Boom quotazione petrolio: su quali azioni italiane e americane investire?

Il rally del prezzo del petrolio innescato all’attacco israeliano all’Iran e dal rischio di una rapida escalation in tutta l’area mediorientale sta determinando da un lato il crollo delle borse e dall’altro il rally dei titoli petroliferi. Un esito scontato e inevitabile visto che la correlazione tra valore del greggio e azioni petrolifere è uno dei capisaldi del mercati. Inutile dire che i trader che avevano fiutato quale sarebbe stata la dinamica degli eventi e quindi avevano comprato azioni petrolifere anche ai prezzi di ieri, oggi traggono profitto dalle loro operazioni. E chi invece non ha saputo cogliere i segnali e quindi non ha acquistato in anticipo, cosa può fare adesso?

La riposta a questa domanda non è semplice perchè nessuno vieta di comprare sui valori rialzati di oggi, ma poi si tratta di vedere se prossima settimana in rialzo dei prezzi proseguirà o se al contrario ci sarà una battuta d’arresto. Tutto dipenderà dal trend del quotazioni petrolifere.

Una cosa però si può fare già ora: selezionare le azioni su cui investire con il rialzo del prezzo greggio in modo da non farsi trovare impreparati se WTI e Brent dovessero proseguire ancora la loro corsa.

Proprio questo è quello che faremo in questo articolo. Il focus sarà sia sui titoli italiani che su quelli americani.

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Perché le azioni petrolifere salgono con il rialzo del prezzo del petrolio?

Quando il prezzo del petrolio sale, in genere le azioni delle compagnie petrolifere tendono a salire. Questo avviene per almeno quattro diversi motivi:

• Aumento dei margini di profitto: le compagnie petrolifere vendono il petrolio (o i suoi derivati) a un prezzo più alto, mentre i costi di estrazione e produzione non crescono necessariamente allo stesso ritmo. Questo aumenta i loro profitti.
• Crescita dei ricavi: il prezzo più alto del greggio si traduce direttamente in maggiori entrate per ogni barile venduto.
• Maggior dividendo o buyback: con più profitti, molte aziende petrolifere possono aumentare i dividendi o riacquistare azioni proprie, rendendo le azioni più attraenti per gli investitori.
• Interesse speculativo: in periodi di aumento del prezzo del petrolio, gli investitori cercano esposizione al settore, aumentando la domanda di azioni legate all’energia.

Questo è ciò che avviene in generale. Nel caso specifico del rialzo del prezzo del greggio a causa dell’attacco di Israele all’Iran, a pesare, almeno per adesso è il quarto punto che si nutre delle preoccupazioni per la chiusura dello stretto di Hormuz da parte dell’Iran da cui passano un quinto dei traffici mondiali di greggio.

Questo il quadro specifico e sulla base di esso vediamo ora su quali azioni investire.

Azioni petrolifere Usa su cui investire dopo l’attacco di Israele

Secondo le valutazioni e le stime degli analisti, diversi titoli energetici statunitensi mostrano un potenziale di rialzo significativo, con upside previsti fino al 56,9 per cento.

Ma l’ottimismo selettivo è d’obbligo. Secondo gli analisti, infatti, la chiave per cavalcare questo slancio del greggio non è semplicemente seguire il rimbalzo delle quotazioni petrolifere ma piuttosto puntare su società che presentano fondamentali solidi e ampio margine di recupero essendo deprezzate.

Il processo di selezione non è comunque semplice perchè tutti i più importanti titoli petroliferi sono in ribasso rispetto a un anno. Addirittura alcuni hanno perso oltre il 50 per cento del loro valore.

In questo contesto le azioni SM Energy Company, Civitas Resources, Inc. e Devon Energy Corporation sono tra le più interessanti perchè vantano bilanci robusti e a una valutazione che sconta già buona parte dei rischi macroeconomici e di settore.

Se il trend del petrolio dovesse proseguire al rialzo anche la prossima settimana, su questi tre titoli sarebbe il caso di accendere un faro fermo restano che investire nel settore energetico dopo un’impennata come quella registrata oggi dal petrolio potrebbe comunque essere una mossa tardiva.

E quali quelle italiane?

Concludiamo con un riferimento anche alle azioni petrolifere italiane. Secondo un rapporto odierno di Equita, i titoli italiani più esposti al prezzo del Brent sono Eni e Tenaris. Il Cane a Sei Zampe si sta avviando a chiudere la seduta di oggi avanti di oltre un punto percentuale attestandosi sopra ai 48 euro. Tenaris, invece, è stata molto più ondeggiante nel corso della sessione di borsa e nel primo pomeriggio registra una progressione dello 0,6 per cento a 15,63 euro.

Grazie ai rialzi in atto, Eni aumenta il rialzo dell’ultimo mese a quasi il 6 per cento mentre Tenaris annulla il rosso fino a ieri presente su base mensile e si porta sulla parità.

La sfida sarà però capire ciò che accadrà prossimamente. Uno scenario plausibile è quello della volatilità costante. Del resto è la storia a dire che il mercato petrolifero in fasi di forte incertezza geopolitica è in grado di generare guadagni importanti ma anche perdite rovinose.

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