Cosa succede alle azioni IBM? Il flop del software fa crollare il titolo

Le azioni di IBM hanno registrato una flessione superiore al 5% nelle contrattazioni pre-market di giovedì, nonostante una trimestrale nel complesso positiva. A pesare sull’umore degli investitori è stata la performance al di sotto delle attese del segmento software, che ha parzialmente oscurato i progressi nel campo dell’intelligenza artificiale e i risultati superiori alle stime.

L’utile per azione si è attestato a 2,80 dollari, ben oltre le previsioni degli analisti ferme a 2,65 dollari, grazie a un miglioramento significativo della redditività operativa, con margini saliti di 320 punti base. Anche il fatturato ha superato le attese, arrivando a 17 miliardi di dollari rispetto ai 16,59 miliardi previsti dal consenso.

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Il CEO Arvind Krishna ha evidenziato con soddisfazione che IBM ha superato le aspettative sia in termini di ricavi che di flusso di cassa libero, quest’ultimo ora previsto sopra i 13,5 miliardi di dollari su base annua. Ha inoltre sottolineato come la domanda di soluzioni basate su AI generativa sia in costante aumento, con un portafoglio ordini che ha ormai superato i 7,5 miliardi di dollari.

Secondo il direttore finanziario James Kavanaugh, la combinazione di un portafoglio più efficiente e strategie mirate di ottimizzazione hanno portato a una crescita degli utili a doppia cifra.

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Nonostante i segnali incoraggianti, il comparto software ha deluso le aspettative. I ricavi della divisione, che tradizionalmente rappresenta uno dei motori principali di IBM, si sono fermati a 7,39 miliardi di dollari, lievemente al di sotto dei 7,41 miliardi attesi (fonte: LSEG via Reuters). Al contrario, l’unità infrastrutturale, trainata dai mainframe ottimizzati per l’AI, ha stupito positivamente generando 4,14 miliardi di dollari di fatturato, battendo le previsioni.

Buone notizie anche dalla divisione consulenziale, che ha visto le vendite crescere del 3%. Un segnale che le aziende stanno continuando a investire per integrare l’intelligenza artificiale nei propri processi, affidandosi all’esperienza di IBM. Tuttavia, i vertici dell’azienda mantengono una visione cautamente ottimista per il futuro di questa divisione, a causa delle incertezze macroeconomiche e dei timori legati all’impatto dei dazi sulle decisioni di spesa delle imprese.

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Secondo una nota di Morgan Stanley, il dato più sorprendente del trimestre è stata la forte performance dei mainframe e il miglioramento dei margini lordi, che hanno rappresentato i principali fattori alla base dei risultati sopra le attese.

IBM, dunque, conferma la sua centralità nello sviluppo dell’AI enterprise, ma dovrà affrontare con attenzione le criticità emerse nella divisione software per mantenere il favore degli investitori nei prossimi trimestri.

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