Nei primi anni ’80 dello scorso secolo, alcuni trader di commodity – Richard Dennis e William Eckhardt – idearono e dimostrarono l’esperimento delle “tartarughe” per affermare che chiunque poteva avvicinarsi con successo al trading. Ma in cosa consiste questo approccio?

L’esperimento delle tartarughe

All’inizio degli anni ’80, Dennis era ampiamente riconosciuto nel mondo del trading come un investitore particolarmente di successo. Era riuscito a trasformare una partecipazione iniziale di meno di 5.000 dollari in più di 100 milioni di dollari.

Lui e il suo partner, Eckhardt, iniziarono così ad avere frequenti discussioni sul successo ottenuto. In particolare, Dennis riteneva che chiunque potesse imparare a fare trading sui futures, mentre Eckhardt ribatteva che Dennis aveva un “dono speciale” che gli permetteva di trarre profitto dal trading, che non fosse così facilmente “replicabile”.

Per poter risolvere questo dibattito in via definitiva, Dennis decise così di organizzare un esperimento: avrebbe trovato un gruppo di persone a cui insegnare le sue regole, e avrebbe poi domandato loro di compiere operazioni con soldi veri. Dennis credeva così fortemente nelle sue idee che avrebbe effettivamente dato ai trader i suoi soldi per fare investimenti: il training sarebbe durato solo due settimane. Chiamò i suoi studenti “tartarughe”, poiché aveva recentemente visitato a Singapore un impianto in cui si curavano e facevano crescere con particolare velocità questi animali.

Come son state trovate le tartarughe

Per prepararsi a questo esperimento, Dennis decise di pubblicare un annuncio sul Wall Street Journal: migliaia di candidati hanno fatto domanda per imparare il trading direttamente da un “maestro” ampiamente riconosciuto nel mondo del trading di materie prime, come Dennis. Tuttavia, solo 14 trader sono stati in grado di superare il primo programma. Peraltro, nessuno ha mai conosciuto gli esatti criteri utilizzati da Dennis, sebbene sia stato reso noto che il processo includeva una serie di domande con risposta vero / falso, come (tra parentesi la risposta esatta):

  • i grandi guadagni nel trading sono ottenibili quando si apre una posizione long ai minimi, dopo una grande tendenza al ribasso (falso):
  • non è utile guardare ogni quotazione del mercato in cui avvengono i propri scambi (vero);
  • le opinioni riscontrabili sul mercato potrebbero essere utili da seguire (falso);
  • se un trader ha 10.000 dollari da rischiare, dovrebbe investire 2.500 dollari per ogni operazione (vero);
  • all’avvio si dovrebbe sapere esattamente dove chiudere la posizione se si verifica una perdita (vero).

Le regole

Alle “tartarughe” è stato così insegnato – in modo molto specifico – come implementare una strategia che segua la tendenza. Ma in che modo?

Le regole sono abbastanza semplici e, se seguite in maniera ferrea, dovrebbero mettere il trader al riparo da ogni emotività.

All’inizio di ogni giornata di trading corrente, il trader avrebbe dovuto tracciare un grafico con il prezzo più alto e più basso degli ultimi 40 giorni. Sulla base di queste indicazioni, l’investitore avrebbe potuto tracciare una linea per i valori più alti e più bassi di periodo (canale Donchain). Fintanto che questi valori non vengono superati, le linee possono dar luogo a una operatività orizzontale. Se tuttavia si dovesse verificare un cambiamento come, ad esempio, un nuovo massimo od un nuovo minimo, le linee dovranno essere variate di conseguenza verso l’alto o verso il basso.

Di qui, l’applicazione di una politica operativa molto semplice, che di basi su un sistema a breakout di canale e due sistemi di trading con breakout a 20 e 55 giorni, premiando – se così si può dire – il superamento del prezzo massimo o minimo con il comportamento conseguente.

Intuibilmente, una simile politica operativa non potrà che rendersi compatibile con un’attenta strategia di contenimento del rischio. Nella strategia originaria, il punto di uscita dalle posizioni era pari a uno stop loss equivalente al prezzo di acquisto dell’asset, meno il doppio dell’ATR, uno dei più importanti indicatori della volatilità del mercato.

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