Per molti Carl Icahn è considerato un miliardario nord-americano che oggi detiene un patrimonio personale di ben 17 miliardi di dollari statunitensi.

CARL ICAHN

CARL ICAHN

Si tratta di una ricchezza in gran parte accumulata per via delle sue grandi doti come speculatore finanziario. Questa sua attività speculativa ha spesso posto lo stesso Icahn al centro di alcune accese discussioni, dentro e fuori la comunità finanziaria. In pratica molti definiscono Carl Icahn come colui che investe attraverso tre canali:

  • Hedge fund Icahn Partners un fondo da circa 7 miliardi di dollari di attivo gestito;
  • Private equity, un secondo fondo quotato in borsa, American Real Estate Partners;
  • Hedge fund, noto anche come ICAHN MANAGEMENT LP, un fondo da circa 2 miliardi di dollari.

Carl Icahn: biografia

Carl Celian Icahn è un imprenditore e filantropo statunitense. Considerato come investitore e noto nel mondo economico per la sua attività di Corporate raider, spesso anche abbastanza discussa, le sue operazioni finanziarie negli anni lo hanno fatto diventare un multimiliardario. Tra le utile ricordiamo quella del 2017 quando divenne titolare di un patrimonio pari a 16,6 miliardi di dollari, tanto che venne definito il 26º uomo più ricco del mondo secondo la classifica stilata da Forbes e il quinto più ricco gestore di hedge fund. Il 2017 lo ha reso celebre in quanto è stato per breve periodo anche consigliere del presidente Donald Trump sul tema dei regolamenti finanziari, dimettendosi poi per confitti di interesse. Cresciuto nel Queens di New York City da una famiglia ebraica, frequentò la Princeton e la New York University School of Medicine, anche se lasciò gli studi a metà non conseguendo mai più la sua laurea. Icahn cominciò la sua attività imprenditoriale presso Wall Street nel 1961 come agente di cambio. Sette anni dopo fondò la Icahn & Co., ovvero una società specializzata in investimenti ad alto rischio ed in consulenze per investitori. Grazie alla stessa compagnia, Icahn iniziò a comprare titoli azionari per poi rivenderli in tempi brevi periodi conseguendo dei grandi profitti e delle posizioni importanti all’interno di alcune celebri aziende come:

  • RJR Nabisco;
  • TWA;
  • Texaco;
  • Phillips Petroleum;
  • Western Union;
  • Gulf & Western;
  • Viacom;
  • Uniroyal;
  • Dan River;
  • Marshall Field;
  • E-II (Culligan e Samsonite);
  • American Can;
  • USX;
  • Marvel Comics;
  • Revlon;
  • Imclone;
  • Federal-Mogul;
  • Fairmont Hotels;
  • Kerr-McGee;
  • Time Warner;
  • Motorola.

La sua strategia? Sempre la stessa, ovvero rastrella azioni fino al punto da far sentire la sua presenza e successivamente aumentare gli acquisti fino al momento in cui non si può non prendere in seria considerazione una trattativa con lui. 1985 Acquista la TWA, controllando la compagnia attraverso un takeover ostile, quindi nonostante il parere sfavorevole di tutto il consiglio di amministrazione. Successivamente cominciò a vendere pezzi pregiati della società comprese le rotte per Londra all’American Airlines per 445 milioni di dollari, necessari per rimborsare i soldi avuti in prestito al fine di rilevare la compagnia aerea. 1988 Ritira la società dalla Borsa con un profitto personale di 460 milioni lasciando alla TWA un debito di 540 milioni di dollari. Al fine di finanziare le sue operazioni fece frequentemente uso dei junk-bond. Da oltre 50 anni terrorizza i board di Wall Street con le sue incursioni. 2008 Icahn rilevò una quota di Yahoo che aveva rifiutato un’offerta di Microsoft estromettendo il vertice. Allo stesso modo entrò in eBay costringendola a vendere PayPal. S’infilò anche all’interno di Dell obbligando ad andarsene il fondatore Michael Dell. Ha anche rilevato il Tropicana Entertainment, uno dei più importanti casinò di Atlantic City all’epoca in bancarotta. Ne ha risollevato le sorti e nel 2018 ha ceduto l’intera struttura, per un valore di 1.85 miliardi di dollari, alla Gaming and Leisure Properties e alla Eldorado Resorts. Successivamente fece lo stesso con Xerox al fine di evitare la fusione con Fuji. 2012 Possiede una quota del 10% in Netflix. 2013 Entra in Apple per poi vendere tre anni più tardi. 2018 Cede le sue quote in Manitowoc, una società siderurgica, pochi giorni prima che Trump decidesse lo scoppio della guerra sui dazi, evitando così una perdita di oltre 31 milioni di dollari.

Filosofia d’investimento

Carl Icahn solitamente investe tramite delle quote di minoranza legate alle diverse società. Questo successivamente avvia un percorso di cambiamenti strategici all’interno delle stesse società. La strategia d’investimento di Carl Icahn prevede la possibilità di comprare delle azioni inerenti a società sotto pressione e che molto spesso sono prossime alla bancarotta. Queste sono mal viste dalla maggioranza degli investitori. Il suo compito una volta acquistate è quello di avviare un processo di ristrutturazione interna della stessa azienda che permette di rimettere in carreggiata i conti di queste aziende e tornare allo stesso tempo a far crescere le quotazioni borsistiche dei titoli. Nel momento in cui questi titoli tornano ad essere quotati a livello obbiettivo, egli stesso provvede a venderli e quindi generare un ritorno sull’investimento iniziale. Lo stesso Icahn fa notare come sia un atteggiamento molto rischioso seguire i trend di mercato perché tutti i trend nascondono sempre la possibilità di una repentina inversione, che non lascia il tempo agli investitori di uscire dalle posizioni assunte e allo stesso modo evita di registrare grosse perdite. Questa è la ragione principale per cui Carl Icahn è solito prediligere azioni di società che non siano di moda, meglio ancora se appartenenti a settori ancor meno di moda.

Gli investimenti di Carl Icahn

Negli anni ’90 si sposta nel settore del tabacco acquisendo la newyorkese RJR Nabisco, per poi passare su Marvel ed assumerne la presidenza. a seguire, negli anni 2000 sposta i suoi investimenti e i suoi affari verso il fiorente settore internet e media a esso connessi. Ricordiamo infatti gli acquisti di importanti fette della Time Warner e di Yahoo. Incassa 2 miliardi di plusvalenze dalla vendita della sue partecipazione in Apple e acquista nel 2012 partecipazioni per il 10% della società Netflix per poi rivenderle a metà dell’anno dopo con un profitto di ben 800 milioni. Nell’estate del 2015, scambia la sua partecipazione in eBay con lo stesso numero di azioni di PayPal. Nel 2010 è stato anche direttore di Blockbuster fino al gennaio del 2010; divenne presidente di American Railcar Industries, Imclone, Icahn Enterprises, XO Communications, WestPoint Home e Cadus.

Icahn nel governo Trump

Da candidato alla presidenza, Trump annuncia la futura nomina di Icahn a segretario al tesoro; questo ruolo passa poi a Steve Mnuchin e nel dicembre del 2016 Icahn diventa consigliere speciale della Casa Bianca sulla regolamentazione dei mercati anche se questa posizione viene etichettata come informale e per altro contestata da politica e media. Lo stesso New Yorker parla di conflitto di interesse, sottolineando il fatto che Ichan spinge per cambiare parte di una legge che poteva avere impatto negativo su uno dei suoi investimenti energetici. Il 18 agosto 2017 da le sue dimissioni perché non vuole interferire con il lavoro di Neomi Rao, amministratrice dell’ufficio affari di informazione e regolamentazione. Poco dopo le dimissioni, evita una perdita di oltre 31 milioni di dollari, vendendo le sue partecipazioni in azioni inerenti a società di produzione e commercio dell’acciaio pochi giorni prima che Trump istituisca ufficialmente la tariffa del 25% da imporre sulle importazioni.

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