alla prima un prodotto, un servizio o dell’altro denaro con un valore equivalente.

Prima dell’avvento del denaro, gli scambi venivano effettuati mediante baratto, prevedendo la consegna di un bene contro altro bene (o più beni). Tuttavia, man mano che gli scambi divenivano più ampi e complessi, procedere con il baratto risultava essere sempre meno pratico: di qui la tendenza a facilitare il processo di negoziazione, istituendo una misura unitaria del valore della maggior parte dei prodotti disponibili sul mercato, il denaro.

Un esempio

Il funzionamento alla base del commercio è dunque presto spiegato. Immaginiamo che l’unità di misura sia l’euro, e che tale moneta divenga il principale mezzo di scambio in una società. Immaginiamo anche di aver l’esigenza di acquistare delle banane, e di sapere che un chilo di banane ha un valore pari a un euro. Ne deriva che la quotazione di un chilo di banane è pari a un euro, e che se nel corso dei mesi la sua quotazione aumenta (ad esempio, un chilo di banane costa 1,2 euro), significa che il mercato ha cambiato le condizioni di valore del frutto, apprezzandolo maggiormente (tralasciamo per un momento i meccanismi di domanda e offerta, sui quali torneremo dopo). Nella valutazione del “valore relativo”, una persona potrebbe scambiare 1 chilo di banane per 1 euro nel primo caso, e 1,2 euro nel secondo.

Fin qui, e ancora per un po’, stiamo trattando dei concetti davvero molto semplici, che tanti di voi troveranno addirittura eccessivamente banali. Preferiamo tuttavia non dare per scontato niente e, soprattutto, focalizzare l’iniziale attenzione su concetti semplici ma di grande spessore interpretativo, quali quelli sopra anticipati. E, in tal senso, non possiamo non ricordare che l’introduzione del denaro non solo ha facilitato il processo di negoziazione in termini di rapidità, bensì lo ha reso più efficiente in termini di abbattimento di costi di transazione.

Se infatti un Paese inizia a produrre 100 diverti tipi di materie prime, e non ha adottato il denaro come unità di misura, dovrà fare i conti con 4.950 diversi valori relativi, concetto che abbiamo visto negli esempi di cui sopra. Ogni materia prima dovrebbe infatti essere “valutata” non solamente in relazione alla seconda materia prima con la quale potrebbe essere scambiata, bensì anche nei confronti delle altre 98 materie prime (e lo stesso vale anche per le altre materie prime). Insomma, un bel pasticcio!

Di contro, inserendo nel mercato il denaro come unità di misura, avrete a disposizione un unico valore relativo. Una grande comodità!

Che cosa è il trading di strumenti finanziari?

Se avete compreso bene i concetti base di cui sopra, risulterà facile comprendere che il funzionamento di negoziazione degli strumenti finanziari – cui è oggi attribuibile comunemente il termine di “trading” – non è molto diverso da quanto abbiamo avuto modo di ricordare in relazione… alle banane! Il trading di strumenti finanziari si riferisce infatti a tutti quei casi in cui due o più parti si scambiano valute o strumenti negoziati sul mercato monetario, e tendenzialmente liquidabili come se fosse del denaro liquido.

Vogliamo a questo punto aggiungere un altro piccolo tassello che potrebbe arricchire e integrare il bagaglio iniziale di informazioni: quando infatti si acquista un prodotto per poi rivenderlo in futuro, come avviene tipicamente negli strumenti finanziari (che al contrario delle banane non possono essere “consumate”!) entrano in gioco due elementi dei quali bisogna immediatamente prendere la giusta confidenza: il fattore tempo e il fattore incertezza, strettamente legati tra di loro nel più ampio concetto di rischio.

In altre parole ancora, quando acquistiamo un prodotto finanziario, molto spesso ci troviamo nell’impossibilità di poter valutare in che modo si evolverà il suo prezzo in futuro (incertezza) e molto spesso più è “ampio” questo futuro, e più il livello di incertezza aumenta (tempo). Allo stesso tempo, è comunque possibile ricordare che in alcuni casi è possibile fornire a una delle parti la possibilità di ridurre il rischio che l’incertezza e il tempo possono impattare sullo strumento finanziario e sul suo prezzo, mediante contratti che forniscono una “tutela” sulle oscillazioni del suo valore. Ne parleremo tra non molto.

In aggiunta a quanto sopra, tenete anche conto che oltre all’incertezza legata al tempo, un altro tipico fattore che influenzerà il vostro trading sugli strumenti finanziari è legato al concetto di scarsità di informazioni, o di assenza di dati. In altri termini, il trader che acquista un determinato strumento non ha quasi mai la piena consapevolezza di cosa succeda, sia per limiti oggettivi (le informazioni non sono completamente diffuse) sia per limiti soggettivi (il trader non è in grado di coglierle): insomma, un elemento che può ridurre o rafforzare l’incertezza sugli eventi sicuri.

Queste quattro categorie di fattori (tempo, rischio, disponibilità di strumenti di copertura del rischio e disponibilità di informazioni) sono alla base degli intenti speculativi. A proposito, cosa sono?

Che cosa è la speculazione

Quando ci si riferisce, comunemente, al termine “speculazione“, ci si vuole principalmente riferire al fatto che si è impegnati in un’attività di compravendita di strumenti finanziari con lo scopo di ottenere profitto da fluttuazioni di breve termine o di medio termine del valore di mercato di un bene negoziabile. Insomma, l’esatto contrario di chi cerca una strategia di accumulo graduale della propria ricchezza mediante la detenzione di lungo termine degli strumenti finanziari, ottenendo magari qualche soddisfazione da plusvalenze di lungo periodo, dividendi azionari, cedole obbligazionari,e e così via.

Lo speculatore è dunque colui che è orientato prevalentemente al breve termine, e proprio questo suo orientamento spiccato sul corto raggio d’azione lo fa dirigere con maggiore convinzione nei confronti dell’analisi tecnica, quella legata ai grafici con il movimento dei prezzi, piuttosto che all’analisi fondamentale, ovvero all’allineamento del valore di mercato di uno strumento finanziario con il suo “reale” valore. Se tutto ciò vi sembra troppo criptico, non spaventatevi: torneremo a parlare dei comportamenti di questo tipo più volte nei prossimi appuntamenti.

I quattro elementi distintivi degli investimenti speculativi

Ma in che modo è possibile comprendere se un investimento è o meno speculativo? È sufficiente prestare attenzione al raggio d’azione per poterne avere la certezza? In realtà, non è così semplice. Per permettervi di avere una migliore dimestichezza di questo tema, di seguito abbiamo riassunto quattro principali elementi distintivi che vi permetteranno di svelare quando un investimento è di natura speculativa… e quando no:

  1. Un investimento speculativo produce un flusso di cassa netto positivo entro un determinato periodo di tempo, generalmente ristretto. Dunque, un primo criterio per cercare di capire se un investimento è speculativo o meno consiste nel puntare lo sguardo sul ritorno atteso: se il trader spera di ottenere le sue soddisfazioni incassando le cedole di un’obbligazione, o i dividendi di un’azione, molto probabilmente non sta affatto speculando.
  2. Un investimento speculativo spesso si poggia su strumenti finanziari relativamente omogenei, o su strumenti che possono essere negoziati con l’aiuto di contratti standardizzati, come i contratti a termine. Pertanto, un secondo criterio per cercare di capire se il trader sta o meno speculando, è cercare di capire quale possa essere lo strumento finanziario negoziato: se sta negoziando su strumenti derivati con ampie leve, probabilmente sta facendo un po’ di speculazione. Ancora, se sta negoziando una materia prima (come il mais), e lo vuole fare con un’ottica di speculazione, è molto probabile che possa approcciare a tale commodity attraverso i future, standardizzati in termini di specie, di qualità e di termine di consegna (il che li rende adatti per il commercio nei mercati speculativi).
  3. Un investimento sui mercati speculativi è generalmente “diffuso” in tutto il mondo, e omogeneo in termini di possibilità di negoziazione planetaria, non dipendendo pertanto da una singola Borsa o mercato regolamentato.
  4. Un investimento nei mercati speculativi è generalmente sempre accessibile, mentre i prezzi sono sempre soggetti a cambiamenti.

Che cosa abbiamo imparato e che cosa impareremo

In questa lezione abbiamo imparato alcuni concetti particolarmente interessanti. Abbiamo infatti avuto modo di conoscere come funzioni il processo di negoziazione, il concetto di trading degli strumenti finanziari e qualche nota sui mercati speculativi. Insomma, abbiamo messo le basi su alcuni spunti di trading indispensabili per poter orientare la propria azione all’interno dei mercati finanziari, che avremo modo di approfondire nel corso dei prossimi appuntamenti.

A proposito, nel corso dei successivi capitoli impareremo come funziona la domanda e l’offerta, e in che modo le due forze possono influenzare i mercati finanziari. Un po’ più in la impareremo invece quanti tipi di mercati finanziari esistono, e in che modo funziona il Forex.

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