Nuovo appuntamento con l’analisi del cambio euro dollaro per la settimana, con il dollaro statunitense che è evidentemente sotto pressione di vendita, in un clima di mercato in via di miglioramento. Il cambio EUR/USD è superiore a 1.1140, ma la Federal Reserve potrebbe contribuire a scuotere i mercati.

Analisi tecnica euro dollaro

L’indice di forza relativa sul grafico a quattro ore è superiore a 70 – indicando condizioni di ipercomprato – e suggerendo così un calo del cambio. La coppia EUR/USD continua ad operare al di sopra della linea di resistenza precedente, che ora funge da supporto. La coppia valutaria è ben quotata al di sopra delle medie mobili semplici a 50, 100 e 200.

Il supporto attende a 1.1115, il massimo da settembre. Successivamente, troviamo l’area 1.1060-1.1075, che erano linee di resistenza a settembre e a ottobre. Più in basso, 1.10 è un supporto robusto dopo il massimale EUR/USD all’inizio di ottobre. Guardando invece in alto, la resistenza attende a 1.1140, il punto più alto di giovedì.

Analisi fondamentale euro dollaro

In tema di Brexit, l’annuncio di giovedì di un nuovo accordo tra UE e Regno Unito ha avuto un effetto ampio, al di là dell’impennata della sterlina. La coppia EUR/USD ha raggiunto un massimo di 1,1140, il più alto da fine agosto, rompendo la resistenza precedente.

Tuttavia, la settimana e la saga di Brexit sono ben lungi dall’essere terminate. Il parlamento britannico si è riunito in una sessione speciale sabato scorso in cui non ha appoggiato il piano di Johnson e ha costretto il premier a chiudere un ennesimo rinvio dei termini. Insomma, tempi ancora duri per la sterlina.

Per quanto attiene invece la guerra commerciale USA – Cina, i mercati stanno digerendo il dato di prodotto interno lordo cinese per il terzo trimestre, che ha deluso le aspettative con un tasso di crescita annuale del 6% – il più basso dagli anni ’90 – e al di sotto delle stime. Tuttavia, gli investitori sono stati sollevati dalla Produzione Industriale, che a settembre è cresciuta del 5,8%, al di sopra delle aspettative. La crescita tedesca dipende in larga misura dalle esportazioni verso la Cina. Le risposte degli analisti ai dati contrastanti potrebbero spostare l’euro in un secondo momento.

Sul fronte Fed, John Williams, presidente della filiale di New York della Federal Reserve, ha espresso soddisfazione per lo stato dell’economia statunitense e sembra riluttante a ridurre nuovamente i tassi di interesse.

 

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