Rialzo dello 0,11 per cento poco sotto quota 15 euro per le azioni Eni nella prima seduta della settimana. La quotata del Cane a sei zampe si conferma sugli stessi livelli di fine settimana scorsa ri-attestandosi di fatto sulle stesse quotazioni di inizio mese. Questa dinamica comporta un annullamento del rialzo fino a pochi giorni fa presente nel confronto mensile. Oggi Eni è praticamente un titolo invariato rispetto a un mese fa. L’impressione che si ha alla luce dell’andamento degli ultimi giorni è che Eni stia faticando a trovare occasioni di visibilità.

laptop con logo Eni e tasto "buy"
Azioni Eni – MeteoFinanza.com

Le stesse notizie potenzialmente price sensitive di oggi, ossia l’incontro dell’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi con il presidente della Repubblica Argentina Javier Milei e la sottoscrizione della Descrizione tecnica finale relativa al progetto upstream-midstream Argentina Lng, a conti fatti, non hanno sortito alcun effetto in borsa probabilmente perchè si è trattato di passigià scontati dal mercato.

In questo contesto occorrerà probabilmente attendere l’approvazione della trimestrale di Eni per poter avere degli elementi concreti su sui basare il proprio trading sul Cane a sei zampe. Stando a quanto riportato dal calendario degli eventi societari, il CdA per l’approvazione dei conti ci sarà il 23 ottobre prossimo. I risultati saranno poi diffusi il giorno dopo.

Bisognerà quindi attendere ancora un pò per sapere come sono andati i primi sei mesi di Eni.

Questo però non significa che tutto sia fermo, anzi tra gli analisti già circolano le previsioni sui risultati trimestrali del Cane a sei zampe. Il principio guida è sempre lo stesso: a conti migliori delle attese può corrispondere un apprezzamento del titolo, mentre risultati peggiori delle stime possono dal luogo a un deprezzamento.

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Le previsioni sulla trimestrale Eni secondo Equita

Tra gli analisti che hanno preso la parola sulle prospettive trimestrali di Eni c’è Equita. Secondo la sim milanese, il Cane a sei zampe, dovrebbe registrare un aumento della produzione fino a 1,718 milioni di barili al giorno, con una crescita del 3 per cento sia su base annua che rispetto al trimestre precedente. Grazie proprio all’incremento dei livelli produttivi dovrebbe essere confermata la guidance 2025 che vede la produzione media a quota 1,7 milioni di barili al giorno. Sulla base di questa dinamica volumetrica, Equita stima una crescita sequenziale dell’utile operativo pro-forma di Eni del 16 per cento rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, pur ipotizzando uno scenario sostanzialmente stabile per i prezzi del greggio.

Dividendo questa visione per le varie business unit del gruppo, Equita prevede i seguenti risultati:

  • E&P (Exploration & Production): utile in risalita del 13 per cento su base trimestrale, con un contributo stimato attorno a 2,744 miliardi
  • Global Gas & LNG Portfolio (GGP): risultato stabile nell’area dei 272 milioni
  • EniLive / raffinazione: miglioramenti stimati a quota 225 milioni e 140 quota milioni grazie a migliori margini sui prodotti
  • Plenitude: prevista una performance sostanzialmente piatta, pari a circa 90 milioni a causa dell’andamento non buono della componente rinnovabile
  • Versalis: è il segmento più sottoposto a pressione con perdita stimata intorno a –167 milioni, a causa dello scenario avverso sui volumi e sui margini.

Focus sulla enerazione di cassa di Eni

Un elemento chiave della tesi di Equita riguarda la capacità di generazione di cassa. Per il trimestre, è atteso un free cash flow operativo adjusted di 2,859 miliardi, in crescita del 3% sequenziale e sufficiente a coprire un capex stimato pari a 2,1 miliardi.

Un contributo significativo proverrà dalla dismissione di una quota del progetto Baleine in Costa d’Avorio (valore stimato intorno a 1,4 miliardi), che dovrebbe altresì consentire di finanziare dividendi e buyback per un totale analogo nello stesso arco.

Per l’intero esercizio 2025, il target ufficiale di Eni per la generazione di cassa adjusted è 11 miliardi. Un stima prudenziale secondo gli analisti di Equita che invece vedono il dato a 12 miliardi, grazie al margine di flessibilità derivante dalle dismissioni già effettuate nel corso dell’anno (circa 7 miliardi complessivi).

Outlook sul titolo Eni: raccomandazione e valutazione

Sulla base di queste previsioni, gli esperti di Equita hanno ribadito il rating buy sulle azioni Eni con un target price di 16,50 euro che, ai prezzi attuali, si traduce in un potenziale di upside di ben 1,5 euro.

Secondo gli analisti milanesi, in Eni è ancora presente valore non pienamente scontato nel modello di gestione industriale. Vale la pena notare che, nel panorama delle case di analisi che seguono Eni, il rating medio del consensus è più prudenziale rispetto al quello della sim milanese. Per Bloomberg, infatti, ci sono ben 18 rating hold sulle azioni Eni contro “solo” 10 buy. Molto più conservativo anche il target medio che non va oltre i 15,31 euro, poco più di 0,3 euro in più rispetto ai prezzi attuali.

Accogliendo l’analisi di Equita, il terzo trimestre 2025 di Eni potrebbe rappresentare un svolta per riportare hype sulla quotata dopo un mese privo di assist realmente impattanti.

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