UniCredit ha compiuto un passo decisivo nella sua strategia europea, consolidando la propria presenza in Commerzbank attraverso la conversione di una parte significativa della sua esposizione in derivati in azioni ordinarie.

Con questa mossa, la banca italiana ha portato la propria partecipazione effettiva al 20% del capitale sociale e dei diritti di voto, diventando così il principale azionista dell’istituto tedesco, superando la quota del 12% ancora detenuta dal governo federale tedesco.
La notizia, comunicata nella serata di martedì, arriva dopo il via libera delle autorità competenti: Banca Centrale Europea, Bundeskartellamt (autorità antitrust tedesca) e Federal Reserve statunitense hanno approvato l’operazione, che rappresenta una tappa chiave nel piano di espansione strategica di UniCredit.
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Indice
Una scalata graduale iniziata nel 2023
Il processo di rafforzamento della presenza in Commerzbank è iniziato a settembre 2023, quando UniCredit aveva rivelato una prima partecipazione del 9,5% ottenuta tramite acquisti diretti di azioni.
Successivamente, il gruppo guidato da Andrea Orcel ha ampliato la propria esposizione acquistando strumenti finanziari derivati legati ai titoli della banca tedesca, portando la quota complessiva a circa il 28%.
- Settembre 2023: acquisizione iniziale del 9,5% tramite azioni ordinarie
- Successiva espansione attraverso derivati legati a Commerzbank
- Esposizione totale portata al 28%
- Conversione del 10% in azioni effettive annunciata a luglio 2025
Questa ultima operazione segna la conversione di un ulteriore 10% in azioni, incrementando la quota reale al 20% e aprendo la strada, secondo fonti vicine al dossier, a un possibile raggiungimento del 29% dei diritti di voto tramite la conversione residua di derivati.
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Le reazioni in Germania: tra timori e tensioni politiche
L’avanzata di UniCredit non è passata inosservata in Germania. Il crescente coinvolgimento della banca italiana ha suscitato preoccupazioni politiche e sindacali, in particolare per il timore di tagli occupazionali, perdite di autonomia strategica e ripercussioni sull’accesso al credito per le PMI tedesche.
Anche il management di Commerzbank ha espresso riserve, ribadendo pubblicamente la volontà di mantenere l’indipendenza operativa e strategica dell’istituto.
In questo contesto, l’operazione di UniCredit è stata presentata ufficialmente come un “investimento finanziario”, anche se non si esclude, in futuro, un’evoluzione più profonda del rapporto tra le due banche.
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UniCredit punta a un ruolo guida nella finanza europea
Questa mossa rafforza il posizionamento di UniCredit nel mercato bancario europeo. Già attiva in Germania attraverso la controllata HypoVereinsbank, la banca italiana punta a trasformarsi in un player continentale di primo livello, in grado di confrontarsi con i colossi americani.
L’amministratore delegato Andrea Orcel ha più volte dichiarato di vedere nelle operazioni transfrontaliere un’opportunità strategica per crescere e consolidare la presenza del gruppo in Europa.
- Presenza già radicata in Germania con HypoVereinsbank
- Ambizione di diventare una banca paneuropea leader
- Obiettivo: competere con i grandi gruppi bancari statunitensi
- Strategia basata su operazioni transfrontaliere selettive
La possibilità che questa partecipazione si evolva in una fusione vera e propria con Commerzbank rimane una variabile aperta, che dipenderà tanto dalle dinamiche interne quanto dal contesto politico e regolamentare tedesco.
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Uno scenario da monitorare
Con l’attuale configurazione, UniCredit ha scavalcato lo Stato tedesco nella compagine azionaria di Commerzbank, ereditando un ruolo di influenza significativo.
Tuttavia, il futuro dell’operazione rimane incerto: sebbene Orcel non escluda un’uscita futura dall’investimento, la possibilità che questa partecipazione preluda a un’operazione più strutturata resta concreta.
In un’Europa finanziaria in continua evoluzione, la partita tra UniCredit e Commerzbank potrebbe essere solo all’inizio.
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