Da alcune settimane, puntuali come un orologio svizzero (ma non alla Credit Suisse per intenderci, sono ritornate le solite preoccupazioni sull’andamento dei mercati azionari. Il fallimento della Silicon Valley Bank prima e poi la gravissima crisi del CS dopo hanno causato una pesante flessione di tutte le borse mondiali. In un contesto caratterizzato da forte incertezza si è tornati a parlare di possibili contagi ai danni delle banche meno solide e soprattutto di possibile effetto domino a livello settoriale.

Ed essere più esposte alle vendite sono state le borse più caratterizzate dai titoli del settore bancario. Non c’è stato quindi nulla di cui stupirsi se proprio il Ftse Mib, che di titoli bancari è imbottito, è andato a picco.

Ancora una volta ad affossare i mercati azionari sono state più le preoccupazioni che i dati reali. Il copione è sempre lo stesso: non appena arriva una difficoltà, ecco che sui media si sprecano gli allarmismi. C’è chi parla di possibile crollo delle borse, chi di indici destinati ad andare a picco, chi di sell-off che caratterizzerà a lungo gli scambi. Le espressioni sono differenti ma hanno tutte un minimo comun denominatore: l’essere improntate al pessimismo più cupo.

Ma i dati reali cosa dicono a riguardo?

Tanto per iniziare è bene, una volta per tutte, prendere atto che sui mercati finanziati tutto è possibile. Si può andare spasmodica ricerca degli investimenti sicuri quanto si vuole ma alla fine resta sempre una dose più o meno marcata di imprevedibilità. E allora, presa atto di questa caratteristica del mercato, diventa fondamentale prestare molta attenzione all’asset allocation. Le singole azioni sono adatte per strategie di trading online di breve termine o comunque non dovrebbero mai occupare una quota significativa del proprio portafoglio.

In alternativa alle azioni, si possono sovrappesare le borse mondiali in base al loro PIL.

Adattando questo approccio, anche la statistica viene in aiuto dell’investitore. Infatti, come mostrano i dati storici dal 1898 ad oggi, anche quando ci sono stati forti aggiustamenti, le borse sono poi risalite. Tali movimenti sono avvenuti al massimo nei due anni successivi. Molto rari i casi in cui ciò è avvenuto nei successivi 10 anni. Questo ragionamento vale per le borse e non per le singole azioni visto che nella storia non mancano i casi di titoli azionari che hanno performato male per tanti anni di fila (quando non sono addirittura falliti).

Quindi il trading sugli indici di borsa è da preferire al trading sulle azioni.

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Crollo mercati azionari: cosa dice la statistica

Lasciamo le suggestioni e occupiamoci di cosa dice la statistica in merito al crollo dei mercati azionari.

Il 2023 ha ben l’80 per cento di probabilità che il rendimento dei mercati azionari possa essere superiore al 20 per cento. Le aspettative, quindi, sono positive ma ciò non significa che non si debba tenere alta l’attenzione. I possibili segnali di inversione, infatti, sono sempre da tenere in debita considerazione. Analisi tecnica e analisi fondamentale devono essere sempre i punti di riferimento nel’ambito della definizione di ogni strategia.

Detto questo lo scenario più plausibile è che dopo il 6 aprile prossimo, la situazione di tensione non solo possa essere alla spalle ma al tempo stesso ci possano essere le condizioni per una svolta rialzista dei mercati. La flessione, alla luce della situazione in atto e delle serie storie, era plausibile nel periodo compreso tra il 6 marzo e appunto il 6 aprile. Calendario alla mano, questo significa che la fase di tensione dei mercati azionari possa essere prossima al suo naturale epilogo.

La direzione che i mercati prenderanno dipenderà dai livelli di supporto che verranno raggiunti proprio nella settimana iniziata oggi 27 marzo. Se tali supporti reggeranno, la ci potrebbe in effetti essere una ripresa dal 6 aprile, mentre se essi cederanno non è da escludere che il calo possa proseguire.

Vendendo alla cronaca in tempo reale, proprio oggi sembra essere in atto una ripartenza degli indici. Restando alle vicende di casa nostra, il Ftse Mib di Borsa Italiana è orientato al rialzo con solo due titoli in rosso. Se oggi e domani dovesse proseguire il recupero, allora il rischio di un potente sell-off del mercato azionario sarebbe scongiurato e al contrario da inizio di aprire ci potrebbe essere una ripartenza.

In questo articolo si possono trovare le previsioni Ftse Mib 2023.

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