Petrolio e dollaro esiste sì una correlazione, ma inversa. Infatti quando il prezzo del greggio aumenta spesso il dollaro americano tende a deprezzarsi.  Il petrolio è una materia prima fondamentale in quanto grazie alla sua raffinazione abbiamo il carburante per la maggior parte dei mezzi di trasporto. Con lo sviluppo di motori più eco sostenibili questa materia prima rischia col tempo di perdere la sua importanza.

Qual è la correlazione fra petrolio e dollaro? Perché esiste un legame fra la materia prima e la valuta statunitense?

La correlazione fra petrolio e dollaro

La prima correlazione principale fra petrolio e dollaro è dovuta al fatto che i barili della materia prima vengono scambiati proprio nella valuta americana. Questo porta tendenzialmente a un andamento opposto fra loro. E’ per questo motivo che si parla di correlazione inversa.

Il prezzo del greggio è determinato dalla domanda e dall’offerta. Esso viene scambiato nel mercato delle commodities, proprio come l’oro, l’argento e le altre materie prime. Il dollaro statunitense è una delle valute più scambiate nel Forex.

È bene specificare che esistono due quotazioni diverse riguardanti il petrolio. Il Brent è quotato a Londra e corrisponde al petrolio estratto nel Mare del Nord, mentre il WTI non è altro che il greggio americano, quotato a New York.

Il motivo per cui la correlazione prevalente tra petrolio e dollaro è di tipo inverso deriva dal fatto che il greggio è quotato in dollari e ciò fa forte impatto sul commercio internazionale. In linea di principio nella correlazione inversa tra dollaro e petrolio succede questo:

  • se il valore del dollaro sale allora con la stessa quantità di denaro si può comprare una maggiore quantità di petrolio (ciò determina un calo dei prezzi)
  • se il valore del dollaro scende, allora per comprare una determinata quantità di petrolio bisogna usare più dollari (ciò determina una rialzo del prezzi)

A titolo di esempio ricordiamo quanto avvenuto tra il 2014 e il 2016 quando il prezzo del petrolio andò a picco. Ebbene in quella circostanza il biglietto verde fu tra i protagonisti del mercato in quanto al centro di un forte apprezzamento.

Attenzione però a non consolidare una legge la correlazione inversa tra petrolio e dollaro. In realtà, infatti, il rapporto tra i due asset è imperfetto e non potrebbe essere diversamente visto che l’oil non è il solo fattore che influenza il mercato del Forex. Quest’ultimo, infatti, è soprattutto influenzato dalle decisioni di politica monetaria delle banche centrali. Ad esempio se la Federal Reserve adotta della decisioni importanti sui tassi è lì che i trader guardano e non al petrolio.

Ovviamente vale anche il principio inverso per cui il prezzo del petrolio, oltre che dal dollaro e prima del dollaro, è condizionato da market mover più diretti. Vedremo quali sono nel prossimo paragrafo.

Cosa definisce il prezzo del petrolio?

Abbiamo visto come il prezzo del petrolio non sia del tutto dipendente dall’andamento del dollaro, la correlazione inversa infatti non è così forte come quella vigente con l’oro. Nonostante anche quest’ultimo abbia un mercato non strettamente finanziario, come per esempio la gioielleria, il greggio ha anche un grandissimo mercato non finanziario grazie al suo enorme utilizzo nella vita di tutti i giorni.

Ad influenzare il prezzo del greggio è anche la produzione stessa. Negli ultimi anni il crollo del prezzo del petrolio ha portato l’OPEC a tagliare la produzione di greggio per stabilizzare i prezzi ed evitare che la materia prima si deprezzasse troppo.

OPEC è l'acronimo di Organization of the Petroleum Exporting Countries, in italiano Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio. Questa racchiude 12 Nazioni produttrici di oro nero che associandosi negoziano con le compagnie petrolifere il prezzo e la produzione di greggio. La sua sede è a Vienna.

D’altro canto gli Stati Uniti hanno affinato la tecnica dell’estrazione del petrolio scisto, in inglese shale oil, che viene prodotto dai frammenti di rocce di scisto bituminoso attraverso i processi di pirolisi, idrogenazione o dissoluzione termica.

Non facendo parte dell’OPEC gli Stati Uniti non hanno posto freni alla produzione di petrolio limitando così gli effetti della politica di tagli decisa dall’organizzazione con sede a Vienna.

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