Quella scorsa è stata una settimana evidentemente negativa per l’indice FTSE MIB di Borsa Italiana, con il principale indicatore della piazza finanziaria milanese che ha subito una  brusca correzione. A pesare sono state le difficoltà di alcuni settori in particolare, come quello bancario e quello energetico, tali da spingere l’indice verso una importante area di supporto che dovrà ora essere testata dalle forze di mercato.

La situazione tecnica appare essere negativa, confermando – attraverso vari indicatori direzionali – la presenza di una tendenza ribassista di breve termine.

Supporti e resistenze analisi tecnica FTSE MIB

Si guarda dunque ora, con grande attenzione, ai nuovi livelli di supporto e di resistenza, con possibilità di test dei primi, piuttosto che dei secondi.

In particolare, il cedimento in atto potrebbe favorire l’indebolimento in area 20.150 e, qualora violato in seguito a una conferma ribassista particolarmente pesante, anche un successivo indebolimento a ridosso dei 20.000 punti, dove tuttavia alcuni analisti ritengono che possa verificarsi un momento di assestamento, prima di provare un potenziale recupero.

A proposito  di recupero e di resistenze, la prima barriera viene posta a quota 20.900: qualora sfondata, la seconda barriera sarà posta, in maniera probabilmente più dura, intorno a 21.200 punti. Difficile ipotizzare, comunque, il ritorno in questa zona: i margini di recupero sul breve termine del FTSE MIB rimangono particolarmente contratti.

Il rimbalzo delle Borse di venerdì

Passando ora a uno sguardo all’analisi fondamentale, non sfugge certamente agli occhi degli investitori come la settimana – pur negativa – abbia avuto un colpo di coda nella giornata di venerdì, con i principali listini dei mercati azionari internazionali che hanno potuto tirare un sospiro di sollievo e recuperare qualche posizione.

Il merito va in questo caso principalmente attribuito alle mosse della Banca centrale europea, dalla cui sede traspare la volontà di utilizzare un nuovo bazooka: quanto basta per permettere alle Borse europee di ritrovare slancio dopo una serie di sessioni negative, per quanto non sufficiente – come già anticipato – per poter chiudere la terza settimana consecutiva in rosso.

A fornire fiducia ai listini (ma durerà? Difficile…) sono state le parole del governatore della banca di Finlandia, nonché membro del board Bce, Olli Rehn. In un colloquio con il Wall Street Journal, Rehn ha anticipato che la Banca centrale europea a settembre utilizzerà nuovamente il bazooka e, dunque, userà un piano di stimoli che “dovrebbe superare” le aspettative degli investitori. Per Rehn è dunque in programma una mossa piuttosto generosa, che potrà permettere una migliore reazione in un contesto  di rallentamento dell’economia globale, intervenendo con nuove misure che dovrebbero includere acquisti di obbligazioni sufficienti, e tagli al tasso di interesse chiave della banca.

Il pacchetto – che verrà presentato a settembre – è stato dunque idealmente posto dagli investitori nel piatto “buono” della bilancia, a controbilanciare almeno in parte i segnali di rallentamento in Europa, con la crescita tedesca che è tornata sottozero nel secondo trimestre, e con l’inversione della curva dei rendimenti dei bond statunitensi, con i titoli del Tesoro decennali che oggi rendono meno di quelli con scadenza più breve (un segnale che storicamente va ad anticipare l’arrivo della recessione).

Tornando alla giornata di venerdì, concludiamo rammentando che l’indice di Milano ha chiuso con un + 1,51% che ha reso Piazza Affari la migliore del Continente. Molto bene i bancari, che avevano deluso nelle sedute precedenti, con i balzi di Ubi Banca (+ 5,62%), Unicredit (+ 3,71%), Banco Bpm (+ 4,04%). Tra gli energetici, molto bene Enel (+ 4,59%), mentre nell’automotive cede Fca, a causa delle tensioni internazionali che stanno penalizzando il comparto.

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