Vendite al dettaglio e spese dei consumatori rappresentano due utili indicatori per poter calibrare le proprie opinioni sull’andamento di un’economia nazionale. Ma che cosa ci possono comunicare? E quali sono gli spunti che riusciremo a trarre con l’analisi di vendite al dettaglio e spese di consumo?

Le vendite al dettaglio

Cominciamo con l’occuparci delle vendite al dettaglio, un indicatore estremamente importante per l’attività economica globale di qualsiasi nazione. Il dossier periodico pubblicato sull’andamento delle vendite al dettaglio riflette infatti il valore in valuta (euro, dollaro, ecc.) delle merci vendute nel commercio al dettaglio, assumendo – per il calcolo – un campionamento di aziende operanti nel settore della vendita di prodotti finali fisici ai consumatori.

In Italia una simile osservazioni è effettuata dall’Istat, mentre negli Stati Uniti la relazione sull’andamento delle vendite al dettaglio è effettuata dal Census Bureau, parte del Dipartimento del Commercio di Washington, che monitora l’andamento delle vendite di un campione di circa 5.000 aziende di ogni dimensione, dai grandi rivenditori come WalMart alle piccole imprese di famiglia. Il rapporto sulle vendite al dettaglio comprende sia attività di vendita fisse che rivenditori non in negozio (come i distributori automatici) permettendo così di avere un quadro più ampio e concreto della situazione.

Di norma il report è pubblicato con cadenza mensile, con i dati che faranno riferimento alle vendite del mese precedente. Si tratta dunque di un indicatore sufficientemente tempestivo, che misura non solamente le prestazioni del commercio al dettaglio in un dato Paese, quanto anche l’attività sul livello dei prezzi nel suo complesso (d’altronde, le spese dei consumatori contribuiscono a una quota rilevante del PIL nazionale).

Sempre in merito al report, ricordiamo come il dossier contenga di norma due componenti: una cifra complessiva sulle vendite (e una percentuale relativa della variazione rispetto al mese precedente) e una cifra sulle vendite al dettaglio di base, che vengono calcolate in maniera tale da eliminare i prezzi più grandi (che potrebbero far oscillare eccessivamente il dato complessivo) e la stagionalità storica delle vendite di automobili. Altri elementi volatili, che gli analisti possono eliminare per rivelare il modello di domanda più sottostante, sono i prezzi dei prodotti alimentari e dei prezzi dell’energia.

Come viene analizzato il dato sulle vendite al dettaglio?

Il report contenente gli aggiornamenti sulle vendite al dettaglio è considerato un indicatore piuttosto importante, e in grado di riflettere efficacemente lo stato di salute attuale dell’economia. È altresì considerato un indicatore pre-inflazionistico, che i trader possono utilizzare per rivalutare la probabilità di un aumento o di una riduzione dei tassi di interesse da parte delle banche centrali.

Chiarito quanto sopra, nell’ipotesi in cui il dato sulle vendite al dettaglio nell’area di riferimento superino notevolmente la stima degli esperti, il segnale che se ne può trarre è di possibile aumento dell’inflazione, che a sua volta potrebbe determinare o influenzare una crescita del tasso di interesse a breve termine da parte della Banca centrale al fine di facilitare la pressione inflazionistica. Lo scenario che ne verrebbe a determinarsi potrebbe fornire sostegno alla domanda della valuta nazionale, ma innescherà di contro il calo dei prezzi delle azioni e delle obbligazioni.

D’altra parte, nel caso in cui le vendite al dettaglio dovessero diminuire al di sotto delle aspettative del mercato, il segnale che se ne può trarre è di una potenziale inflazione in rallentamento, che potrebbe contribuire a determinare un taglio nel costo del denaro da parte della Banca centrale. Un tale scenario potrebbe mettere la moneta nazionale sotto pressione, con conseguente vendita in massa e deprezzamento.

Ad ogni modo, le valutazioni non sono sempre così semplici. L’aumento delle vendite al dettaglio durante una fase di lenta crescita economica deve infatti essere interpretato in altro modo, visto e considerato che potrebbe essere un segno che la stessa economia si sta lentamente riprendendo. Nel caso in cui la crescita delle vendite al dettaglio stia ristagnando, ciò potrebbe significare che i consumatori non spendono a livelli sufficientemente alti per sostenere la crescita economica, con possibilità di aumento delle probabilità di una recessione.

Spese dei consumatori

Passiamo ora a occuparci delle spese dei consumatori e, in particolar modo, dell’analisi dell’indice dei prezzi al consumo, che rappresenta sicuramente una delle misure più importanti per l’analisi corretta della spesa dei consumatori per beni e servizi nell’area di riferimento. Per capire per quale motivo il dato sia così importante, sia sufficiente rammentare che il consumo costituisce sempre una parte preponderante della spesa totale delle famiglie, e altresì una parte preponderante del Pil.

In dettaglio, l’indice sui prezzi al consumo misura l’aumento medio dei prezzi di beni e servizi durevoli e non durevoli acquistati dai singoli consumatori in un dato periodo di tempo.

Anche in questo caso, giova rammentare rapidamente come possa essere letto il dato sull’indice dei prezzi al consumo, che viene generalmente valutata come un’indicazione dell’inflazione potenziale. Nel caso in cui l’indice dei prezzi stia diminuendo, ciò indicherebbe una deflazione potenziale. Se l’indice dimostra invece un aumento più grande di quello previsto durante un dato periodo di tempo (generalmente, un mese), ne emerge un segnale di rafforzamento dell’inflazione, con conseguente aumento della domanda per la moneta nazionale. Se l’indice dimostra un aumento inferiore a quello previsto in un determinato periodo, ciò significa che la pressione inflazionistica rimane contenuta, e i trader potrebbero essere indotti a cedere la moneta locale.

Misurando i consumi, l’indice è altresì utile per poter definire quanto spendono le famiglie rispetto ai risparmi. I livelli di consumo più elevati suggeriscono un tasso di crescita del Pil più alto ma, di contro anche un tasso di risparmio elevato favorisce la salute economica a lungo termine, dal momento che i risparmi possono essere utilizzati, ad esempio, per supportare investimenti aziendali.

Ancora, l’indice in questione è utilizzato per poter comprendere quali sono le tendenze sui tipi di beni e servizi maggiormente acquistati dalle famiglie. Ci serve insomma per avere informazioni sul modo in cui i modelli di shopping cambiano in risposta a aumenti di prezzo inaspettati, ad esempio nei prezzi della benzina durante il periodo primaverile. L’indice dei prezzi in questione può infine essere uno strumento prezioso per determinare se la domanda di beni e servizi vari è elastica o rigida: se è elastica, la domanda diminuirà quando i prezzi aumentano; se è rigida, la domanda si manterrà quasi invariata nonostante l’aumento dei prezzi.

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