La settimana si è aperta con un sentimento di mercato piuttosto pesante sui principali mercati finanziari occidentali, con gli investitori che guardano soprattutto alle indicazioni del comitato di politica monetaria della Fed in programma domani e mercoledì. È evidente che dalla riunione si attendono indicazioni chiare sul rialzo dei tassi, con il primo ritocco che potrebbe essere deliberato già durante la primavera.

Secondo gli analisti, peraltro, la diffusione della variante Omicron potrebbe incrementare ulteriormente la pressione sull’inflazione, costringendo così la banca centrale federale a un intervento ancora più deciso rispetto a quanto precedentemente pronosticato.

In aggiunta a ciò, sui listini incombono altre incertezze, come il quadro geopolitico in deterioramento, con le nuove tensioni tra USA e Russia sul fronte ucraino, e la decisione americana di evacuare le famiglie del personale diplomatico a Kiev.

E così, i listini partono male, con Milano che perde il 3%. Fa poco meglio Parigi, che cede il 2,6%, così come Francoforte.

Con uno sguardo ai principali dati macroeconomici, evidenziamo come l’indice Pmi composito dell’Eurozona, realizzato da Ihs Markit, sia calato 52,4 punti a gennaio (53,3 punti a dicembre) ai minimi da 11 mesi ma meglio dell’atteso 52,6 punti. Male va invece il comparto del terziario: l’indice Pmi servizi scende a 51,2 punti contro 53,1 punti di dicembre, ai minimi da 9 mesi a questa parte ma sempre meglio della stima a 52,2 punti. Va invece bene l’indice Pmi manifatturiero che sale a 59 punti contro i 58 punti di dicembre, ai massimi da 5 mesi e meglio dell’atteso 57,5 punti.

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