Il cambio euro dollaro ha toccato i minimi da tre settimane a questa parte avvicinandosi a quota 1.1030, il più basso livello da metà ottobre a questa parte. Intanto, il presidente dell’amministrazione USA Donald Trump deve ancora decidere di ridurre le tariffe commerciali contro la Cina, aumentando l’incertezza che sembrava sopita negli ultimi giorni. Il sentiment dei consumatori statunitensi ha soddisfatto le aspettative.

Analisi tecnica cambio euro dollaro

Il cambio euro dollaro è sceso al di sotto della media mobile semplice a 200, dopo aver superato al ribasso anche le medie mobili semplici a 50 e a 100. L’indice di forza relativa suggerisce l’ingresso in condizioni di ipervenduto, suggerendo probabilmente che il corso a breve termine del cambio EUR/USD possa assistere a un limitato ulteriore declino, seguito da un rimbalzo.

Il primo supporto chiave attende a 1.10, un livello psicologicamente significativo. Successivamente, troviamo il minimo di inizio ottobre di 1.0940, seguito da un altro supporto a 1.0905. Di contro, se il cambio dovesse effettivamente rimbalzare, troveremmo la prima resistenza a quota 1.1055 e, successivamente, gli  altri livelli a 1.1090, 1.1110 e 1.1130.

Analisi fondamentale cambio euro dollaro

Sul cambio euro dollaro, scambiato ai minimi delle ultime tre settimane, continua a pesare la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.

Secondo alcuni analisti, i funzionari della Casa Bianca – nonostante le aperture di Pechino – potrebbero tirare ancora la corda. E se è pur vero che le due maggiori economie mondiali si stanno avvicinando a un accordo e sono pronte a fare concessioni reciproche, è anche vero che nulla è stato ancora concordato nulla e che il presidente Donald Trump si riserva pur sempre di avere l’ultima parola.

La questione più spinosa è la richiesta della Cina di impegnarsi a smantellare tutti i cicli di tariffe precedenti, azzerando di fatto le iniziative intraprese dagli USA. Di contro, gli Stati Uniti vorrebbero mantenere la minaccia delle tariffe fino al raggiungimento di un accordo completo. Nella giornata di giovedì scorso il ministro del commercio cinese Gao Fend ha annunciato che era stato sostanzialmente raggiunto un accordo, ma Trump non ha in realtà messo ancora il suo sigillo. E l’insolito silenzio del presidente riflette l’incertezza sulla materia..

Incertezza della quale, evidentemente, soffre il cambio euro/dollaro. Sebbene un accordo commerciale tra le due nazioni possa aumentare le esportazioni tedesche verso la Cina – che sono state sotto stress fino ad ora – riduce in realtà anche le possibilità di un taglio dei tassi negli Stati Uniti.

Ad ogni modo, lo scenario sembra essere caratterizzato anche dal declassamento, da parte della Commissione Europea, delle prospettive per la zona euro. La crescita dovrebbe attestarsi all’1,1% quest’anno e all’1,2% nel 2020, un valore inferiore alle precedenti proiezioni. La moneta comune rimane sotto pressione.

La debolezza europea contrasta peraltro con le cifre macro economiche ottimistiche degli Stati Uniti, con il Consumer Sentiment Index preliminare dell’Università del Michigan che ha rispettato le aspettative di un piccolo aumento, implicando che i consumi americani potrebbero continuare a tirare in su l’economia anche nei prossimi mesi.

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