Il dollaro statunitense ha raggiunto nuovi massimi del 2021 contro euro, e il cambio EUR/USD è attualmente scambiato nella zona di 1,1440. Il biglietto verde ha beneficiato di un umore piuttosto contrasto del mercato, in uno scenario di crescenti speculazioni sul fatto che la Federal Reserve dovrà aumentare i tassi almeno due volte nel 2022. Sul lato opposto dell’Atlantico, la Banca Centrale Europea mantiene la sua posizione conservatrice, impegnandosi a mantenere gli stimoli per tutto il tempo necessario.

Una cosa che la maggior parte delle economie hanno in comune è che i rappresentanti delle loro banche centrali continuano a ripetere che i picchi di inflazione in corso sono probabilmente “transitori”. Ma è davvero così? E che cosa significa transitorio in questa fase?

Nella sua ultima conferenza stampa, Powell della Fed ha detto che gli effetti di strozzatura dell’offerta sono stati più grandi di quanto la Fed avesse previsto e ha notato che l’inflazione elevata persisterà il prossimo anno. Altri policymaker si sono astenuti dal tracciare una cornice temporale, anche se il presidente della BCE Christine Lagarde ha notato che sarebbe “molto improbabile” che decidano di alzare i tassi nel 2022.

A questo punto, gli operatori di mercato non sanno a quali livelli e dopo quanti mesi i politici saranno preoccupati per l’inflazione. Sembra che i banchieri centrali siano dietro la curva e incapaci di proiettare le politiche monetarie in modo sostenibile nel tempo. L’avversione al rischio è il risultato logico, che a sua volta aumenta la domanda di asset ad alto rendimento come il biglietto verde, pronto a prolungare il suo rally.

I dati macroeconomici confermano il pessimismo degli investitori

Nel frattempo, i dati macroeconomici riflettono l’incertezza globale. Il sondaggio tedesco ZEW ha mostrato che il sentimento economico è migliorato a novembre, anche se la valutazione della situazione attuale è crollata. L’inflazione nel paese è stata confermata al 4,6% a/a in ottobre, mentre l’indice dei prezzi all’ingrosso è balzato al 15,2% a/a.

Negli Stati Uniti abbiamo assistito alla pubblicazione dell’indice del sentimento dei consumatori dell’Università del Michigan di novembre, che è crollato a 66,8 punti dal 71,7 punti di ottobre, la sua lettura più bassa dal novembre 2011, a causa dell’escalation dell’inflazione e della crescente convinzione tra i consumatori che non siano ancora state sviluppate politiche efficaci per ridurre i danni dell’aumento dell’inflazione stessa.

Per la prossima settimana, il calendario macroeconomico include il secondo rilascio del prodotto interno lordo dell’UE per il terzo trimestre, previsto invariato al 2,2%, e le vendite al dettaglio degli Stati Uniti di ottobre, entrambi previsti per martedì. L’Unione rilascerà i dati finali sull’inflazione di ottobre giovedì, mentre gli Stati Uniti pubblicheranno i consueti dati settimanali sulle richieste di disoccupazione. 

Analisi tecnica EUR/USD

Il cambio EUR/USD scambia ai livelli visti l’ultima volta nel luglio del 2020, ed è sulla buona strada per estendere il suo declino. Il potenziale ribassista si è infatti rafforzato, secondo le letture tecniche del grafico settimanale. Il Momentum è diventato marginalmente più alto, mentre l’indicatore RSI ha perso la sua forza ribassista e si è stabilizzato intorno a 34 punti. Tuttavia, il trend ribassista rimane saldamente in atto, dato che tutte le medie mobili mantengono le loro pendenze ribassiste ben al di sopra del livello attuale.

Il supporto immediato è la soglia di 1,1400, con una rottura al di sotto di essa, che probabilmente risulterà in un test della zona di prezzo di 1,1330. Un’altra estensione ribassista espone il livello 1,1260 e il supporto statico a lungo termine. D’altra parte, un’avanzata correttiva potrebbe raggiungere 1,1520 prima e l’area 1,1610 poi. È probabile che i venditori difendano quest’ultima soglia.

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