CAMBIO EURO-DOLLARO IN BILICO SU IMPORTANTE SUPPORTO A QUOTA 1,12

Cross EUR-USD nuovamente sotto pressione, giù di quasi lo 0,90% nel corso dell’ ottava che ci siamo appena lasciati alle spalle. Il rapporto di cambio tra la moneta unica europea ed il biglietto verde ha terminato gli scambi settimanali a quota 1,1218, vicino ai minimi delle ultime 5 sedute, a quota 1,1208, dando un ulteriore segnale di debolezza. Massimo che nel periodo in esame si è portato fino a quota 1,133.

LE NEWS ED I DATI MACRO PIU’ SENSIBILI PER IL CAMBIO EUR-USD

Euro in calo sul Dollaro, dopo che la BCE, per bocca del governatore Mario Draghi ha reso noto di essere pronta a rinviare ulteriormente un eventuale rialzo dei tassi se si rendesse necessario farlo.

Euro indebolito, nonostante una partenza settimanale in lieve recupero con la coppia di valute che ha beneficiato della lettura migliore delle attese dell’ indice IFO tedesco. L’indicatore che rileva il grado di fiducia degli imprenditori in Germania, lo scorso mese, si è infatti assestato a 99,6 punti, evidenziando un incremento dai 98,7 punti di Febbraio ( rivisti al rialzo dai 98,5 punti della stima flash ). Il consensus medio degli analisti, invece, indicava un risultato stabile a 98,5 punti.

Moneta unica in frenata sulla divisa statunitense dopo il taglio delle previsioni di crescita per l’ Eurozona effettuato dall’agenzia di rating S&P, che ha abbassato le proprie stime per l’anno in corso all’1,1% dall’1,6% della precedente valutazione. Secondo Standard & Poors la sforbiciata è stata principalmente causata dal peggioramento delle proprie attese sulla crescita di Germania ed Italia, che faranno “ significativamente peggio “ degli altri stati membri UE.

Euro indebolito anche dal calo delle aspettative di lungo termine sull’ inflazione nell’area euro, che secondo il consueto rapporto diffuso dalla Commissione Europea sono scese sui minimi da Settembre 2016. Il contratto forward a 5 anni sulla cosiddetta ” breakeven inflation “ è sceso sotto l’1,31%, allontanandosi sempre più dal target del 2% gradito alla BCE.

La CE ha inoltre reso noto che il dato finale dell’ indice di fiducia dei consumatori di Marzo si è confermato a -7,2 punti, come da lettura preliminare e corrispondente alla attese degli analisti. L’ indice di fiducia economica per l’ area euro si è invece portato a 105,5 punti, in calo dai 106,2 punti di Febbraio ( rivisto lievemente al rialzo dai 106,1 punti della stima flash ). Deluse le attese degli analisti, che invece indicavano un calo più modesto, a 105,9 punti.

La lettura dell’ economic sentiment della zona euro, a Marzo, ha raggiunto il livello più basso degli ultimi due anni, evidenziando un peggioramento per il nono mese consecutivo. A pesare ha principalmente contribuito il pessimismo dei manager sulle scorte, sugli ordini e sulla produzione. La Commissione Europea ha inoltre fatto sapere che l’ indicatore sulla fiducia delle imprese, sempre a Marzo, si è assestato a0,53 punti contro gli 0,66 punti attesi; mentre la stima sulla fiducia industriale è scesa da -0,4 punti di Febbraio a -1,7 punti. La lettura relativa alla fiducia sui servizi ha invece mostrato una contrazione a 11,3 punti da 12,1 punti della rilevazione precedente.

Negli USA l’ iindice CFNAI elaborato dalla Federal Reserve di Chicago, a Febbraio si è assestato a -0,29 punti, mostrando una modesta flessione dai -25 punti della precedente stima mensile. Gli analisti, tuttavia, avevano indicato un peggioramento più marcato, a -0,38 punti. Il Chicago Fed National Activity Index è un indicatore che misura le attività economiche e le pressioni inflazionistiche, il cui risultato è la conseguenza della media ponderata di ben 85 diversi indicatori macro. Un valore positivo è sinonimo di crescita oltre la media storica, mentre un risultato negativo indica una crescita inferiore alla media storica.

In frenata l’attività manifatturiera nel distretto federale di Dallas, che nel mese di Marzo, secondo il rapporto della locale FED, ha evidenziato una contrazione a 8,3 punti dai 13,1 punti di Gennaio. Lettura inferiore alle attese degli analisti, che invece avevano ipotizzato un minor calo, a 8,9 punti.

Il Conference Board USA ha reso noto che la fiducia dei consumatori statunitensi, a Marzo, ha fatto registrare un’ inattesa la battuta d’arresto, portandosi a 124,1 punti, dai 131,4 punti di Febbraio. Le aspettative degli analisti, invece, erano per un miglioramento a 132,5 punti.

Il Richmond Fed Index, l’ indicatore che rileva l’andamento nel settore manifatturiero del distretto di Richmond, ha invece rivelato una flessione a 10 punti, dai 16 punti della precedente stima mensile. I pronostici degli analisti, invece, era per un risultato pari a 12 punti.

Densa di dati la settimana nel settore immobiliare a stelle e strisce, dove l’ indicatore S&P Case Shiller, l’ indice che misura i prezzi delle case nelle 20 aree metropolitane più importanti, a Gennaio ha evidenziato una contrazione dello 0,3% sul mese precedente, mentre ha riportato incremento del 3,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, rallentando, tuttavia, dal +4,1% della precedente stima mensile. Deluse le aspettative degli analisti, che invece avevano indicato un progresso del 4,3% su base annua.

L’indice pending home sales, che monitora le vendite di case in corso, diffuso dall’ Associazione degli operatori immobiliari, nel mese di Gennaio ha fatto registrare un calo dell’1%, scendendo a 101,9 punti dai 102,9 punti della precedente stima mensile. I pronostici degli analisti, invece, indicavano una lettura in crescita dello 0,1%.
Il saldo delle nuove richieste di mutui ipotecari, elaborato dalla Mortgage Bankers Association, nella settimana che si è conclusa il 22 Marzo ha evidenziato una crescita dell’8,9%, in forte aumento dal +1,6% della precedente lettura settimanale.

Oltre le attese degli analisti le vendite di case nuove, che nel mese di Febbraio sono aumentate del 4,9%, per un totale di 667 mila unità, in crescita dalle 636 mila unità della precedente rivelazione mensile. I pronostici degli analisti, invece non si spingevano oltre le 620 mila unità. La lettura su base annua ha invece mostrato un incremento dello 0,6%.

Lettura migliore delle attese per la bilancia commerciale statunitense, che nel mese di Gennaio ha evidenziato un disavanzo di 51,1 miliardi di dollari, contro il deficit di 57 miliardi di dollari pronosticato dagli analisti. Risultato migliore del precedente saldo mensile, pari a -59,9 miliardi di dollari, rivisto al ribasso da -59,8 miliardi di dollari della rivelazione flash.

Dollaro in recupero sulla moneta unica europea dopo che il Dipartimento per il Commercio statunitense ha corretto al ribasso la terza ed ultima stima della crescita statunitense, relativa al quarto trimestre 2018, rivista a +2,2% a/a, dal +2,6% della lettura precedente. I pronostici degli analisti invece davano un incremento del 2,3%. Lettura in netta frenata dal +3,4% della stima finale relativa al terzo trimestre. Rivisto al ribasso anche il dato finale sui consumi, che sempre nell’ ultimo trimestre 2018, hanno registrato un incremento del 2,5%, frenando dal +2,8% della precedente indicazione. Gli analisti, invece, avevano pronosticato un aumento del 2,6%.

Le nuove richieste di sussidio di disoccupazione negli USA, secondo la stima diffusa dal Dipartimento per il Commercio, nella settimana terminata il 23 Marzo, hanno evidenziato un incremento di 211 mila unità, in flessione di 5 mila unità rispetto alla precedente lettura, a sua volta rivista al ribasso da +221 mila unità della lettura flash. Il consensus medio degli analisti, invece, dava un aumento di 220 mila unità. Il totale dei richiedenti sussidio, nella settimana che si è conclusa il 16 Marzo, è invece aumentato a 1,756 milioni di unità, da 1,743 milioni di unità della lettura della precedente ottava, corretta a sua volta da 1,750 milioni di unità della prima comunicazione. La mediana delle stime degli analisti, invece, indicava un minor incremento, a 1,750 milioni di unità.

Il dato relativo al reddito personale negli Stati Uniti, a Gennaio, ha mostrato un aumento dello 0,2% rispetto a Gennaio, quando la lettura evidenziò un calo dello 0,1%.Gli analisti, tuttavia, si aspettavano un aumento dello 0,3%.

In flessione dello 0,1% su base mensile l’inflazione PCE ( personal consumption expenditures price index ) di Gennaio, mentre la lettura su base annua ha rivelato un progresso dell’1,4%, frenando dal +1,8% di Dicembre. Il tasso d’ inflazione PCE “ Core “, al netto delle componenti volatili, ha invece registrato un progresso dello 0,1% su base mensile, rallentando dal +0,2% di Dicembre. La suddetta rivelazione, su base annua, ha invece mostrato un incremento dell’1,8%, ma tuttavia in discesa dal +2% della precedente rivelazione.

Le spese per consumi personali, sempre a Gennaio, hanno mostrato un aumento dello 0,1%, mentre gli analisti si aspettavano un balzo dello 0,3%. Corretto al ribasso il precedente dato mensile, che da -0,5% è passato a -0,6%.

Reddito e spese personali consistono in due indicatori molto importanti, in quanto incidono direttamente sui consumi, concorrendo per il 70% del PIL USA.
La stima finale di Marzo, relativa all’ indice che misura la fiducia dei consumatori elaborato dall’ Università del Michigan, si è assestata a 98,4 punti, portandosi al di sopra sia della lettura flash, che ai pronostici analisti, in entrambi i casi pari a 97,8 punti.

VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO

Quadro tecnico di breve-medio periodo ancora impostato al ribasso per la coppia EUR-USD, che staziona ancora al di sotto del supporto in area 1,16, indicato nelle precedenti rubriche di analisi tecnica sul Forex. La perdita in chiusura settimanale del suddetto livello ha già causato un nuovo affondo con target sui minimi plurimensili sotto area 1,12.

La coppia EUR-USD dopo essere volata sui massimi a 3 anni, sembra aver perso lo smalto che ha caratterizzato la fine del 2017 ed il primo trimestre 2018. Sul medio-lungo periodo, dopo vari tentativi, la pressione ribassista ha sfondato al ribasso l’ importante supporto in area 1,18, conducendo le quotazioni anche sotto importante supporto in area 1,16, la cui rottura ha a sua volta scatenato un ulteriore ondata di vendite sui minimi da Giugno 2016 in area 1,12.

La visione di lungo periodo, invece, ci aveva detto che le quotazioni del cross EUR/USD dopo essere scivolate sotto i supporti di medio-lungo , in area 1,06 -1,07, aveva messo in atto un poderoso rialzo che, dopo aver superato la forte resistenza in area 1,12 aveva in un primo momento rotto i vecchi massimi di breve-medio periodo in area 1,16 e successivamente aveva saputo fare ancora meglio volando sopra quota 1,18, ex resistenza di medio-lungo periodo, divenuta supporto. In virtù dei rialzi appena descritti, il quadro grafico del cambio Euro – Dollaro era tornato a farsi nuovamente interessante nel medio-lungo periodo, in quanto la riconquista di area 1,18 aveva generato l’ allungo verso area 1,24-1,25. Dopo il salutare pull-back in area 1,17-1,15 la coppia non ha più avuto la forza di riportasi stabilmente oltre quota 1,18, in chiusura settimanale. Sul brevissimo, la discesa sotto area 1,14, in chiusura weekly, ha già causato un affondo sotto area 1,12, la cui eventuale perdita potrebbe essere il preludio ad ulteriori crolli in area 1,10. Lo scenario ribassista sul breve-medio, invece, verrà negato soltanto in caso di ritorno in chiusura settimanale oltre area 1,18.

STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO

Buona la performance realizzata dal nostro trading system con sottostante la coppia EUR-USD, che ha preso profitto su 3 target price pronosticati dalla strategia Short: 2 nella versione Intraday ed 1 nella versione Over.

La visione rialzista suggerisce di attivare posizioni Long nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1,1253 e consiglia di prendere profitto sui primi due target price individuati in area 1,1279 e 1,1322; Loss in caso di chiusura oraria minore di 1,1208. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 1,1322, per cercare di sfruttare possibili allunghi prima in area 1,1348 e successivamente a 1,1392; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1,1253 in chiusura di candela oraria.

Ed ancora, Long sulla forza, in caso di close orario maggiore di 1,1392, per tentare di prendere profitto in area 1,1418 e 1,1462, estesa a quota 1,1506; stop loss nel caso in cui si verifichi un ritorno sotto 1,1322 in chiusura di candela giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di discesa in area 1,0975, per cogliere eventuali rimbalzi in area 1,1044 e 1,107, estesi ad 1,1138; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto quota 1,09 in chiusura di candela oraria o giornaliera.

La visione ribassista, invece, consiglia di attivare posizioni Short, nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 1,1208; Target Price attesi in prima battuta a 1,1181 e successivamente a 1,1138; Stop Loss in caso di ritorno oltre 1,1253 in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista in caso di chiusura oraria minore di 1,1138 per sfruttare possibili cali in area 1,1112 e 1,107; fissare uno Stop Loss, con l’ intento di evitare eventuali perdite, in caso di ritorno sopra 1,1208 in chiusura di candela oraria o giornaliera. Lecito rafforzare le posizioni Short in caso di discesa sotto area 1,107 in chiusura oraria o giornaliera, per cavalcare eventuali affondi in area 1,1044 e 1,10, estesi a 1,0975; stop loss nel caso in cui si assista ad ritorno oltre quota 1,1232 in close orario.

Consigliati Short Speculativi in caso di allunghi in area 1,1506 per cercare di sfruttare possibili pull-back in area 1,1462 e 1,1418, estesi a quota 1,1348; Stop Loss nel caso in cui il rialzo si spinga oltre 1,158 in chiusura di candela oraria o daily.

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