La scorsa settimana si è chiusa con una prestazione di deciso ribasso per la Borsa di Milano. Così come tutte le principali piazze europee, anche il FTSE MIB ha subito la pressione delle negative notizie sull’evoluzione della pandemia, archiviando la sessione con una perdita del 4,60%. L’apertura di sessione è stata piuttosto negativa, con un trend decrescente per l’intera seduta.

In ogni caso, il trend tecnico di breve periodo sembra essere di miglioramento, con prima resistenza intorno a quota 27.700 punti, superata la quale l’indice potrebbe puntare direttamente verso 29.233,4 punti.

Ciò premesso, sarà molto interessante comprendere come apriranno i mercati domani, con la grande attenzione degli operatori dopo il venerdì nero in cui i listini sono stati schiacciati dal peso della pandemia. L’emergere di una variante sudafricana ha infatti immediatamente scattare la tendenza alla correzione, peraltro già sui massimi storici e, dunque, ben propensi a ripensare il proprio livello. Il denaro si è dunque spostato altrove, verso safe haven come l’oro e i titoli di Stato dei Paesi più solidi.

In ogni caso, molti analisti suggeriscono cautela prima di fasciarsi la testa. È il caso degli esperti di Allianz Global, secondo cui i mercati godono comunque di buona salute e sono ben supportati dal fatto che ci troviamo nella stagione dell’anno tradizionalmente più favorevole alle borse. Dunque, per Allianz ci sono numerosi motivi per pensare che il trend positivo sarà destinato a proseguire anche nelle prossime settimane.

Ad ogni modo, la variante Covid-19 determina una forte volatilità dei mercati, che potrebbe proseguire anche per tutta la settimana, in attesa di notizie positive sul fronte pandemico.

Attenzione poi alle mosse delle banche centrali. Le scommesse sul primo rialzo dei tassi della Fed sono infatti passate da giugno a settembre. Così come, in fondo, attenzione sul fronte greggio: l’attesa riunione dell’Opec+ dovrebbe infatti concludersi con mosse piuttosto caute, considerata la criticità del momento.

Qualsiasi siano le valutazioni del cartello, è evidente come il meeting del prossimo 2 dicembre sarà cruciale. Il mercato petrolifero negli ultimi mesi ha visto un rialzo dei prezzi dovuto all’impennata della domanda legata alla ripresa economica, a fronte di una produzione invariata e inadeguata a soddisfare le richieste.  

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